Questo soffertissimo 2020 potrebbe concludersi con una buona notizia: il voto favorevole in Senato sulla libertà educativa.
A sostegno del diritto alla parità scolastica, la rete #LiberiDiEducare ha messo in campo un webpressing sui parlamentari e, oggi pomeriggio, ha tenuto un flash mob davanti a Montecitorio.
Una piccola manifestazione, alla presenza di pochi rappresentanti dell’associazionismo familiare, dei genitori e degli insegnanti. Per ragioni contingenti legate al lockdown natalizio, l’iniziativa è stata trasmessa online sulla pagina Facebook di Non si tocca la Famiglia.
“Auspichiamo che il voto in Senato possa essere favorevole, in particolare a beneficio dei bambini disabili”, ha dichiarato Giusy D’Amico, presidente di Non si tocca la famiglia. Il riferimento è ai 70 milioni di euro previsti da un emendamento per coprire gli stipendi degli insegnanti di sostegno delle scuole paritarie. Al momento, infatti, la maggior parte delle famiglie degli studenti disabili iscritti alle paritarie sono costrette a pagare di tasca loro un ‘sovrapprezzo’ per questo servizio così essenziale. “A questi ragazzi, viene negato l’insegnante di sostegno – ha sottolineato la D’Amico –. È una grave discriminazione, viene meno un diritto costituzionale e il dovere delle istituzioni di garantire l’istruzione a tutti”.
Aver portato in parlamento la questione della libertà educativa, rappresenta “un passo avanti importantissimo”, ha dichiarato Chiara Iannarelli, presidente dell’associazione Articolo 26. Il voto in Senato, previsto domani, segnerebbe un passo avanti “per giungere anche in Italia a una vera parità scolastica”. Un principio che, nel resto d’Europa già viene garantito “senza spese aggiuntive, né discriminazione per i più poveri”, ha ricordato la Iannarelli. La possibilità di scegliere tra scuola statale e privata “non toglie nulla alla statale ma è un beneficio per tutta la scuola pubblica – ha aggiunto –. Permette risparmio, efficienza, pluralismo, risponde alle vere necessità dei ragazzi e alle scelte educative e culturali di tutte le famiglie. È fondamentale per lo sviluppo educativo, economico e culturale di uno stato che possa dirsi democratico e moderno”.
È quindi intervenuto Matteo Fraioli, direttore delle campagne italiane di CitizenGo, che ha lanciato una petizione online per il diritto allo studio degli studenti disabili. “Siamo riusciti a raggiungere un gran numero di firme – ha riferito Fraioli –. È una vittoria per la cittadinanza attiva che non si è arresa nonostante i divieti, i lockdown e tutti i problemi di questi mesi. Una vittoria che ci proietta uniti in un futuro”, in cui “i valori della vita, della famiglia e della libertà saranno importantissimi nella ricostruzione del dopo-Covid. Una vittoria per le famiglie che hanno firmato le nostre petizioni e il webpressing per i parlamentari e che si sono messe in gioco per questa maratona”. Le manifestazioni degli ultimi mesi, ha concluso Fraioli, hanno anche il merito di aver “avviato un dialogo con le istituzioni e con una politica che spesso dimentica l’obiettivo primario della sua azione, che sono appunto le famiglie”.
In seguito, hanno testimoniato alcune rappresentanti dei genitori e degli insegnanti. Laura, mamma di Davide, 15enne affetto da autismo, ha scelto di iscrivere il figlio alla scuola paritaria e si ritrova costretta a pagare il sostegno. “Anch’io – ha spiegato – appoggio la manifestazione, nella speranza di una svolta culturale: non dobbiamo pensare che le persone con disabilità siano un peso, sono una risorsa e possono diventare protagoniste anche loro”.
La parità scolastica, come ha ricordato Giusy D’Amico a conclusione del raduno è un principio disatteso, pur essendo riconosciuta nel nostro ordinamento dalla legge 62/2000. Il voto di domani in Senato sarà dunque cruciale, alla fine di un anno in cui è stato messo a segno un altro importante passo avanti nella libertà educativa, con lo stanziamento, lo scorso luglio, di 300 milioni di euro destinati alle scuole paritarie.
Oltre alle già menzionate Non si tocca la famiglia, Articolo 26 e CitizenGo, tra gli altri, hanno aderito al flash mob anche: Family Day; Pro Vita & Famiglia; Agesc Milano; IFAM News; Nonni 2.0; Osservatorio Parlamentare Vera Lex; Giuseppe Richiedei, già presidente Nazionale Age; Steadfast onlus.
Un primo bilancio del voto in Senato sarà tratto domani sera, alle 19, in una diretta dalla pagina Facebook de Il Monito. Animerà il dibattito suor Anna Monia Alfieri, referente scuola USMI, una dei principali animatori della battaglia per la libertà educativa in questi ultimi mesi.
Luca Marcolivio
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