L’invito del Papa alla politica che si trova ora di fronte alla ricostruzione post-coronavirus. Cercare il bene di tutti, non del proprio partito.
La politica, come ha insegnato Paolo VI, è la più alta forma di carità. In questo solco ha sempre operato la tradizione del cattolicesimo politico, e a questo ideale ha fatto riferimento ogni cristiano impegnato in politica. A partire dagli insegnamenti della Dottrina sociale della Chiesa, nata a fine ottocento con Leone XIII e la sua enciclica sociale Rerum Novarum.
Anche in questo contesto si colloca il monito, forte e radicale, di Papa Francesco ai politici. “Preghiamo oggi per gli uomini e le donne che hanno vocazione politica: la politica è una forma alta di carità. Per i partiti politici nei diversi Paesi, perché in questo momento di pandemia cerchino insieme il bene del Paese e non il bene del proprio partito”, ha detto il Papa durante l’omelia mattutina a Santa Marta, ricominciata dopo la Messa della Domenica in Albis nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia per la Domenica della Divina Misericordia.
Il Papa in questi giorni si sta infatti impegnando con tutte le forze per mettere in campo azioni di contrasto al coronavirus e di supporto alle persone e organizzazioni che con tanta difficoltà stanno combattendo contro questo virus tanto minuscolo e invisibile quanto malvagio e dannoso.
Il Vangelo da cui prende spunto il Papa riguarda la scena in cui Gesù spiega al fariseo Nicodemo che se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio. Nicodemo, dice il Papa, non era un cattivo ma un uomo giusto che cercava il Signore. Ma non sapeva come fare questo passaggio, cioè nascere dallo Spirito. Per farsi guidare dallo Spirito bisogna essere invece docili e liberi, non basta osservare i comandamenti ma serve lasciarsi condurre. Così si entra nella libertà dello Spirito. Ed è con la preghiera, ha spiegato il Papa, che si può rinascere dall’alto.
Nascere dall’alto, nascere dallo Spirito. È il salto che la confessione di Nicodemo deve fare e lui non sa come farla. Perché lo Spirito è imprevedibile”. In quel passaggio infatti c’è la definizione che dà Gesù dello Spirito: “Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito”. “Una persona che si lascia portare da una parte e dall’altra dallo Spirito Santo: questa è la libertà dello Spirito. E chi fa questo è una persona docile e qui si parla della docilità allo Spirito”, ha detto il Papa.
Mentre invece “nella nostra vita cristiana tante volte ci fermiamo come Nicodemo, davanti al “dunque”, non sappiamo il passo da fare, non sappiamo come farlo o non abbiamo la fiducia in Dio per fare questo passo e lasciare entrare lo Spirito”.
Davanti alle difficoltà infatti gli Apostoli, che “non sapevano come andare avanti, vanno dal Signore, aprono il cuore e viene lo Spirito e dà loro quello di cui hanno bisogno e vanno fuori a predicare, con coraggio, e avanti”. “Questo è nascere dallo Spirito”, “questo è nascere di nuovo”, dice il Papa. E per farlo c’è un solo modo: la preghiera. “La preghiera è quella che ci apre la porta allo Spirito e ci dà questa libertà, questa franchezza, questo coraggio dello Spirito Santo. Che mai saprai dove ti porterà. Ma è lo Spirito”.
Giovanni Bernardi
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