E’ fondamentale imparare a fare del peccato il perno della preghiera, in modo da mettere al centro delle nostre suppliche la situazione che ci sta facendo perdere la grazia di Dio.
Ma come fare del peccato il perno della preghiera?
Santa Teresa de Lisieux ci mostra tre tattiche.
Le tattiche di Santa Teresa de Lisieux
In primo luogo, è necessario guardare il peccato, il male, in faccia, affondarlo e mostrando la Verità, senza alcun timore e, poi, “ucciderlo con l’indifferenza”.
Dopo di che, come ad un amico premuroso che voglia difenderci, raccontiamo tutto a Gesù Cristo, parliamogli nelle nostre angustie, dei nostri timori. In questa fase, potremmo anche farci guidare da un sacerdote che ci faccia cogliere il focus del discorso, per metterlo sul “tavolo”, innanzi a noi.Innanzi a noi, ora, ci sarà il nostro peccato, quello che non vorremmo più commettere, che non dobbiamo più commettere.
Al terzo passo, dunque, offriamo il dolore che stiamo provando per gli altri e proponiamoci di compiere qualche azione riparatrice. Di quest’ultima azione, ne può beneficiare l’umanità tutta che soffre, forse anche più di noi, e che può, attraverso il concetto della Comunione dei Santi, essere risollevata, grazie al nostro sacrificio d’amore.
Il pensiero di Van der Meer
Lo scrittore Van der Meer dice che la preghiera “è come un seme che prendo e ho il coraggio di gettare in aria, confidando nel fatto che i venti dello Spirito lo porteranno dove egli ritiene sia più conveniente, e lì germinerà e darà frutto, un frutto che forse non vedremo mai durante la nostra vita terrena, ma vedremo in cielo, dove parte della gioia sarà quando il Signore ci presenterà quelle persone delle quali ci siamo presi misteriosamente cura con la nostra preghiera o la nostra offerta e soprattutto quando ci presenterà quelle a cui dobbiamo il miracolo di credere”.
Accanato al Signore, ad attenderci in Paradiso, ci saranno tutti coloro che, con noi, hanno contribuito ad attuare il progetto di fede.
Antonella Sanicanti