Quando sarà l’accettazione della Chiesa verso la guarigione inspiegabile di una bimba per intercessione di Papa Giovanni I?
Il processo sul miracolo compiuto dal Pontefice che ha segnato il Pontificato più breve della storia, Giovanni Paolo I, sembra ormai essere in fase d’arrivo, e di conseguenza la beatificazione di Albino Luciano potrebbe ormai essere dietro l’angolo.
L’attesa per il riconoscimento del miracolo
Quello che si attende è l’ultimo sì al riconoscimento della sua intercessione per la guarigione scientificamente inspiegabile, dieci anni fa, di una bambina affetta da una grave forma di encefalopatia. Da ultimo è arrivato il via libera unanime della Consulta medica e del Congresso dei teologi e ora manca la votazione della Sessione dei cardinali e dei vescovi che si riunirà in ottobre.
Papa Luciani è venerabile dal 2017, e la sua causa di canonizzazione si era aperta nel novembre del 2003, solamente venticinque anni dopo la sua morte, per concludersi nel novembre del 2017 con il decreto sancito da papa Francesco che ha proclamato le virtù di Giovanni Paolo I.
Il lungo iter del processo che porterà Papa Luciani agli altari
Dopo anni di lavori, iniziati nel 2003 “affinché un giorno si possa invocare, come santo, questo grande uomo di Chiesa dalla Chiesa locale di Belluno a quella universale come Vescovo di Roma”, e proseguiti per oltre 200 sessioni, con l’ascolto di 167 testimoni, nel 2006 si conclusero i primi lavori ma nel 2007 furono riaperti, per arrivare al riconoscimento della validità formale degli atti nel 2008.
Il voto unanime positivo del Congresso dei teologi è arrivato nel 2017, insieme a quello della Sessione ordinaria dei cardinali, e l’8 novembre papa Francesco ha reso pubblico il decreto sulle virtù.
Manca solamente l’ultimo voto che chiuderà il processo
Lo stesso anno si concluse l’Inchiesta diocesana istruita nel 2016 nella diocesi argentina di Buenos Aires per il caso di guarigione straordinaria avvenuta per intercessione di papa Luciani nel 2011 a favore della bambina, che la Consulta medica il 31 ottobre 2019 ha stabilito all’unanimità essersi trattato di una guarigione scientificamente inspiegabile.
L’ultimo voto spetterà alla Sessione dei cardinali e dei vescovi, che permetterà la chiusura dell’iter giudiziale, ed è previsto per il prossimo ottobre. Questo servirà a riconoscere e sancire con decreto papale il miracolo, a quel punto bisognerà solamente fissare la data della beatificazione.
Ci si chiede che cose avrebbe fatto se fosse rimasto Papa a lungo
Nacque il 17 ottobre 1912, divenne sacerdote dal 7 luglio 1935, il 15 dicembre 1958 fu nominato vescovo di Vittorio Veneto ricevendo l’ordinazione episcopale il 27 dicembre. Dal 15 dicembre 1969 fu Patriarca di Venezia , creato cardinale nel 1973, e infine fu eletto Papa il 26 agosto 1978. Morì soltanto 33 giorni dopo, il 28 settembre, segnando così il Pontificato più breve della storia.
Diversi interpreti ed esperti si sono chiesti cosa avrebbe fatto se il suo pontificato fosse durato di più. Alcuni ritengono che stesse immaginando un nuovo consiglio elettivo di vescovi per “problemi di carattere straordinario”. Insomma la sua intenzione poteva essere quella di modificare un istituto che esisteva da appena un decennio, il Sinodo dei vescovi, ma i dubbi su questa ipotesi sono numerosi.
Le parole del cardinale dal paese natale di Giovanni Paolo II
“Mentre chiediamo al Signore che presto il nostro Giovanni Paolo I possa essere elevato alla gloria degli altari invochiamo su di noi la misericordia e la tenerezza di Dio con la preghiera composta dallo stesso Albino Luciani: “Stammi ancor vicino, Signore. Tieni la tua mano sul mio capo, ma fa’ che anch’io tenga il capo sotto la tua mano”, è quanto ha detto il cardinale Beniamino Stella, postulatore della causa di beatificazione, durante la celebrazione che ogni anno ricorda la nascita di Papa Luciani.
Il cardinale ha concelebrato con monsignor Renato Marangoni, vescovo di Belluno-Feltre, e numerosi altri sacerdoti nella piazza del paese natale di Albino Luciani, a Canale d’Agordo.
Il ricordo di Luciani “come un riferimento spirituale per il presente”
Il cardinale ha ricordato Luciani “non solo come un grande vescovo del passato, ma piuttosto come un riferimento spirituale per il presente”, “anche per il nostro tempo segnato dalla tragedia della pandemia e dal conseguente crollo di tante certezze, piccole e grandi, pure per noi cristiani”.
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Nella visione di Papa Giovanni Paolo II infatti, ha proseguito il porporato, avere fede è un abbandonarsi fiduciosamente in Dio: “Ecco che cosa è la fede: arrendersi a Dio, ma trasformando la propria vita”.
Il bisogno di riscoprire le tre verità di cui parlava Giovanni Paolo I
Tutto ciò facendo riferimento a “tre verità: “Dio è onnipotente, Dio mi ama immensamente, Dio è fedele alle promesse. E il cammino delle virtù teologali verso Dio non può che culminare nella carità, perché Dio è amore e, secondo papa Luciani, amare significa viaggiare, correre con il cuore verso l’oggetto amato”.
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“Oggi più che mai occorre riscoprire la carità come modo specifico di noi cristiani per stare al mondo, per portare luce e misericordia in una realtà spesso oscura, intristita e anche spietata, che facilmente emargina e mette da parte ogni categoria di deboli e di poveri, coloro che, secondo la logica del mondo, non sono competitivi e non sono quindi meritevoli di attenzione”.
Giovanni Bernardi