I Sacramenti ci danno la possibilità di riconciliarci con Dio e di assaporare, sempre di più, la grandezza della sua grazia e del suo perdono.
Ma è possibile che una persona possa pentirsi senza passare per questa “grazia”? La risposta di un sacerdote alla domanda posta da un fedele ci aiuta a chiarire questo punto.
Facciamo chiarezza sul pentimento
La nostra anima anela ogni giorno alla grazia di Dio ovvero di sentirci amati da Lui, protetti nel suo abbraccio misericordioso, è qualcosa che supera il semplice perdono umano. I Sacramenti, infatti, sono proprio la porta di passaggio per questo, ci aiutano ad avvicinarci e ad assaporare la grazia di Dio in ogni sua forma.
Attraverso, però, la domanda di un fedele, è possibile capire quanto è importante la grazia di Dio che scaturisce da un sacramento: “Si dice che l’osservanza dei comandamenti viene dopo l’accoglienza della grazia, come sua conseguenza, e questo è chiaro: un’osservanza senza grazia sarebbe volontarismo. Ma allora a che punto possiamo collocare il pentimento?” – chiede il fedele.
Ma continua: “[…] In questo punto cruciale del Nuovo Testamento l’azione dell’uomo (la conversione, il pentimento) sembrerebbe precedere l’azione del Signore (il dono della grazia). Come salvare il fatto che la grazia divina precede sempre l’iniziativa umana? Forse supponendo che il pentimento è già un’azione resa possibile dal soccorso di Dio, che ispira il cambiamento?”.
La risposta del sacerdote arriva immediata: “E’ necessario fare una distinzione tra l’ordine naturale e l’ordine soprannaturale. I comandamenti appartengono alla legge naturale e la loro osservanza è possibile anche senza l’aiuto della grazia. Ragion per cui una persona può essere onesta (non ruba, non uccide, rispetta il prossimo) anche senza essere in grazia.
Questo è il motivo per cui c’è un pentimento di ordine naturale che non è frutto della grazia, come ad esempio il pentimento per non essere stato di parola” – spiega padre Angelo.
Cosa è successo dopo il peccato originale
Spiega inoltre come, dal momento del peccato originale, qualcosa sia cambiato: “Secondo San Tommaso, dopo il peccato originale, non è possibile l’osservanza di tutti i comandamenti senza la grazia di Dio e cioè non è possibile evitare ogni singolo peccato mortale. Però è possibile l’osservanza di alcuni comandamenti che permettono di essere onesti anche senza essere in grazia di Dio, come ad esempio il rispetto della fedeltà coniugale”.
E per quanto riguarda il concetto di pentimento, Padre Angelo approfondisce: “Per il pentimento di ordine soprannaturale è invece necessaria la grazia. Anzi questo stesso pentimento non può essere concepito se non perché prevenuti da quel tipo di grazia che i teologi chiamano grazia attuale.
La grazia attuale è un impulso che viene da Dio ed è di ordine soprannaturale. Per quanto riguarda il nostro caso può essere un impulso che provoca una contrizione perfetta oppure una conclusione imperfetta. Provoca una contrizione perfetta quando si è dispiaciuti per aver offeso Dio e per essere stati causa della passione e della morte del Signore.
Provoca una contrizione imperfetta quando ci si pente perché si è commesso un peccato mortale, ci si è privati della grazia di Dio e ci si è esposti alla perdizione eterna.
Quando provoca una contrizione perfetta nello stesso tempo quella grazia attuale diventa grazia abituale (o santificante) perché riporta già un’anima in grazia di Dio. Quando provoca una contrizione imperfetta non riporta ancora una persona grazia di Dio ma è uno stimolo molto prezioso per andarsi a confessare e ritrovare attraverso il sacramento la grazia santificante”.
Cosa affermano i padri domenicani
La conclusione di Padre Angelo è chiarificatrice: “[…] Si tratta sempre di un dono di Dio, di una grazia attuale che dispone ricevere la grazia santificante. Pertanto in ogni caso il pentimento di ordine soprannaturale, sia esso di contrizione perfetta oppure di contrizione imperfetta, è sempre dono di Dio.
Quando San Pietro chiede alla gente di pentirsi e di farsi battezzare sottintende l’azione preveniente della grazia di Dio, alla quale l’uomo è sollecitato a dare pronta risposta. Secondo i teologi domenicani anche questa risposta è grazia di Dio”.