Nel Regina Coeli della quinta domenica di Pasqua pronunciato da Piazza San Pietro, papa Francesco ha parlato della comunione con Gesù invitando i fedeli a vivere “In unione con Gesù e con atteggiamento di amore e di servizio” per rinnovarla. Secondo il Vangelo di Giovanni, lettura della quinta domenica di Pasqua, Gesù si annunciava come “Verità e Vita” ed in quanto tale invitava tutto il suo popolo a seguirlo e restare unito affinché questa unione generasse cospicui frutti.
Il papa spiega che rimanere uniti a Gesù l’unico modo per vivere da cristiani e per farlo bisogna uscire dalla zona di conforto e cominciare a gettarsi nelle necessità altrui per dare loro una mano, quindi non negare mai la nostra testimonianza. Il pontefice spiega anche come questo coraggio di prodigarci verso gli altri e di fare della nostra vita una testimonianza nasce dalla fede in Cristo. Proprio perché il coraggio di vivere una vita cristiana in pieno deriva dalla fede e non dal ruolo che si svolge nella vita la santità non è preclusa a nessuno: “Non è necessario essere vescovi, sacerdoti o religiosi. Tutti noi, tutti, siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova”.
Recitiamo il Santo Rosario per la Guerra in Siria
Al termine dell’angelus il Santo Padre ha ricordato che oggi 1 maggio si recherà al Santuario della Madonna del Divino Amore. In vista di questa occasione papa Francesco ha invitato i fedeli a rivolgere le proprie preghiere per la pace in Siria: “Reciteremo il Rosario, pregando in particolare per la pace in Siria e nel mondo intero” invitando appunto i fedeli a: “unirsi spiritualmente e a prolungare per tutto il mese di maggio la preghiera del Rosario per la pace”. Perché proprio il Rosario? Papa Francesco non ha mai nascosto la sua devozione mariana ed anche in questa occasione lo ribadisce: “Il Rosario è la preghiera che accompagna sempre la mia vita; è anche la preghiera dei semplici e dei santi … è la preghiera del mio cuore. E’ una sintesi della Divina misericordia”.
Luca Scapatello