Una Chiesa staccata dai fedeli rischia di prendere una deriva “gnostica”: il monito di Papa Francesco sui rischi dovuti alla mancanza di celebrazioni comunitarie.
“Una familiarità senza comunità, senza Chiesa, senza i sacramenti, è pericolosa, può diventare una familiarità gnostica, staccata dal popolo di Dio”. Commentando il Vangelo di Giovanni, nel passaggio in Gesù risorto appare ai discepoli che erano appena tornati a riva dal mare di Tiberiade, dove avevano avuto una pesca infruttuosa, invitandoli a gettare nuovamente le reti, il Papa ne ha tratto una importante lezione per la Chiesa al tempo del coronavirus. Spiegando che una Chiesa che celebra in rete non è una vera Chiesa, e che per questo bisogna uscire quanto prima “dal tunnel” di una “situazione difficile”.
Si tratta infatti di una scena svolta con naturalezza, “perché i discepoli erano cresciuti nella familiarità con Gesù”, spiega il Papa. La familiarità degli apostoli con il Signore sempre era comunitaria, sempre era a tavola, segno della comunità. Sempre era con il Sacramento, con il Pane”. Per questo “noi cristiani dobbiamo crescere in questa familiarità, che è personale ma comunitaria”.
Un rischio molto presente in questo periodo di emergenza dovuto al coronavirus. Dopo le restrizioni prese dal governo, infatti, la Chiesa ha deciso di limitare la partecipazione fisica alla Messa e si è cominciato a comunicare attraverso i mass media, con grande impegno meritorio da parte dei sacerdoti e delle comunità parrocchiali. “Ma non si sta insieme, come accade per questa Messa”, ha tuttavia osservato il Papa con rammarico.
“È una situazione difficile in cui i fedeli non possono partecipare alle celebrazioni e possono fare solo la comunione spirituale”. Quindi, l’invito. “Dobbiamo uscire da questo tunnel per tornare insieme perché questa non è la Chiesa, ma una Chiesa che rischia di essere ‘viralizzata’. Che il Signore ci insegni questa familiarità concreta, questa intimità con Lui, ma nella Chiesa, con i Sacramenti e col santo popolo di Dio”.
Si tratta di un appello, quello del pontefice, a riscoprire la celebrazione comunitaria, momento centrale della vita cristiana, per non perdere la “familiarità con il Signore”, che per i cristiani “è sempre comunitaria”. Altrimenti il rischio è di una familiarità gnostica, “staccata dal popolo di Dio”. In cui la preghiera e i Sacramenti diventano qualcosa di simile a un’alienazione, che ci impedisce di vedere il nostro prossimo, la persona che abbiamo di fronte, e ci impedisce di essere persone aperte all’amore per l’altro. Con la minuscola e con la maiuscola.
Papa Francesco ha spiegato che a farlo riflettere su questa problematica è stato un vescovo, “un bravo vescovo”, che quando ha letto della notizia che avrebbe celebrato di fronte a una Piazza San Pietro vuota, lo ha invitato a far partecipare almeno alcune persone, sedute. “Ma cosa mi vuol dire?”, ha raccontato di avere pensato tra sé e sé il Papa.
“Poi ho capito. Lui mi diceva: Stia attento a non viralizzare la Chiesa, a non viralizzare i sacramenti, a non viralizzare il popolo di Dio. La Chiesa, i sacramenti, il popolo di Dio sono concreti. È vero che in questo momento dobbiamo fare questa familiarità con il Signore in questo modo, ma per uscire dal tunnel, non per rimanerci”, ha detto il Papa.
Francesco in seguito ha spiegato è “questa è la familiarità degli apostoli: non gnostica, non viralizzata, non egoistica per ognuno di loro, ma una familiarità concreta, nel popolo. La familiarità con il Signore nella vita quotidiana, la familiarità con il Signore nei sacramenti, in mezzo al popolo di Dio”. Se infatti “loro hanno fatto un cammino di maturità nella familiarità con il Signore” lo stesso devono impararlo tutti i cristiani.
“Impariamo noi a farlo, pure. Dal primo momento, questi hanno capito che quella familiarità era diversa da quello che immaginavano, e sono arrivati a questo. Sapevano che era il Signore, condividevano tutto: la comunità, i sacramenti, il Signore, la pace, la festa”.
“Questa non è la Chiesa: questa è la Chiesa di una situazione difficile, che il Signore permette, ma l’ideale della Chiesa è sempre con il popolo e con i sacramenti. Sempre”, ha concluso il Papa. “Che il Signore ci insegni questa intimità con Lui, questa familiarità con Lui ma nella Chiesa, con i sacramenti, con il santo popolo fedele di Dio”.
Giovanni Bernardi
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