Giuseppe Ottone, bambino morto a 12 anni dopo essersi offerto in sacrificio per salvare la vita della madre adottiva, sarà presto beatificato. Questo bambino pio e caritatevole nacque nel 1928 a Benevento da una ragazza che lo aveva avuto in seguito ad una violenza sessuale subita. La giovane aveva pensato di abortire, ma un’amica l’aveva convinta a desistere proponendole invece di darlo in adozione una volta partorito.
Ad adottare il neonato furono Domenico Ottone e Maria Capria, la coppia non poteva avere figli, così, una volta preso l’accordo con la madre del piccolo si trasferì a Napoli per scongiurare l’ipotesi di un pentimento. La vita con la famiglia adottiva non fu semplice: la madre era dolce e gentile, ma il padre si ubriacava e sfogava spesso la sua frustrazione con la violenza picchiando la moglie ed il figlio. Ciò nonostante Giuseppe crebbe, grazie agli insegnamenti della madre, retto, generoso e saldo nella fede. Educato, allegro e sincero, ogni mattina passava dalla Chiesa per pregare Gesù, poco più avanti un anziano lo attendeva per ricevere in dono il pranzo ed arrivato a scuola dispensava spesso e volentieri soldi e merenda ai compagni meno fortunati.
Anno dopo anno la sua fede e le sue virtù crescevano, a sette anni ricevette la prima comunione e ogni giorno si recava al santuario della Madonna di Pompei, per la quale aveva una forte devozione, per fare benedire i suoi cari e i meno fortunati. Anche a scuola tutto andava per il meglio, era uno studente diligente, aveva ottimi voti e tutti i suoi amici lo amavano: con questi giocava, inventava storie di fantasia e sognava un futuro nella marina militare.
Presto arrivarono i tempi bui, l’Italia era entrata in guerra al fianco della Germania (era il periodo della II guerra mondiale) e la madre adottiva ebbe dei problemi di salute che l’avrebbero obbligata di li a poco a sottoporsi a due operazioni rischiose. Giuseppe temeva di perderla ed era angosciatissimo, così il giorno prima dell’operazione chiese a Dio di prendere la sua vita in cambio di quella della madre: mentre si recava in ospedale il bambino ha trovato per terra un’immaginetta della Madonna di Pompei, l’ha raccolta, l’ha baciata e le ha detto: “Madonna mia, se deve morire mamma, prendi me”. Queste furono le sue ultime parole poiché subito dopo è caduto a terra ed è morto, la madre invece è morta solo nel 1983 ad 88 anni.
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