Si sente spesso parlare di mettere Gesù al centro. La prima volta che ho sentito questa frase mi sono immaginata due mani che prendevano un pupazzetto e lo mettevano in bella vista, al centro di qualcosa. Poi, nella mia immaginazione, ho guardato, questa scena e mi sono chiesta: “Ma sono davvero io che prendo Gesù e lo metto al centro?”. Mi ricordavo di quei giochi che si facevano in strada – quando i bambini giocavano in strada! – in cui spesso c’era uno che si metteva in centro di un cerchio formato da tutti gli altri. E in genere, i giochi in cui uno doveva finire al centro, quello che stava nel mezzo era il meno fortunato, quello che non ci aveva azzeccato, quello che aveva perso… insomma, vedere quel Gesù messo in mezzo da me e vederlo quindi come quel bambino che finiva in mezzo nei nostri giochi infantili, non mi ha mai convinta…
Una ruota di bicicletta
Se guardo a Gesù ‘in centro’ e osservo la mia vita, ora che sono tornata a Lui – e come tanti riportata all’ovile dalla mamma – mi accorgo che la mia vita, come quella di chiunque altro, di ogni fratello, è come una ruota di bicicletta. Dal centro, dal cuore della ruota, dal nucleo, partono tanti, tantissimi raggi – le grazie e ciò che ci lega a Gesù – che formano l’intelaiatura della ruota e vanno verso la gomma. La gomma si può sgonfiare, si può consumare fino alla camera d’aria, ma anche così cammina. Smette di camminare solo quando il centro non c’è più, perché si svirgola tutta e prende forme impossibili, che, nel migliore dei casi, la fanno camminare a spinta e scossoni, rischiando di spaccare tutto il resto del telaio della bicicletta…
Gesù c’è sempre
Siamo nati da Cristo, Lui, Parola del Padre, ci ha creati, uno ad uno con lo stesso identico potente e insondabile amore. Con il nostro battesimo siamo nati in Cristo. Cristo Gesù non ci ha mai lasciati. Non ci abbandona mai! Non ci toglie il Suo amore… Cosa significa questo? Significa che Gesù è e rimane sempre al centro della nostra vita. Siamo noi che ci allontaniamo da Lui! Siamo noi che Gli voltiamo le spalle! Siamo noi che usciamo dal cerchio delle Sue grazie, delle Sue benedizioni, perché scegliamo altro, scegliamo il mondo o noi stessi, o noi ed il mondo. Siamo noi che ci comportiamo come se non avessimo bisogno di Lui, come se non fossimo Suoi, perché così ci dice il mondo. Gesù non smette di essere il fulcro della nostra vita… Siamo noi che non guardiamo più a Lui! Distogliamo lo sguardo dall’unico che ci ama e che ci può dare ogni cosa giusta secondo i nostri bisogni.
Difficile vivere con Gesù al centro?
Con il tempo ho scoperto che la vita non si divide in difficile e facile. No! Difficile è quando ci immaginiamo qualcosa di diverso e consideriamo che ciò che desideriamo sia l’unica cosa valida e che ci soddisfa. Quindi quello che ci viene dato e permesso da Dio nella nostra vita, troppo spesso lo rifiutiamo… E tutto diventa difficile. È difficile se si ascolta e si vive con la logica del mondo – ancor più di questi ultimi tempi -, che urla in tutti i modi che devi essere felice e non devi soffrire, devi essere bello e non puoi avere un aspetto meno accattivante del dovuto, devi essere giovane, perché, se sei vecchio e per di più lo si vede, non servi, sei da evitare, ricordi la morte… Gesù, per amore infinito e tenerissimo, compassionevole e misericordioso, ci ama così tanto da rimanere sempre al centro della nostra vita, sempre lì ad aspettarci.
Il mio sì a guardare Gesù che mi aspetta al centro della mia vita
Molti convertiti hanno scoperto poi come Gesù fosse sempre tremendamente presente nella loro vita, nonostante lo rinnegassero e a Lui proprio non guardassero mai. Già, Gesù è il centro ed è al centro di noi stessi e quindi della nostra vita. E il primo comandamento : “Ascolta Israele, Io sono il tuo Dio. Non avrai altri dei all’infuori di me” è quello più arduo da compiere. Non vuol dire semplicemente: credo in Dio! Vuol dire molto di più! Significa che Lui è tutto, perché Lui, il Giusto e l’amantissimo, è Colui che ti dà vita per amore e per amore ti lascia vivere. Tu sei perché Lui è! Io sono perché il mio unico Dio è. Che meraviglia! E come lo scopro? Come capisco questo? Quando capisco, senza orrore e senza vergogna, che sono polvere, che sono fatto di terra, che solo il soffio di vita di Dio mi fa essere a Sua immagine e solo il mio sì mi porta a recuperare la somiglianza con Lui, che ho perso con il mio peccato, che ho perso allontanandomi da Lui.
