Nel nuovo Decreto anti Covid è contenuta anche l’introduzione di un “pass verde” per gli spostamenti. Uno strumento che prevede pene molto dure.
Per chi trasgredisce, infatti, pare sia previsto addirittura il carcere. La “certificazione verde” per gli spostamenti tra Regioni di colore diverso diventa così ufficiale, e a detta di alcuni anche controversa. Il certificato potrà essere cartaceo o digitale e varrà sei mesi per i vaccinati e per chi sia guarito dal Covid.
Sarà la stessa struttura sanitaria che effettua la somministrazione a rilasciarlo a chi abbia concluso un intero ciclo di vaccinazione, mentre per le persone che sono state contagiate e poi sono guarite il documento verrà rilasciato direttamente dall’ospedale, dal medico di base oppure dal pediatra.
Per le persone che invece decideranno di sottoporsi a test molecolare o antigenico il pass, rilasciato da strutture sanitarie o farmacie, varrà 48 ore e avrà validità in tutti gli Stati membri. Le parole contenute nella bozza del decreto sono chiare: “Gli spostamenti in entrata e in uscita dai territori delle Regioni e delle Province autonome collocati in zona arancione o rossa sono consentiti ai soggetti muniti delle certificazioni verdi“.
“Dal 1° maggio al 15 giugno 2021, nella zona gialla e, in ambito comunale, nella zona arancione, è consentito lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata, una volta al giorno”, si spiega nel testo. Tutto ciò, “nel limite di quattro persone ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minorenni sui quali tali persone esercitino la responsabilità genitoriale e alle persone con disabilità o non autosufficienti conviventi”.
Anche se in ogni caso “lo spostamento non è consentito nei territori nei quali si applicano le misure stabilite per la zona rossa”. Molti si sono però chiesti ora cosa accadrebbe ai chi trasgredisce questa regola. La risposta non è nient’affatto pacifica. Pare infatti che tra le sanzioni sarebbe prevista addirittura la reclusione.
“Se alcuno dei fatti previsti dagli articoli 476, 477, 479, 480, 481, 482, 489, anche se relativi ai documenti informatici di cui all’articolo 491- bis, del codice penale, ha ad oggetto le certificazioni verdi Covid-19 di cui all’articolo 10, comma 2, si applicano le pene stabilite nei detti articoli, aumentate di un terzo”, è quanto si legge infatti nella bozza del decreto.
“Se la certificazione verdi Covid-19 contraffatta o alterata è utilizzata per svolgere attività o compiere spostamenti vietati ai sensi del presente decreto, si applicano anche le relative sanzioni amministrative previste dall’articolo 4 del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19″.
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Il caso però rischia di ingenerare proteste, come accaduto ad esempio in Gran Bretagna, dove in una lettera aperta al primo ministro Boris Johnson un gruppo di oltre 1.200 sacerdoti anglicani, protestanti e cattolici, si sono scagliati duramente contro restrizioni analoghe a quelle che verrebbero prese anche in Italia, ovvero all’introduzione di una sorta di passaporto vaccinale.
Il testo della lettera non è affatto leggero nelle posizioni espresse, bollando l’idea di introdurre questo documento come “una delle proposte politiche più pericolose mai fatte nella storia della politica britannica”. Il rischio che avvertono è di una vera e propria “apartheid medica” e di una “società a due livelli” tra i vaccinati e non, e questo sarebbe del tutto ingiusto, in quanto le persone dovrebbero essere libere di rifiutare il vaccino per motivi di coscienza, sostengono i religiosi.
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Nella lettera si spiega anche che il piano di Johnson “non ha alcun senso logico in termini di protezione degli altri”, minando peraltro la privacy dei singoli. Una forma di coercizione non etica e una violazione del principio del consenso informato, l’hanno definita. Di conseguenza, queste misure non verranno applicate nei luoghi di culto, hanno spiegato.
“Per la Chiesa di Gesù Cristo escludere coloro che lo stato considera indesiderabili sociali sarebbe un anatema per noi e una negazione della verità del Vangelo”, è quanto si afferma nella lettera congiunta, dove si specifica che sarebbe un “tradimento fondamentale di Cristo e il Vangelo”.
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“Le persone possono avere vari motivi per non essere in grado o non voler ricevere i vaccini attualmente disponibili, inclusi, per alcuni cristiani, gravi problemi di coscienza legati all’etica della produzione o dei test dei vaccini”, hanno affermato nella loro lettera, in cui si sostiene che esiste un “legittimo timore” che tale proposta diventi permanente e venga ampliata per comprendere altre forme di trattamento medico e “forse anche altri criteri oltre a questo”.
“Questo schema ha il potenziale per portare alla fine della democrazia liberale come la conosciamo e per creare uno stato di sorveglianza in cui il governo utilizza la tecnologia per controllare alcuni aspetti della vita dei cittadini. In quanto tale, questa costituisce una delle proposte politiche più pericolose mai fatte nella storia della politica britannica”, è il duro attacco dei religiosi.
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“Rischiamo di creare una società a due livelli, un’apartheid medico in cui una sottoclasse di persone che rifiutano la vaccinazione è esclusa da aree significative della vita pubblica”.
Giovanni Bernardi
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