La papessa Giovanna è mai esistita? risponde a questa domanda il teologo Elio Guerrero.
La verità sulla leggenda medievale della Papessa Giovanna ripresa anche in una nota pellicola cinematografica
La leggenda medievale della Papessa Giovanna
Nel 2009 è uscito nelle sale cinematografiche di tutto il mondo un film intitolato ‘La Papessa‘. La pellicola non è un’opera di fantasia moderna come ‘The Young Pope‘, nel senso che non si tratta di una sceneggiatura ideata appositamente per il film o della trasposizione cinematografica di un libro, ma riprende una leggenda medievale. Tale narrazione parlava di una giovane donna britannica che per sfuggire al destino riservatole dal padre, il matrimonio con un rampollo di una famiglia nobiliare, decise di scappare dal collegio di Magonza in cui stava studiando e di entrare a far parte di un monastero sotto le mentite spoglie di un uomo.
Grazie ad un aspetto androgino e ad astuti travestimenti, Giovanna sarebbe riuscita a farsi passare per un uomo all’interno del convento e nel corso degli anni a salire nelle gerarchie vaticane sino a farsi eleggere papa. Come pontefice avrebbe assunto il nome di Giovanni VIII, ma il suo pontificato durò appena 2 anni. Pare infatti, sempre secondo la leggenda, che la papessa amasse la compagnia degli uomini e che proprio da una relazione con un amante rimase incinta. Nel corso di una celebrazione, i fedeli si strinsero intorno al suo cavallo e questo, spaventato, la disarcionò causandole un parto anticipato. Scoperto l’inganno la donna venne lapidata in pubblica piazza.
Un papa donna è mai esistito?
In molti si sono chiesti se nella leggenda narrata dal film ci fosse un fondo di verità, motivo per cui nella rubrica dedicata alle curiosità di ‘Famiglia Cristiana‘ il teologo Elio Guerriero ha tolto ogni dubbio: “Una volta tanto lo studioso può rispondere con chiarezza e senza tanti accorgimenti verbali: la papessa Giovanna non è mai esistita, sulla cattedra di Pietro non è mai salita una donna, come lascerebbe intendere un film in circolazione nelle sale cinematografiche”.
Dopo aver chiarito questo punto il teologo cerca di spiegare quali possano essere state le ragioni storiche che hanno portato alla diffusione della leggenda: “Verso la metà del Duecento si svilupparono a Metz, in Francia, delle accese dispute tra i sostenitori del potere imperiale e i fautori della supremazia del papa, una versione transalpina dei nostri guelfi e ghibellini. Tra questi ultimi, peraltro, non mancavano i religiosi e fu proprio il domenicano Jean de Mailly a redigere la prima versione scritta di una storiella che tra la gente circolava già da alcuni decenni”, spiega Guerriero che poi aggiunge: “La leggenda, nella quale confluiscono elementi tipici di una società rigidamente maschilista, venne fatta circolare con evidente intento polemico verso il papato”.
Lo studioso spiega che il Vaticano non si curò di smentire la storia perché la ritenne troppo assurda per essere creduta. Ma questa sicurezza gli si ritorse contro poiché prima i francescani la utilizzarono per screditare papa Giovanni XXII che ostracizzava il loro ordine, successivamente venne ripresa e arricchita da Boccaccio ed infine se ne impadronirono i luterani con l’intento di dimostrare la corruzione della Chiesa. Solo a quel punto il Vaticano si vide costretto a confutare la veridicità della storia della Papessa che venne confutata definitivamente dai calvinisti nel XVII secolo.
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Luca Scapatello