Lo sappiamo che molti non vogliono ascoltare queste testimonianze che stiamo per proporvi, anche molti pseudo cattolici si inalberano quando proponiamo storie di persone omosessuali che oggi sono etero sessuali, ma soprattutto hanno ritrovato una libertà interiore che li porta a pensare con la loro testa è non più attraverso stereotipi inculcati dal mondo Lgbt. Anche i media strombazzano interviste di persone che ad un certo punto della loro vita hanno scoperto di essere omosessuali vedi Alessandro Cecchi Paone, e molti altri, ma guai se qualcuno fa il percorso inverso, avete mai visto Luca di Tolve intervistato? eppure la sua storia ha dell’incredibile. L’opposizione è forte perchè è una realtà che infastidisce che quasi nessuno vuole scoprire, le accuse sono sempre le stesse l’omosessualità non è mica una malattia, perchè uno dovrebbe uscirne fuori, basta che due persone si amino non fa differenza il loro sesso l’amore è amore, guai poi ha parlare di una deviazione, di una non normalità è soltanto un modo diverso di vivere la propria sessualità.
Ma L’omosessualità è un’anomalia, è fuori della norma naturale. In altri termini è un disordine.
Questa non è solo una diversità. Gli organi sessuali esprimono nella loro intima costituzione un disegno divino che nella pratica omosessuale viene sconvolto, anzi pervertito.
Certo, non sempre gli omosessuali sono responsabili del disordine di cui è segnata la loro vita.
Questo non significa che per loro diventi normale ciò che intrinsecamente è offensivo di Dio, perché si tratta di uno sconvolgimento del disegno divino sulla sessualità.
«Non è bene che l’uomo sia solo» (Gn 2, 18). Con queste parole il libro della Genesi introduce la creazione di Eva, la prima donna. Il racconto ispirato della creazione spiega l’origine della differenza fra uomo e donna indicando che gli esseri umani, creati ad immagine e somiglianza di Dio (cfr Gn 1, 26), sono chiamati ad una comunione d’amore. Secondo il racconto della Genesi, la complementarità fra uomo e donna, un riflesso dell’«interiore unità del Creatore», è orientata a questa comunione (1).
Sin dalla creazione dei nostri progenitori, le relazioni sessuali hanno sempre avuto il significato di essere una fondamentale espressione dell’amore umano al servizio della fecondità nella famiglia e dell’unità fra marito e moglie. La Chiesa pertanto «celebra nel sacramento del matrimonio il disegno divino dell’unione amorosa e donatrice di vita dell’uomo e della donna» (2). Di conseguenza, in concordanza con la legge naturale, la Chiesa insegna che ogni uso della facoltà sessuale al di fuori della relazione coniugale è immorale e quindi può solo condurre alla frustrazione ed alla separazione piena di rimorso dal Creatore Divino.
Ma torniamo alla storia che vogliamo raccontarvi è quella di Anna (nome inventato) una bellissima ragazza dagli occhi azzurri come il cielo, femminista , anticlericale, lesbica, fidanzata con una donna da 6 anni. Poi però la sua vita è cambiata radicalmente, un incontro inaspettato le ha stravolto la vita: «Avevo sempre vissuto nella menzogna e ora la vedevo tutta», spiega a tempi.it. Quella di questa ragazza è una storia che pare incredibile, «innanzitutto a me stessa. Poi alla mia famiglia e ai miei amici».
Il mio cambiamento è stato repentino, quando ho incontrato Marco ho riscoperto valori e cose che avevo completamente rimosso dalla mia vita, sensazioni che non provavo più da moltissimo tempo, e soprattutto grazie a lui ho riscoperto la fede che avevo sotterrato sotto un cumulo di macerie:
«Mia nonna mi faceva pregare», ma poi i dissidi fra i genitori, il padre che lasciò la madre «per una ragazza di 27 anni», contribuirono ad allontanarla dalla Chiesa. «Reagii cercando di alleviare il dolore della mamma depressa facendo le veci del padre. Volevo giochi, vestiti, taglio di capelli maschili. Giocavo a calcio, stavo con i bambini e crebbi come una randagia».
Nemmeno il ricongiungimento familiare rimarginò quella ferita. «Ero contenta, ma mio papà non lo avevo perdonato. Odiavo gli uomini e non riuscivo a fidarmi di loro». Per questo Anna cercò affetto e rifugio nelle donne «da cui mi sentivo attratta» e a 17 anni si fidanzò con Simona: «I miei, purtroppo, accettarono tristi la situazione. Non se ne parlava molto in casa, ma in fondo gli sembrava il male minore rispetto a tutte le pazzie che facevo, non capendo che dietro la mia omosessualità c’era la causa del mio malessere». La vita di Anna si fece sempre più dura: «Ero aggressiva, piena di rancore, non posso descrivere tutto quello che ho fatto e passato e la violenza incontrata».
Anna oggi è una ragazza cosciente dei propri mezzi e della propria libertà, nessuno pensa per me nessuno mi inculca slogan falsi e tendenziosi, nessuno mi impone di pensarla in un certo modo, adesso basta ho passato tutta la vita credendo nella più grande bugia su cui si fonda la tristezza interna al mondo Lgbt: “Si nasce gay”». Per questo Anna ha deciso di aprire Exhomovox.com, un sito che ospita chi ha una vicenda simile alla sua. In pochi mesi ha già raccolto molte testimonianze: «Quando la mia vita è cambiata ho cercato persone come me». Nella sua ricerca, Anna è rimasta colpita anche «dalla storia di Francesca, scritta su tempi.it: mi identificai subito con lei e mi confermò che era tutto vero. Non ero sola e cercai di riunire esperienze simili alle mie in un solo sito su cui ora scrivono in tanti».
Fonte: Papaboys.org
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