Sulle pagine di ‘Aleteia‘ troviamo il racconto fornito dal Cav Mangiagalli e dalla giovane Rosy, una ragazza di appena 19 anni che stava per abortire e che adesso attende con letizia l’arrivo del suo bambino. Nel racconto emergono quelle che erano le maggiori preoccupazioni della ragazza e del fidanzato: lui aveva appena trovato un lavoro stabile, mentre lei ha un lavoro part time ed insieme riescono a stento a mantenere un minuscolo appartamento. L’arrivo del bambino dunque avrebbe aggiunto una spesa ulteriore a cui non sapevano come far fronte, oltre a modificare drasticamente le loro abitudini di vita e le prospettive lavorative di lei. Insomma i due ragazzi non avrebbero voluto spezzare la vita al frutto del loro amore, ma le circostanze avrebbero reso la vita del piccolo e la loro molto difficili.
La ragazza comincia il racconto parlando delle difficoltà che trova nel quotidiano: “Soffro molto per la quasi totale solitudine che il vivere in Italia comporta, soprattutto ora che sono gravida alla 11 settimana”, frase da cui si capisce che Rosy proviene da un’altra nazione e che, quindi, la sua condizione socio-economica è ancora più difficile: “La notizia della gravidanza ha molto sorpreso me e il padre del bambino che aspetto. Siamo ancora molto giovani 19 e 21 anni , stiamo cominciando ora a cercare un posto nella società”. La premessa porta ad una logica quanto triste conclusione: “E’ troppo presto per il mio bambino anche se il mio compagno ha da poco trovato un lavoro stabile e anche io svolgo un lavoro a part-time”.
Ascoltata la storia e le paure di Rosy, i volontari del Centro Aiuto alla Vita le hanno fatto capire che loro sarebbero stati a disposizione per qualsiasi evenienza: “Il nostro desiderio è sempre quello di riempire la solitudine e di offrire le cose materiali che servono alle donne gravide e ai bambini”, quindi le dicono che se vorrà potrà passare ogni mese per ricevere un aiuto materiale e psicologico. Persuasa, Rosy ha accettato l’aiuto del Cav Mangiagalli ed ora si dice pronta ad affrontare la sfida della maternità: “Mi sento già meno sola e ciò mi comunica la serenità che cercavo. Mi sembra molto bello ciò che si fa in questo posto per accompagnare le donne impaurite come ero io”.
Luca Scapatello
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