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Ora che il Papa è ricoverato, chi lo sostituisce in Vaticano?

Papa Francesco è convalescente in ospedale dopo un’intervento a sorpresa, ora però si fa largo una domanda particolare.

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Vale a dire: chi sostituisce il Papa quando sta male? Un tema che riguarda non tanto le funzioni del Papa in quanto tale, quindi la sua figura spirituale, di vicario di Cristo e di guida dell’intera comunità cattolica nel mondo. Al contrario, la questione è relativa al ruolo del Papa come vertice dello Stato Vaticano, e quindi incaricato di compiere tutte le funzioni relative al suo ruolo. Incontrare capi di stato e personalità in visita in Vaticano, celebrare Messe, impartire a benedizioni, presenziare a incontri pubblici.

Una domanda: chi sostituisce il papa quando sta male?

Nel momento in cui il Papa sta male, e magari è ricoverato in ospedale, è infatti necessario che ci sia un’altra persona al suo posto che svolga le funzioni di supplente. L’impedimento per malattia è infatti regolato da norme ben precise. In queste si indica che, anche quando il Papa è genericamente in viaggio o assente, il cardinale camerlengo amministra i beni temporali.

I precedenti non sono molti, almeno in tempi recenti, ma di fatto ci sono. Non sempre però sono andati come si immaginava. Basti pensare al lungo periodo di malattia che chiuse il pluridecennale pontificato di Giovanni Paolo II, in cui non ci fu nessun sostituto a prendere le funzioni del Papa polacco. In tempo di ordinaria amministrazione, tuttavia, l’esercizio di queste facoltà venne svolto dal segretario personale del Pontefice, Stanislaw Dziwisz.

Tutti i precedenti di questa situazione anomala

L’unica volta in cui Wojtyla ricorse a questa figura fu per una lunga trasferta in Asia, ma non si ha memoria da parte dei suoi predecessori, né tantomeno per quanto riguarda il suo successore Benedetto XVI. Nonostante Giovanni Paolo II venne ricoverato più volte all’ospedale Gemelli, per periodi più o meno lunghi, tanto da rinominare questo luogo di cura il “terzo vaticano”.

C’è però da distinguere con nettezza la città del Vaticano dalla Chiesa cattolica. Il camerlengo, infatti, in quei giorni non diventa Papa, questo è ovvio. Tuttavia, almeno per i più malintenzionati e in malafede, è sempre bene specificarlo, onde prevenire discussioni pretestuose che si possano tirare magicamente fuori. Diverso è invece il ruolo del camerlengo nel momento in cui avviene il decesso di un Papa. 

Quali sono i compiti del cardinale che sostituisce il Papa

In questo caso, il cardinale ha il compito di presiedere la sede vacante fino all’elezione del successore, in tutto e per tutto, e preso atto della situazione straordinaria e anomala. A regolare questi dettagli, relativi alla vacanza della Sede Apostolica e l’elezione del Romano Pontefice, è la Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis. All’articolo 17 questo documento pontificio ricorda tutti i compiti del camerlengo, che si trova a dover affrontare a partire dalla morte del Papa.

Vi è scritto ad esempio, come riporta Agi, che “appena ricevuta la notizia della morte del Sommo Pontefice, il Camerlengo di Santa Romana Chiesa deve accertare ufficialmente la morte del Pontefice alla presenza del Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, dei Prelati Chierici e del Segretario e Cancelliere della stessa Camera Apostolica, il quale compilerà il documento o atto autentico di morte”.

Cosa dice la Costituzione apostolica a proposito

Inoltre, altro compito del Camerlengo è quello di “apporre i sigilli allo studio e alla camera del medesimo Pontefice, disponendo che il personale abitualmente dimorante nell’appartamento privato vi possa restare fino a dopo la sepoltura del Papa, quando l’intero appartamento pontificio sarà sigillato”. Poi, “comunicarne la morte al Cardinale Vicario per l’Urbe, il quale ne darà notizia al Popolo Romano con speciale notificazione; e parimenti al Cardinale Arciprete della Basilica Vaticana; prendere possesso del Palazzo Apostolico Vaticano e, personalmente o per mezzo di un suo delegato, dei Palazzi del Laterano e di Castel Gandolfo, ed esercitarne la custodia e il governo”.

