“Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato; nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato …
In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.”.
Inequivocabili le parole tratte dal Vangelo di Matteo 25, 35-40.
Chi è in difficoltà deve poter contare sul nostro aiuto. E’ così che ci distingueremo come cristiani, capaci di amore fraterno e disinteressato. Accade invece che, autorizzati dalle leggi, stiamo a calcolare quante bocche poter sfamare e a trovare ragioni per farlo.
Si sa il problema è a monte, nasce dal fatto che le forze politiche non utilizzano a piene le risorse e mal gestiscono le ondate di profughi che ci raggiungono da molte parti.
Si, è un problema esclusivamente politico -di negligenza, oserei dire- che ancora una volta denota indifferenza verso l’essere umano e l’osservanza verso il potere e il predominio.
Il Papa dice: “Non si può chiudere il cuore a un rifugiato, ma ci vuole anche la prudenza dei governanti: devono essere aperti a riceverli, ma anche fare il calcolo di come poterli sistemare, perché un rifugiato lo si deve anche integrare. E se un Paese ha una capacità di venti di integrazione, faccia fino a questo. Un altro di più, faccia di più, ma sempre il cuore aperto: non è umano chiudere le porte”.
Se questo potesse passare come programma politico, nell’ambito dell’accoglienza di chi chiede rifugio alle nazioni europee, basterebbe ad avviare un giusto percorso, grazie al quale si potrebbero valutare, con prudenza umano/legale, le intenzioni e bisogni di chi chiede asilo e destinare i rifugiati ai luoghi in cui è possibile offrire loro un posto dignitoso, quello perso nelle loro patrie/case, distrutte dalla guerra e dalla estrema povertà.
Purtroppo non ci sono i dovuti controlli alle frontiere e questo genera confusione e paura, ma non è colpa dei profughi. Troppe volte i nostri confini sono stati lasciati aperti a gente poco raccomandabile, pur cristiana ed europea -a quanto si leggeva sui loro documenti, nemmeno questo è colpa dei profughi. Il mondo è contagiato da terroristi senza scrupolo alcuno, neanche questo è colpa dei profughi che, in molti casi, ne sono vittima come noi.
Dice ancora Papa Francesco: “Come non vedere il volto del Signore in quello dei milioni di profughi, rifugiati e sfollati che fuggono disperatamente dall’orrore delle guerre, delle persecuzioni e delle dittature?”. Parole sacrosante! Il male non è nello straniero che probabilmente ancora non conosce Cristo, ma in chi ha il cuore fermo all’età della pietra e, pur conoscendo Cristo, lo relega ad amico di comodo. Il male è nella mancata disponibilità al fratello che soffre, in un momento storico reso drammatico da sopraffazioni di ogni sorta.
Ricordiamo le parole di Giovanni Paolo II: “Con la propria sollecitudine i cristiani testimoniano che la comunità, presso la quale i migranti arrivano, è una comunità che ama e accoglie anche lo straniero con l’atteggiamento gioioso di chi sa riconoscere in lui il volto di Cristo”.
E ancora: “I Paesi ricchi non possono disinteressarsi del problema migratorio e ancor meno chiudere le frontiere o inasprire le leggi, tanto più se lo scarto tra i Paesi ricchi e quelli poveri, dal quale le migrazioni sono originate, diventa sempre più grande.”.
Non bisogna chiudere ai migranti/bisognosi, ma trovare il modo di non ledere alcuno, nella più totale e pacifica convivenza e nel rispetto del luogo, della cultura in cui si vive.
Tra l’altro ci sono molte notizie a favore della conversione al cristianesimo di rifugiati islamici, purtroppo a volte ritenute, per diffidenza, non veritiere ed opportuniste. Accogliamo a tal proposito le riflessioni dell’arcivescovo di Milano Angelo Scola: “La Chiesa è cattolica, cioè universale” soltanto se non teme, ma valorizza “la grande trasformazione che sta avvenendo nel mondo e anche nelle terre ambrosiane”, riferendosi alla mescolanza di etnie cristiane diverse. “Grazie alla vostra presenza (riferito ai profughi), nasce la nuova Milano, Italia e, Dio lo voglia, la nuova Europa.”.
Ecco alcune fonti che possono offrire spunti di riflessione a riguardo:
la ricerca dell’Università di Padova;
le parole dell’economista italiano Leonardo Becchetti;
le riflessioni di Padre Pierbattista Pizzaballa, custode in Terra Santa e amministratore apostolico di Gerusalemme.
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