In un periodo in cui la laicizzazione sembra un percorso forzato ed ineluttabile, un parroco di un piccolo paesino (Roletto), Don Domenico Osella, ha preso una decisione in controtendenza: la scorsa domenica si è presentato in chiesa con un cesto riempito di croci di legno (100 in tutto) di venti centimetri, poi, durante l’omelia domenicale, ha ricordato ai parrocchiani l’importanza della fede e quella ancora più grande della testimonianza, così, ha invitato chiunque volesse a prendere una croce e appenderla sull’uscio di casa.
Contrariamente alle sue attese, il cesto si è svuotato rapidamente e le richieste di altre croci si sono sommate di giorno in giorno (altre 250 sono state commissionate al falegname locale) insieme alle foto dei fedeli che mostravo fieri il proprio uscio di casa adornato con la Croce simbolo della passione di Cristo.
L’iniziativa gli è venuta in mente un giorno, per caso: Don Osella ha pensato a come le persone ostentassero la propria fede, che fosse calcistica o meno, per qualcosa senza vergognarsi, e come allo stesso tempo (data la crisi di valori attuale) quelle persone si vergognassero di mostrare la propria fede di appartenenza, da qui l’idea di fare costruire le croci e di metterle a disposizione. L’idea era innovativa, per certi versi rivoluzionaria, e mai si sarebbe aspettato un successo del genere: “Io stesso non mi aspettavo questo entusiasmo e questo successo” ha commentato il parroco a ‘La Stampa’, perché, ha aggiunto in seguito, sembra che i fedeli al giorno d’oggi abbiano timore di dimostrare la propria fede.
Don Osella è un uomo schietto, uno che nella vita ha vissuto anche dalla parte di chi non crede o crede pro forma, prima di diventare parroco, infatti, è stato sposato ed ha divorziato, solo alla fine si è votato totalmente a Dio trovando finalmente la propria strada. Forse proprio per la sua esperienza a tutto tondo comprende maggiormente la diffidenza ad esporsi, il timore di essere giudicati, ma questo a suo avviso non deve sussistere perché la fede impone di vincere i propri timori: “Torniamo a dire al mondo che siamo cristiani, non vergogniamoci. Appendiamo quel segno piccolo, dal valore immenso, che è il crocifisso di Gesù fuori dalla porta, la nostra fede va raccontata”.
Il successo di questa idea ha dato maggiore speranza e convinzione a questo Parroco di provincia che nel suo piccolo spera di essere di ispirazione sia per le altre comunità che per quelli che rifiutano di credere in Dio, Don Osella, infatti, non crede nell’ateismo, secondo lui quelli che si professano tali hanno ricevuto una delusione da piccoli ed è per questi che l’opera di divulgazione, “La testimonianza” è fondamentale per fargli conoscere qual è la vera essenza di Dio.
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