Infine, “stabilire, uditi i Cardinali Capi dei tre Ordini, tutto ciò che concerne la sepoltura del Pontefice, a meno che questi, da vivo, non abbia manifestato la sua volontà a tale riguardo; curare, a nome e col consenso del Collegio dei Cardinali, tutto ciò che le circostanze consiglieranno per la difesa dei diritti della Sede Apostolica e per una retta amministrazione di questa”.

Un meccanismo molto simile a quello della Costituzione italiana

Si tratta di un meccanismo molto simile a quello che la Costituzione italiana prevede per impedimento del Presidente della Repubblica. In questo secondo caso, infatti, il Capo dello Stato, qualora si trovasse ad esempio impegnato in un viaggio internazionale, alle prese con una malattia, o con qualsiasi altra incombenza, assegna la supplenza al Presidente del Senato.

C’è però da dire che, se per Giovanni Paolo II la figura in questione a cui assegnare le funzioni era Dziwisz, che per Benedetto XVI era incarnata dal suo segretario particolare mons. George Gaenswein, per Papa Francesco la situazione è ancora diversa, perché al momento non c’è in Vaticano una figura a loro assimilabile. Semplicemente perché Bergoglio non l’ha prevista.

Qual è la strategia messa in atto da Bergoglio finora

L’attuale pontefice, a distanza di tempo ha cambiato tutti i suoi segretari particolari, e i più maligni vedono una strategia precisa attuata dal Pontefice. Quella cioè di evitare che possa imporsi una figura-ombra nella struttura di potere del pontificato, che in qualche modo possa creare difficoltà e competizione con il Pontefice regnante. D’altronde, in questi ultimi anni di scandali analoghi se ne sono verificati molti, e basta ricordare ai “corvi” e ai “lupi” durante il pontificato ratzingeriano.

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Francesco, che non è di certo ingenuo ma al contrario è un uomo, e un gesuita, molto pragmatico, ha in questo modo evitato in partenza che si possano verificare casi analoghi. Tuttavia, dal 14 febbraio 2019 a ricoprire l’incarico di camerlengo è il cardinale statunitense Kevin Joseph Farrell. Farrell è nato il 2 settembre 1947 a Dublino, e la sua carriera ecclesiastica è molto lineare. Ha frequentato l’Università di Salamanca in Spagna, e poi la Pontificia Università Gregoriana a Roma, prima di ottenere la licenza in filosofia e in teologia all’Università di San Tommaso a Roma.

Il curriculum dell’attuale cardinale camerlengo, Kevin Farrell

Poi, il cardinale ha compiuto un master’s degree in business administration all’Universita’ di Notre Dame, negli Stati Uniti, ed è entrato nella Congregazione dei Legionari di Cristo nel 1966. Da questa congregazione, in seguito, vi è uscito, ed è stato infine ordinato sacerdote il 24 dicembre 1978. Dopo l’ordinazione Farrell è stato cappellano all’Università di Monterrey in Messico, professore degli studi economici, amministratore generale con la responsabilità per seminari e scuole dei Legionari di Cristo in Italia, Spagna e Irlanda.

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Nel 1983 è cominciato l’esercizio del ministero pastorale nella parrocchia di Saint Bartholomew a Bethesda in Washington, mentre l’anno seguente, nel 1984, si è incardinato nell’arcidiocesi di Washington, dove è stato vice parroco nella parrocchia di Saint Thomas the Apostle, direttore del Centro Cattolico Spagnolo, direttore esecutivo reggente delle Organizzazioni Caritative Cattoliche, segretario per gli affari finanziari e infine parroco della Annunciation Parish.

Chi è e qual è stato il percorso del cardinale Farrell

La nomina a vescovo titolare di Rusuccuru e ausiliare di Washington è arrivata il 28 dicembre 2001, prima di ricevere la consacrazione episcopale l’11 febbraio successivo. Dal 2001 ha svolto gli uffici di vicario generale per l’amministrazione e moderatore della Curia, nel 2007 è stato promosso vescovo di Dallas, mentre infine il 15 agosto 2016 è stato nominato da papa Francesco prefetto del nuovo Dicastero per i laici, la famiglia e la vita. 

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Infine, per Farrel la nomina a cardinale è arrivata solamente nel concistoro del 19 novembre 2016, e il 10 giugno 2017 è nominato membro dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica. Ora, in questi giorni, Farrell sarà chiamato, qualora ve ne fosse il bisogno, a sostituire Bergoglio stesso per gli atti di ordinaria amministrazione dei beni materiali della Santa Sede. 

Giovanni Bernardi

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Giovanni Bernardi

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