Ecco! Il mio sì. Il mio sì a guardare a Lui solo. Il mio sì a non volgere più lo sguardo alle cose del mondo, alla mia bravura, a ciò che credo di essere, perché “mi sono costruito da solo”.
Serve in Paradiso?
Un giorno un sacerdote mi disse un piccolo trucco: “Se ti trovi tu o altri in situazioni di chiacchiere, di lamentele, di azioni che ti appaiono superflue o altro simile, comunque lontane da Dio e dalle cose di Dio, chiediti sempre: se fossi in Paradiso mi servirebbe? Perché se una cosa non è buona in Paradiso, allora non è buona neanche in terra, in questa vita.”. Mi semplificò moltissimo la vita. Altri dicono: “Prova a pensare se Gesù la farebbe, la ascolterebbe, la penserebbe (eccetera) al posto tuo?”, ma questo pensare mi è sempre apparso improbabile, non ritenendomi all’altezza di avere i gusti e il discernimento del mio Signore… In fondo, se sono unita a Gesù, perché è il centro della mia vita, sono in Paradiso.
Già, bello, ma nella pratica poi?
La prima pratica è la preghiera e soprattutto la preghiera del cuore. Una preghiera umile, una preghiera da peccatore sincero, una preghiera che ha consapevolezza piena che io, senza Cristo, sono polvere. Una preghiera costante. In questo può aiutare quello che abbiamo scritto in un altro articolo, ossia benedire sempre e tutti, conosciuti e sconosciuti, incomincia a portarmi alla coscienza di Dio, della Sua potenza, del Suo immenso amore. Poi? Poi, la volontà. La volontà nelle piccole cose quotidiane, di farle, di viverle, di pensarle perché Gesù è la nostra vita, perché – come Lui stesso ha detto – senza di Lui non siamo nulla, nulla possiamo senza il nostro Dio. Ecco che così, a poco a poco, non disperdiamo lo sguardo sulle cose del mondo, ma lo fissiamo su Dio e tutto ruoterà ineluttabilmente intorno a Lui, Via Verità e Vita mia, tua, nostra.
La volontà? Una parola…!
Un giorno andai a confessarmi a Santa Maria degli Angeli, alla Porziuncola da un frate molto in gamba, anziano e molto conosciuto per il suo discernimento e i suoi scritti. Alla fine della confessione gli dissi che non riuscivo bene a pregare, che avevo perso le mie buone abitudini mattutine di pregare a lungo con la Chiesa e poi a tu per tu con il mio Signore e che questo mi dispiaceva molto, ma non ci riuscivo proprio, e gli chiesi come fare. La risposta – apparentemente banalissima – fu uno sguardo a sopracciglio rialzato, fissandomi come per dire: “Ma ci sei o ci fai? Davvero non sai perché ti succede?”. Lo guardai come un bambino che è beccato con le dita dentro alla marmellata e sussurrai: “La mia volontà, giusto?” e aggiunsi: “Perché se Gesù è importante per me nulla vale più di Lui e Lui è lì nel mio cuore per darmi vita…”. Fui assolta anche da questo ed ebbi la mia giusta penitenza… bellissima: adorare Gesù per almeno una mezzora.
Vigilare e volgere lo sguardo e l’ascolto soltanto a Dio
Insomma, siamo tutti affaccendati altrove, ma Dio è con noi. Come cambiare? Semplice! Allenandosi ad essere vigilanti in ogni pensiero, in ogni parola, in ogni azione e in ogni momento. Dopo un po’ di perseveranza, condita con amore sincero verso Gesù, essere vigili di diverrà istintivo. Questo non ci impedirà di cadere ogni tanto, ma se capiremo l’importanza di guardare solo a Lui, di ascoltare solo Lui, di impostare la nostra giornata solo secondo la Sua volontà, i Suoi comandamenti, convinti del Suo amore e del fatto che ci renderà sempre il centuplo se abbandoneremo il mondo perché tutto ruoti intorno al Datore della vita, allora nulla sarà difficile. La vita può essere più o meno faticosa e sempre avremo una parte di sofferenza, ma perché non accettarla se Gesù, Figlio di Dio fatto uomo, ha sofferto, patito atrocemente senza peccato, per darci un esempio e per salvarci dalle nostre colpe? Avanti tutta dunque, con fede e senza timore, che, con Gesù in barca, non si affonda mai!
Sandra Fei
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