Papa: “Guai a voi che sfruttate il lavoro. E’ peccato mortale”

Papa: “Guai a voi che sfruttate il lavoro. E’ peccato mortale”
Papa Francesco

“Guai a voi che sfruttate il lavoro. E’ peccato mortale”, questo dice il Papa, parlando della situazione precaria di molte persone.
E nel nostro Paese, questo è un ammonimento che trova davvero tantissimi colpevoli, che non ascoltano la legge del Vangelo, che parla di quanto sia inadeguato accumulare ricchezze su questa terra.

Il peccato mortale consiste nello sfruttare chi ha bisogno di lavorare, solo per un proprio tornaconto egoistico; chi non riesce ad andare avanti e viene, puntualmente, sotto sottopagato, denigrato, mai valorizzato, schiacciato dalla legge del guadagno, usato e gettavo via quando non produce abbastanza.

“Anche qui, in Italia, per salvare i grandi capitali si lascia la gente senza lavoro. Va contro il secondo comandamento e chi fa questo: Guai a voi! Non io lo dico, Gesù. Guai a voi che sfruttate la gente, che sfruttate il lavoro, che pagate in nero, che non pagate il contributo per la pensione, che non date le vacanze. Guai a voi! Fare sconti, fare truffe su quello che si deve pagare, sullo stipendio, è peccato, è peccato”!

Il Papa prendeva spunto dalla prima lettura, tratta dalla Lettera di San Giacomo che, ad un certo punto, dice: “Ecco, il salario da voi defraudato ai lavoratori che hanno mietuto le vostre terre grida; e le proteste dei mietitori sono giunte alle orecchie del Signore degli eserciti”.

Quelli che preferiscono il guadagno alla cura del fratello sono dei peccatori incalliti: “Ma tu non paghi? Questa ingiustizia è peccato mortale. Non sei in grazia di Dio. Non lo dico io, lo dice Gesù, lo dice l’apostolo Giacomo. Per questo le ricchezze ti allontanano dal secondo comandamento, dall’amore al prossimo”.
Tutto questo è un ingiustizia enorme che viene, come al solito, perpetuata a danno di moltissime persone.
Ma il Vangelo -ricordiamolo- esalta i poveri, gli umili, gli ultimi, mentre condanna chi fa della ricchezza un idolo da osannare.

Antonella Sanicanti

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