Un giovane spagnolo aveva organizzato una partita con il pretesto della beneficenza a giocare anche giocatori positivi al Covid-19.
Prima che la polizia fermasse l’assurda manifestazione, l’organizzatore era già riuscito a fare disputare un incontro del genere con tanto di pubblico a bordo campo.
Incoscienza ai tempi del Coronavirus
Nemmeno l’evidenza del pericolo riesce a far ragionare alcune persone. Lo abbiamo visto anche in Italia, dove in periodo di lockdown è stato arrestato un giovane che si filmava mentre sputava sulla frutta al supermercato. Sempre nel nostro Paese c’è stato poi il caso della coppia che, in barba alle regole, usciva di casa per girare video porno amatoriali in auto e per la strada. Più recente è il caso del gruppo di giovani che trovava spassoso sputare sulle maniglie delle auto per diffondere l’epidemia per le strade di Roma.
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Il caso più clamoroso, però, lo si è visto negli Stati Uniti. Proprio nel Paese con il maggior numero di morti e contagi, gruppi di giovani si riunivano in casa per infettarsi e sviluppare gli anticorpi al covid. Probabilmente la loro convinzione era che in virtù della giovane età il contagio sarebbe stato innocuo. Una convinzione che non è supportata da alcuna conferma scientifica e che da mesi viene contestata dagli esperti. Il risultato di queste feste covid è che molti giovani si sono infettati ed uno è pure morto.
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Polizia ferma la partita tra malati di covid e negativi
L’ultima bravata scoperta a Pamplona (Spagna), così come il caso dei covid party, fa dubitare che si tratti di sola incoscienza e fa supporre che si tratti più che altro di limitata capacità di comprensione del reale. Un ragazzo di Pamplona, infatti, ha organizzato un evento sportivo nel quartiere di Mendillorri. Si trattava di una partita di calcetto che si sarebbe dovuta giocare lunedì 20 luglio e che la polizia ha giustamente bloccato prima che si scendesse in campo.
Come ingenuamente pubblicizzato dallo stesso organizzatore, infatti, in campo ci sarebbero stati positivi al Covid contro negativi. L’incontro, dunque, rischiava di essere l’epicentro di un nuovo focolaio epidemico.
Il paradosso è che l’organizzatore ha scritto nella locandina che si trattava di un evento benefico in favore dei malati di Sars-Cov-2. La polizia ha potuto fermare l’evento agevolmente poiché l’organizzatore l’ha sponsorizzato sui social, ignaro o incurante delle conseguenze. Adesso il 23enne “benefattore” rischia di dover pagare una multa fino a 30 mila euro.
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Luca Scapatello