Per Dio non è mai troppo tardi quando si tratta dei suoi figli: Egli ci darà infatti infinite possibilità, essendo venuto a salvare e non a giudicare.
Anche si trattasse del giorno ultimo, descritto nel Vangelo, esso non avverrà se non preceduto da segni e prove che serviranno, come nella vita di ognuno, a convertirci e far vincere in noi l’amore.
Non ci sia per noi altra gloria
che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo.
La parola della croce
per noi che siamo stati salvati
è potenza di Dio. (Cfr. Gal 6,14; 1Cor 1,1)
È giunta l’ora di mietere, perché la messe della terra è matura.
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
Ap 14,14-19
Io, Giovanni, vidi: ecco una nube bianca, e sulla nube stava seduto uno simile a un Figlio d’uomo: aveva sul capo una corona d’oro e in mano una falce affilata.
Un altro angelo uscì dal tempio, gridando a gran voce a colui che era seduto sulla nube: «Getta la tua falce e mieti; è giunta l’ora di mietere, perché la messe della terra è matura». Allora colui che era seduto sulla nube lanciò la sua falce sulla terra e la terra fu mietuta.
Allora un altro angelo uscì dal tempio che è nel cielo, tenendo anch’egli una falce affilata. Un altro angelo, che ha potere sul fuoco, venne dall’altare e gridò a gran voce a quello che aveva la falce affilata: «Getta la tua falce affilata e vendemmia i grappoli della vigna della terra, perché le sue uve sono mature». L’angelo lanciò la sua falce sulla terra, vendemmiò la vigna della terra e rovesciò l’uva nel grande tino dell’ira di Dio.
Parola di Dio
R. Vieni, Signore, a giudicare la terra.
Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
È stabile il mondo, non potrà vacillare!
Egli giudica i popoli con rettitudine. R.
Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta. R.
Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli. R.
Non sarà lasciata pietra su pietra.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 21,5-11
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Parola del Signore
Gesù oggi ci ricorda che tutto ciò che vediamo un giorno è destinato a finire. Niente di ciò che esiste durerà per sempre: prima che tutto questo accada, però, l’uomo dovrà passare per varie prove nelle quali non sarà mai abbandonato da Dio.
Le guerre, le persecuzioni, le croci che il mondo dovrà sopportare non saranno indifferenti a Dio. Nessuno lo è, nessuna delle nostre croci è dimenticata ai suoi occhi. Il brano del Vangelo di oggi può essere rapportato sia alla distruzione del tempio di Gerusalemme, che avvenne attorno al 70 d.C. che alla fine del mondo, che alla vita di ognuno di noi.
Tutto dovrà passare attraverso la prova del tempo, della finitezza delle cose, della sofferenza. In tutto ciò, dobbiamo ricordarci che Gesù ha vissuto per primo tutto questo su di sé e che non ci abbandona.
Quando qualcuno dirà: “Il tempo è vicino”, dice Gesù di non credergli. Infatti solo il Padre conosce il giorno in cui tutto è destinato a tramontare. Dio manderà dei segni, come continuamente li manda alla nostra vita, che ci portino alla conversione, perché per Dio non è mai troppo tardi, quando si parla dei suoi figli.
Fino all’ultimo ci guiderà nella storia e, che sia nel giudizio particolare che in quello Universale, Dio ci darà tanti “segni” e possibilità di convertirci, tentando di farci capire che tutto passa, solo Dio e il suo amore restano.
Scriveva Santa Teresa D’Avila, Dottore della Chiesa (Avila, 28 marzo 1515 – Alba de Tormes, 15 ottobre 1582):
“Nulla ti turbi, nulla ti spaventi.
Tutto passa, solo Dio non cambia.
La pazienza ottiene tutto.
Chi ha Dio non manca di nulla: solo Dio basta!
Il tuo desiderio sia vedere Dio, il tuo timore, perderlo, il tuo dolore, non possederlo, la tua gioia sia ciò che può portarti verso di lui e vivrai in una grande pace” .
Non dobbiamo preoccuparci dunque di ciò che finisce e di quando finirà. Dobbiamo preoccuparci piuttosto dell’oggi, delle cose che non tramontano: che la nostra anima sia sempre piena d’amore per Dio e per il prossimo, cosicché al tramonto della vita e delle cose, non avremo paura di essere giudicati da un Dio buono e misericordioso, che non viene a giudicare ma a raccogliere da noi dei frutti di bellezza per poterne godere con noi in eterno.
Elisa Pallotta
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