Continua l’opera di solidarietà della Chiesa italiana per l’emergenza coronavirus. Una dietro l’altra, si hanno notizie di iniziative messe in campo dai vescovi.
L’ultima riguarda un aiuto straordinario di 200 milioni, destinato ad aiutare persone e famiglie che vivono in condizioni di difficoltà economica, oltre a gruppi e associazioni che combattono la pandemia o enti ecclesiastici che vivono un momento difficile a causa del virus.
I fondi stanziati dalla Cei aumentano di 200 milioni
Gli aiuti sono stati recuperati dai fondi per l’edilizia di culto, e 156 di questi sono stati ripartiti in modo proporzionale a tutte le diocesi. Verranno erogati entro la fine del mese e dovranno essere utilizzati entro la fine del 2020. Rendicontati alla segreteria generale della Cei secondo gli accordi concordati e i criteri di trasparenza rafforzati nel 2016. Andrà specificato: soggetti destinatari, causali, somme e giustificativi delle attività sostenute.
Dalle parole ai fatti, quindi. Dopo le numerose iniziative prese nei giorni scorsi dalla Chiesa italiana e dal Vaticano, si susseguono uno dietro l’altro gesti molto concreti di solidarietà, alcuni direttamente dal Papa. Francesco infatti ha istituto un Fondo di emergenza presso le Pontificie Opere Missionarie volto all’aiuto delle persone e delle comunità colpite dal coronavirus.
Tutti i gesti concreti che sta mettendo in campo la chiesa
In questi giorni che per qualcuno sono di grande dolore e sofferenza, il Papa ha dimostrato più volte vicinanza spirituale, nelle omelie delle celebrazioni, nelle preghiere e nei gesti straordinari che ha compiuto in più occasioni.
Ora questo è un altro segno concreto, di solidarietà e di aiuto concreto del prossimo, che si va ad aggiungere a quelli di cui è stato dato conto nei giorni scorsi (soni diversi gli articoli in cui si è parlato di tutte le azioni caritative compiute dalla Chiesa e dalle comunità cristiane in questi giorni, talvolta anche facendo il possibile e il necessario, con gesti come la produzione spontanea di mascherine).
Il fondo di emergenza istituito dal Papa
Lo sguardo del Papa è quello della Chiesa universale, per cui non può che guardare a tutto il pianeta. Così, la somma che ha destinato in questa occasione, di 750.000 dollari statunitensi, rappresenta un contributo iniziale per questo fondo speciale. Oltre a ciò, il Papa ha chiesto a tutte le realtà della Chiesa che hanno possibilità di farlo, di contribuire.
Il Papa ha istituito un Fondo di emergenza sarà utilizzato per accompagnare le comunità colpite nei paesi di missione attraverso le strutture e le istituzioni della Chiesa.
Papa Francesco ha destinato la somma di Usa come contributo iniziale per il Fondo e ha chiesto alle realtà della Chiesa che possono di contribuire.
La richiesta del vescovo di Bergamo ai sacerdoti
Oltre a quello del Papa, venendo alle zone più martoriate d’Italia, come quella di Bergamo, il vescovo Beschi ha chiesto ai sacerdoti di devolvere tre mesi di stipendio a favore di progetti a disposizione della collettività per la lotta al coronavirus.
Lo ha fatto con una lunga e accorata lettera, segnata dal dolore di un territorio profondamente colpito, che ha visto anche numerose vittime. “Sono tante, troppe anche tra i sacerdoti le vite spezzate dalla malattia”, dice monsignor Beschi prima di chiedere una “doppia risposta per il bene comune”. Istituendo così, con tre mensilità, un fondo comune. “Un gesto significativo, perché molto esigente, anche per il prossimo futuro”.
Un’Eucarestia per tutti i defunti
Al contributo economico, il vescovo di Bergamo ha poi spiegato che “a tempo debito, condizionato dalle disposizioni del governo, vorrei celebrare, possibilmente al cimitero monumentale della città, un’Eucaristia per tutti i defunti; mi sembra opportuno che questo avvenga anche in ogni parrocchia: ogni famiglia si accorderà quindi con i propri sacerdoti per la messa esequiale dei propri cari”.
Risuona così la Parola del Vangelo. “Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me“. (Mt 25,35-44).
Giovanni Bernardi
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