La Parrocchia Madonna delle Vergini è fortemente legata all’evento miracoloso vissuto da Bernardina di Bonino, che bloccò i frati che volevano demolirla.
La chiesa si trova al di fuori della mura di Macerata. La sua costruzione risale al 1550, per essere poi decorato nei decenni successivi. In ogni caso, si tratta di uno dei casi più interessanti nelle Marche di cantieri artistici sacri che si è avuto dal sedicesimo al diciassettesimo secolo.
La chiesa è costituita da un maestoso edificio a croce greca, sormontata da una cupola ottagonale eretta su un tamburo, sostenuto da quattro imponenti pilastri a base quadrangolare. L’interno della chiesa presenta 11 cappelle decorate tra la fine del Cinquecento e la fine del Settecento. In queste, vi sono comprese anche importanti pitture e affreschi risalenti alla fine del sedicesimo secolo, tra cui l’Adorazione dei Magi del 1587 firmata da Tintoretto.
Il nome si origina da una particolare confraternita religiosa, composta da giovani non sposati di entrambi i sessi, chiamata Compagnia dei Vergini. La chiesa venne affidata a questa compagnia durante i lavori di edificazione. Con il passare del tempo, però, la compagnia divenne esclusivamente femminile. Di conseguenza, cambiò anche il nome della chiesa stessa.
La cappella dedicata a Santa Maria “de virginibus” risale tuttavia già al 1355, ed è sempre stata considerata come la protettrice di una confraternita di vergini. Fin dal 1355, infatti, esisteva in questo luogo una chiesetta col titolo di “Santa Maria dei Vergini”.
Quando nel 1510 ci si è resi conto che l’edificio era ormai fatiscente, dopo essere stato abbandonato e lasciato cadere in rovina per quasi sessanta anni, venne concesso in uso agli agostiniani della vicina chiesa di Santa Maria della Fonte. Questi ultimi nel 1547 decisero di demolirlo per poterne sfruttare il materiale in altre costruzioni.
Furono molti i miracoli che si verificarono intorno all’immagine sacra collocata nella cappella. In questo affresco, ancora oggi conservato all’interno del santuario, vi è raffigurata la Madonna della Misericordia, la stessa che il 10 aprile 1548, martedì di Pasqua, la Madonna apparve ad una ragazzina di nome Bernardina di Bonino, affidandole un messaggio per i maceratesi.
Questi, colpevoli di molte bestemmie e peccati, avrebbe dovuto pentirsi, digiunare, fare orazioni e organizzare una processione di vergini in un sabato. Dopo questo prodigio i frati agostiniani capirono di non dovere procedere con lo smantellamento della cappellina. Al contrario, la comunità maceratese venne colta da un rinnovato fervore religioso, e tutti insieme decisero di costruire un grandioso santuario per sostituire la cappellina e conservare l’affresco.
Il 21 settembre 1550 venne posta la prima pietra dell’attuale chiesa, mentre nel gennaio 1566 si terminò la cupola. Il progetto si deve a Galasso Alghisi da Carpi, architetto lungamente operoso alle dipendenze della famiglia Pio, che venne chiamato anche come responsabile per cinque anni del cantiere della basilica della Santa Casa di Loreto.
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Il 28 maggio 1566 il tempio venne affidato ai Padri Carmelitani, e soltanto nel 1582 venne ultimato l’interno della chiesa. La consacrazione ebbe luogo nel 1577, alla presenza del vescovo di Macerata e Recanati Galeazzo Morone. L’affresco della Madonna delle Vergini venne tuttavia tagliato dal muro il 31 marzo 1605, per essere infine trasportato nella grande cappella in cui si trova anche ora.
L’immagine della Madonna viene solennemente incoronata il 21 ottobre 1696. Pochi anni dopo, il 1703, il Santuario divenne meta di continui pellegrinaggi di penitenza. La chiesa venne eretta Parrocchia nel 1798 e infine il Governo la riconobbe Monumento d’Arte nel 1869.
Giovanni Bernardi
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