Papa Francesco ha voluto essere molto chiaro con dichiarazioni che lasciano poco spazio a interpretazioni varie: “E’ necessaria una fraterna e attenta accoglienza, nell’amore e nella verità, verso i battezzati che hanno stabilito una nuova convivenza dopo il fallimento del matrimonio sacramentale; in effetti, queste persone non sono affatto scomunicate – non sono scomunicate! – e non vanno assolutamente trattate come tali: esse fanno sempre parte della Chiesa”.
Francesco ne aveva già parlato in passato, ma forse mai come questa volta è stato così esplicito. Il Papa vuole una Chiesa che sia “madre”, che accolga tutti e non escluda nessuno, tanto meno i divorziati che hanno scelto di risposarsi: “La Chiesa è chiamata ad essere sempre la casa aperta del Padre’. Niente porte chiuse! Niente porte chiuse! ‘Tutti possono partecipare in qualche modo alla vita ecclesiale, tutti possono far parte della comunità. La Chiesa è la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa”.
Per affrontare questo argomento il Pontefice invita a pensare al punto di vista dei figli di coppie separate in seguito a quello che lui definisce “l’irreversibile fallimento” del loro matrimonio. I bambini in queste situazioni sono “quelli che soffrono di più” e per questo sostiene il Papa “è importante che lo stile della comunità, il suo linguaggio, i suoi atteggiamenti, siano sempre attenti alle persone, a partire dai piccoli”.
Papa Francesco ha poi ammesso di saper bene che queste realtà contraddicono “il Sacramento cristiano”, ma ha anche sottolineato che all’interno della Chiesa è cresciuto “la consapevolezza dell’accoglienza” e del fine ultimo che deve essere sempre “il bene e la salvezza delle persone”.
L’accoglienza secondo il Papa è fondamentale, senza però dimenticare la dottrina e la tradizione della chiesa come si evince nelle sue dichiarazioni in una intervistra precedente.
“Con questo non si risolve nulla”, ha detto papa Francesco riguardo all’idea di dare la comunione ai divorziati risposati. Tanto meno se loro la “vogliono”, la pretendono. Perché la comunione non è “una coccarda, una onorificenza. No”.
Nella sua ultima grande intervista Jorge Mario Bergoglio ha gelato le aspettative di sostanziale cambiamento nella dottrina e nella cura pastorale del matrimonio cattolico che lui stesso aveva indirettamente alimentato: “Aspettative smisurate”, le ha definite. Senza più fare un cenno alle tesi innovative del cardinale Walter Kasper, da lui in passato più volte magnificato, ma dal quale sembra ora aver preso le distanze.
Fonte:direttanews.it
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