Partecipare alla celebrazione eucaristica è il momento più prezioso della vita di un cristiano e non può essere in nessun modo trascurato.
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Il Mistero Eucaristico che, di lì a poco, si compirà sull’altare, ha bisogno da parte nostra, di una disposizione d’animo e, soprattutto di cuore. Per questo motivo, è bene arrivare in chiesa per la Messa con un po’ di anticipo e non di fretta e all’ultimo minuto. Scopriamo il perché.
La Messa: partecipare con mente e cuore
Per prepararsi all’invito che Gesù, ogni settimana, ci fa alla sua Mensa, è necessario che il cuore di ognuno di noi sia ben disposto e predisposto ad accoglierlo. Ma come il cuore, deve esserlo anche la mente. Partecipare alla Messa significa esser presenti lì totalmente, e non con la testa altrove.
Ma come si può esser “in toto” alla Celebrazione Eucaristica? Non ci vuole molto. Per prima cosa, basta arrivare puntuali alla Celebrazione, ma sarebbe miglior cosa, arrivarci con almeno un po’ di anticipo. Perché questo? Non soltanto per trovare posto (che sarebbe, diciamo, una delle cose più futili), ma soprattutto per porsi lì, in silenzio, in contemplazione ed in preghiera per quello che accadrà, ovvero Gesù che si offre per noi in Corpo e Sangue sull’altare, ed anche per ascoltare la sua Parola.
Arrivare in chiesa 15 minuti prima
Diceva San Giovanni Maria Vianney: “Sarebbe necessario spendere almeno un quarto d’ora preparandosi ad ascoltare la Messa con devozione”. Una “norma” che andrebbe rispettata da tutti e non solo da chi deve officiare la Celebrazione.
È di norma, infatti, che Ministranti, Cantori e Lettori debbano essere in chiesa almeno 30 minuti prima della celebrazione. Ognuno ha un compito speciale, perché la Celebrazione Eucaristica proceda nel migliore dei modi e sia davvero un’offerta gradita a Dio.
Perché arrivare in anticipo? Ce lo spiega San Giovanni Maria Vianney
Ma anche il semplice fedele deve presentarsi in chiesa puntuale, perché non si può essere in ritardo all’invito fattoci da Gesù: “Bisognerebbe arrivare a Messa per avere il tempo di recitare un Rosario. Bisognerebbe umiliarsi, in ginocchio, davanti al buon Dio […] compiere l’esame di coscienza, perché per assistere bene alla Messa si deve stare in stato di grazia” – spiegava, ancora, il Santo Curato d’Ars.
La Santa Messa è anche il momento durante il quale Gesù ci invita a stare a mensa con lui, sia a quella della Parola, per arricchire e nutrire la nostra mente, che quella Eucaristica, per nutrire il nostro cuore. Come possiamo non arrivare puntuali a questo momento così speciale?
Pensiamoci.
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ROSALIA GIGLIANO