L’ansia, la paura di non farcela, di non essere mai all’altezza. Un nemico subdolo e invisibile che affatica l’anima e ci allontana da Dio.
Ma vincere ansie e paure è possibile. Prima di tutto però bisogna fare ordine nella propria vita e capire come funziona l’essere umano.
Ansia, un nemico invisibile con cui sempre più persone si trovano a fare i conti. Paura di non farcela, attacchi di panico. Una realtà oppressiva per molti che ne hanno fatto – o ne fanno tuttora – esperienza, direttamente o indirettamente.
Il logorio della vita moderna affatica la psiche a una velocità sempre crescente. In pandemia poi, tra restrizioni e infodemia, l’ansia è diventata dilagante. Anche – o forse soprattutto – tra i più giovani. Basti pensare che tra 2019 e 2021, secondo recenti ricerche, in nove regioni italiane il disagio mentale tra adolescenti e bambini è cresciuto quasi del 40% in termini di ricoveri per problemi neuropsichiatrici.
Eppure non cessano di moltiplicarsi i rimedi e le soluzioni per vincere l’ansia, ormai definita il “male del secolo”. «Liberati dallo stress», «Sfoga le tue emozioni», «Fai come ti senti». Più o meno il tenore dei consigli, per quanto dati con tono più o meno “scientifico”, è questo. Ma puntualmente il presunto rimedio non rimedia a un bel nulla.
Un problema a monte
Forse il problema sta proprio nelle soluzioni che tali non sono? È quanto suggerisce l’ultimo libro dello psicologo milanese Roberto Marchesini: Mio Dio, che ansia!, edito dalle edizioni del Timone.
E perché tutte queste soluzioni fanno cilecca? Semplice, risponde Marchesini: perché è sbagliata l’idea dell’uomo che propongono. Insomma, il problema è a monte. Perché prima della psicologia dell’uomo bisogna capire chi è l’uomo, come è fatto e per cosa è stato fatto. Ecco perché tutte le soluzioni che oggi ci propone il mondo (mindfullness, yoga, guru, santoni di ogni risma) rischiano solo di farci precipitare ancora di più nell’abisso dell’ansia.
Marchesini invece – l’unico psicologo a mia conoscenza che sia terapeutico solo a guardarlo – ci propone di fare un viaggio sotto la guida di uno dei giganti del pensiero e della fede cattolica (fede e ragione vanno sempre assieme, Giovanni Paolo II docet): San Tommaso d’Aquino. Ne è uscito fuori questo libro, frutto non solo dello studio (tanto) ma anche di una (lunga) esperienza clinica.
Farsi guidare dalle passioni? Anche no!
Più mappa che manuale, più viaggio che saggio, il libro di Marchesini ci aiuta a orientarci nel ginepraio tra passioni e nevrosi. Soprattutto ci aiuta a tenere salde le redini della nostra biga alata. Così la saggezza antica – accolta e perfezionata da quella cristiana – raffigurava l’uomo: come una biga con le ali guidata da un auriga (che rappresenta la ragione) e trainata da due cavalli, che rappresentano invece le passioni.
Secondo il pensiero classico – e quello cristiano – è la ragione che deve guidare le passioni, distinguendo tra i bene e il male e scegliendo la direzione verso cui deve muoversi l’uomo.
Per la mentalità moderna, invece, bisogna sbrigliare i cavalli. Per un moderno sono le passioni a doverci indirizzare. Andare “dove ci porta il cuore”: è questo il comandamento odierno. Con esiti praticamente sempre infausti. Il fallimento infatti è la normale conclusione delle passioni al comando della biga alata.
Mettere ordine nella propria vita
Ecco perché questo libro – arricchito dagli interventi di don Vncent Nagle e della bravissima giornalista Raffaella Frullone – può aiutarci prima di tutto a fare ordine nella nostra vita.
Fare ordine: premessa indispensabile per vincere la paura, il vero “motore” dell’ansia. Sempre con uno sguardo rivolto al cielo. Perché mai scordarsi che il migliore antidoto alla paura – e dunque all’ansia – sta nell’affidarsi alla Provvidenza e alla misericordia di Dio. Come dice il Salmo 131: «Io sono tranquillo e sereno come un bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l’anima mia».