Pentecoste | Cosa succede di tanto importante in questa Solennità?

Nella Solennità di Pentecoste si celebra un grandissimo avvenimento che è ha dato inizio alla missione della Chiesa, per questo è bene esserne a conoscenza e prepararsi al meglio.

Non sempre infatti si ha piena contezza dell’importanza di questa Solennità per la vita della Chiesa e per l’inizio della vita missionaria che caratterizza l’esperienza di ogni fedele, chiamato a dare testimonianza del proprio radicamento in Gesù Cristo.

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La Pentecoste è infatti una delle feste più importanti del calendario liturgico, insieme alla Pasqua e al Natale, in quanto segna l’avvio della chiamata missionaria della Chiesa. L’origine di questa celebrazione riporta a quanto afferma Gesù nel Vangelo di san Giovanni.

L’origine della festa di Pentecoste

“Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà”. 

La parola Pentecoste dal punto di vista letterale indica il cinquantesimo giorno, e già il popolo ebraico la celebrava sempre cinquanta giorni dopo la Pasqua, come fanno ancora oggi i cristiani. Per gli ebrei si trattava infatti di una festa agricola in cui si ringraziava Dio per i doni della terra, e non a caso coincideva con l’inizio della mietitura del grano.

Su questa data si portò in un secondo momento la memoria del dono delle Tavole della Legge che Dio fece a Mosè sul monte Sinai. In quella data il popolo ebraico si asteneva da qualsiasi lavoro e gli uomini si portavano in pellegrinaggio a Gerusalemme. La prima testimonianza apparsa invece nella tradizione cristiana, della giornata di Pentecoste come festa dello Spirito Santo, risale a Tertulliano.

La discesa dello Spirito Santo

La discesa dello Spirito Santo trova tuttavia il suo radicamento più profondo nel capitolo 2 degli Atti degli Apostoli, in cui si legge: “Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi”.

Da lì si passa alla prima prima predicazione dell’apostolo Pietro, in cui si sottolinea sia l’unità che l’universalità della fede in quanto dono dello Spirito Santo, concesso a tutti i battezzati e allo stesso tempo Colui che si pone all’origine della costruzione della Chiesa stessa, facendone discendere carismi e ministeri. Lo Spirito infatti elargisce doni a tutti i suoi figli, in particolare sette, secondo le parole del profeta Isaia: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio.

Nella liturgia, inoltre, sono numerosi gli inni allo Spirito Santo, dal magnifico “Veni Creator” alla recita della Sequenza nella solennità di Pentecoste: 

Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
Vieni padre dei poveri,
vieni datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto,
ospite dolce dell’anima,
dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto conforto.
O luce beatissima,
invadi nell’intimo
il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza,
nulla è nell’uomo,
nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido,
bagna ciò che è arido,
sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
sana ciò ch’è sviato.
Dona ai tuoi fedeli
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.
Amen.

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