Come ricordato da Papa Francesco, la via per il Paradiso è impervia e porta a patire sofferenza, per questo la mollezza non tipica del cristiano.
La via verso Gesù Cristo è tutt’altro che piana, poiché il percorso attraverso cui ci conduce l’amore è spesso accidentato.
La via verso il Paradiso ed il ruolo della sofferenza
Il primo insegnamento che ci ha lasciato Gesù Cristo è che Dio non è vendetta e odio, bensì amore. Questa verità comporta un obbligo, ovvero seguire la strada d’amore mostrata dal figlio di Dio anche a costo di patire una sofferenza personale. Troppo spesso, però, il concetto di Misericordia Divina, infinita come i suoi poteri, ci induce a credere che la vita del buon cristiano possa anche non passare attraverso sofferenze e rinunce.
Non è un caso, infatti, se Papa Francesco nel corso dell’Angelus domenicale ha ricordato ai fedeli che la strada verso il Paradiso è impervia e che, una volta giunti alla porta lo spazio per entrare sarà angusto. Con queste parole il Santo Padre voleva spronare i fedeli a non dimenticare il verbo, spingerli a mettere in pratica i suoi insegnamenti, a donare l’amore che ricevono da Dio. Se ci si accontenta di andare in Chiesa per le feste comandate e la domenica, infatti, il posto in Paradiso è tutt’altro che assicurato.
La mollezza non è una caratteristica cristiana
Al cristiano è richiesto uno sforzo continuo per tutta la durata della vita terrena. Crogiolarsi nel partecipare ad una Messa e non mettere in pratica nessuno degli insegnamenti lasciatici, invece, è segno di mollezza. Queste persone spesso sono soggette alle tentazioni mondane. C’è poi chi tra loro si circonda di bellezza effimera e possedimenti utili a soddisfare il desiderio di possesso. Sono proprio questi che hanno già abbandonato la via tracciata (l’amore è donare e non possedere) che sono soggetti alle tentazioni del male e non se ne rendono conto.
Queste persone ritengono che Dio possa essere quello che più fa comodo a loro, che l’amore sia semplicemente un dono e non un impegno da condividere con gli altri. Sono convinti che una vita di inottemperanze possa essere redenta alla fine del percorso, ma la strada verso il Paradiso è lastricata di sofferenza, non di agi, di rinunce e non di egoismi e soddisfazione dell’ego. La mollezza dei piacere e dei possedimenti gli ha fatto dimenticare che il primo compito di un battezzato è diffondere il verbo di Dio, con le parole e con azioni che corrispondono ad esse.
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Luca Scapatello