“Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati e con la misura con la quale misurate sarete misurati. Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell’occhio tuo c’è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.”.
Questo passo del Vangelo di Matteo è stato molto dibattuto in un’omelia di Papa Francesco e mette in guarda contro il pregiudizio, o il giudizio, che spesso attuiamo nei confronti del fratello, quando chiacchieriamo delle sue azioni, delle sue scelte, e pretendiamo di sapere cosa sarebbe stato meglio che avesse fatto, in certe situazioni di vita, di cui probabilmente conosciamo ben poco.
E’ uno dei passi del Vangelo che più si addice alla società umana, che pensa di cavarsela, credendosi al di sopra di ogni sospetto, che si permette di criticare gli altri, pensando di essere migliore.
Ma la possibilità di giudizio, perché abbia un senso e un valore, deve appartenere solo a Dio, che ci conosce nella nostra essenza più autentica e vede il nostro cuore e le sue afflizioni. Mai dovremmo dare a lui l’occasione di farci soppesare con la stessa misura con cui noi valutiamo i fratelli, altrimenti non avremo scampo alcuno.
Dice il Papa: “Guardati allo specchio, ma non per truccarti, perché non si vedano le rughe. No, no, no, quello non è il consiglio! Guardati allo specchio per guardare te, come tu sei. Come dirai a tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? E come ci qualifica il Signore, quando facciamo questo? Una sola parola: Ipocrita!”.
Se desideriamo che il Signore ci tratti con amore e con misericordia, facciamo anche noi lo stesso con gli altri e per loro preghiamo.
La tentazione di metterci al posto di Dio, come fu per Adamo ed Eva nell’Eden o per Satana a capo degli Angeli ribelli, è molto forte e affascinante, ma -come ci insegna la storia biblica- non sortisce mai un buon esito.
“Il nostro giudizio è un povero giudizio, mai può essere un vero giudizio. E perché il nostro non può essere come quello di Dio? … Perché al nostro giudizio manca la misericordia. E quando Dio giudica, giudica con misericordia”, dice il Santo Padre.
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