I patriarchi ed i leader religiosi della Città Santa hanno invitato tutti i fedeli a rispettare i simili e pregare per la pace nel mondo.
Si avvicina il giorno più importante dell’anno liturgico cristiano, il momento in cui si celebra la vittoria di Gesù Cristo sulla morte e sul peccato. In questa settimana Santa rivivremo gli ultimi istanti di vita del Messia, il giorno dell’ultima cena, quello della condanna e della crocifissione, fino al giorno in cui (domenica prossima) con la gioia nel cuore celebreremo la resurrezione di Cristo. Trattandosi del periodo simbolo delle religioni cristiane, i capi delle religioni di Gerusalemme hanno pubblicato come ogni anno un messaggio in cui si rivolgono ai fedeli di tutti i culti abramitici.
La città israeliana, d’altronde, è quella in cui Gesù è morto e risorto e dove si trova l’antico sepolcro, dunque è simbolicamente il luogo più importante per le religioni cristiane. Nel messaggio, infatti, inizialmente si legge: “Gerusalemme la città della risurrezione, è il faro della speranza e della vita. Gesù è venuto ad offrire una vita abbondante in cui il peccato e la morte sono sconfitti. La città della vita è anche la città della pace e della riconciliazione”. Motivo per cui pregano affinché rimanga una città multiconfessionale e multiculturale, in cui tutti gli esponenti delle religioni abramitiche trovino la pace.
Nel messaggio si legge anche una descrizione del significato e dell’essenza della Pasqua: “La festa della risurrezione ci ricorda che la dignità umana deve essere rispettata e onorata”, scrivono infatti i patriarchi ed i leader religiosi che poi aggiungono: “La Pasqua è il tempo in cui la famiglia umana viene celebrata alla luce della vita e dell’abbondanza divina”.
Infine viene chiesto ai fedeli pregare per la pace, per tutte quelle regioni in cui “regnano violenza e angoscia”. Ad essere protetti dalle preghiere devono essere gli innocenti: “le donne e i bambini che subiscono violenza e ingiustizia in tutto il mondo”. La Pasqua sia dunque l’inizio di un cammino in cui si rispetti la “dignità umana” e si vada verso una vita integra e piena.
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Luca Scapatello
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