Nel Vangelo di Matteo, si legge: “Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna”.
In questo modo, Gesù spiega che anche le parole che pronunciamo possono arrecare grave danno al fratello e generare dei peccati molto rilevanti e incisivi, a discapito degli altri.
Le parole feriscono -e questo lo sappiamo bene- ma possono anche forviare, ingannare, dirigere le nostre intenzioni verso concetti inopportuni e impraticabili, lasciare a chi ci ascolta delle informazioni completamente sbagliate.
Anche il Santo Padre, Papa Francesco, ha messo in guardia contro quelli che possono essere chiamati i peccati della “comunicazione”, volendo indicare come i mezzi di comunicazione di massa si arroghino costantemente il potere di selezionare e divulgare le informazioni, in maniera che i messaggi passati alla gente sia direzionati e abbiamo uno scopo preciso, che non è mai quello di dire la verità vera.
Ma i mass media non sono i soli colpevoli di queste mancanze: anche tutti noi, nel dialogare quotidiano con gli altri, usiamo, più o meno consapevolmente, dei “modi” personali di descrivere la realtà; questo porta sicuramente ad errori di valutazione, ad offese gratuite, a giudizi e condanne dell’altrui condotta, che non dovrebbero proprio aver spazio nelle nostre menti e nei nostri cuori.
Ovviamente, ognuno di questi atteggiamenti è un pretesto egoistico di comunicare ciò che vorremmo si sapesse, senza tener conto della reale circostanza in cui i fatti sono avvenuti, privando chi ci ascolta della possibilità di comprenderli sensatamente e caritatevolmente.
In poche parole, inculchiamo menzogne, senza nemmeno preoccuparcene!
Ed ecco in che maniera questi peccati potrebbero essere classificati, per grandi linee:
Certamente, le condotte sbagliate su citate sono entrare a far parte del nostro vissuto giornaliero e, a pensarci bene, ci accorgiamo di quanto ci siamo abituati ad esprimerci in quel modo e ad accogliere le informazioni, cosi esplicitate, che ci pervengono dal mondo esterno.
E’ necessario ed opportuno, dunque, un repentino cambio di rotta, che riporti la comunicazione, ad ogni livello (tra due amici, tra i familiari, ma anche quella divulgata attraverso i mezzi di comunicazione di massa), ad essere genuina, efficace, utile ad educare tutti alla verità e a sostenere ad ogni costo la sua propagazione.
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