In Italia, il numero dei sacerdoti esorcisti diminuisce, mentre aumentano i fedeli bisognosi di un serio discernimento sul male da cui sono afflitti. Ci si trova allora in difficoltà nel chiedere aiuto, in caso si supponga di essere vessati dal maligno o, peggio ancora, posseduti.
D’altro canto, l’impegno di un esorcista non è certo di poco conto e richiede tanta forza spirituale e una fede incrollabile, per respingere le tentazioni di satana e dei suoi adepti, che, durante un rito, possono palesarsi in diversi modi.
Canto in lingue: l’esorcista lo usa contro il demonio!
Ecco le parole di un sacerdote esorcista e le sue riflessioni su come il canto in lingue possa essere un efficace aiuto, durante un esorcismo: “Cacciare uno spirito da un uomo con la forza dello spirito vuol dire che l’esorcista deve avere una carica di spirito soprannaturale che si arricchisce con la profonda unione con Dio, con la forza che viene esclusivamente da Lui, per il mistero della salvezza di Cristo e per il mandato spirituale della Chiesa”.
L’esorcista fa fede e si rafforza attraverso una comunione completa, di intenti e di spirito, con Dio stesso, per poter contrastare il male che ha di fronte. Ciò avviene soprattutto con la preghiera, che è sostenuta anche da alcuni fedeli del sacerdote che, per proteggersi da eventuali attacchi e tentazioni malefiche, non sono però presenti al rito.
“Si punta sulla preghiera insistente. Sono però necessarie alcune condizioni indispensabili: che ci sia tempo e possibilità di riunire persone spiritualmente preparate e disponibili allo scopo. Allora l’ossesso viene come circondato da un fuoco spirituale di luce e di amore di Dio che lentamente costringe alla fuga lo spirito.
Se, come avviene ordinariamente, satana si scatena con urla, bestemmie, gesti di violenza per impedire il raccoglimento nella preghiera, è bene che i fratelli che pregano si raccolgano fuori della porta, nel locale immediatamente adiacente a quello dove si trova l’ossesso, mentre il sacerdote resta con lui insieme a un paio di persone mature”.
Quale preghiera è più efficace?
A quel punto, a discrezione del sacerdote che ha sottomano la difficile situazioni, si sceglie la preghiera più adatta e il modo di palesarla.
“Quale preghiera deve fare il gruppo? Ogni preghiera naturalmente è buona, ma c’è una preghiera che è particolarmente efficace: la preghiera di lode.
Il movimento del Rinnovamento nello Spirito pone l’accento soprattutto sulla preghiera di Lode. E’ la preghiera più alta, che trascende la limitata e sofferente realtà della vita umana, per immergersi, sotto l’azione dello Spirito, nelle profondità del mistero di Dio, dove tutto è amore, luce e gioia.
(…) La lode si fa con espressioni spontanee o con frasi riprese dai salmi o dalle molte altre espressioni di cui è ricca la Bibbia. Ma c’è una preghiera nel Rinnovamento che si eleva anche più in alto. E’ la preghiera del canto in lingue”.
Il canto in lingue non è praticato da tutti e, a volte, risulta difficile, perché richiede abbandono totale; è un modo per farsi guidare dall’azione dello Spirito Santo; una efficacissima maniera per fargli spazio e lasciarlo agire.
“Quando si dice in “lingue” non vuol dire che si parlano lingue diverse, ma che si prega per monosillabi. L’azione dello Spirito è così forte che da una parte non esclude che il corpo possa associarsi a questa elevazione, ma dall’altra non gli consente di ridurre con un discorso bene articolato il vigore e la spontaneità della lode. Allora si pronunciano monosillabi inarticolati come fa la mamma quando abbraccia, bacia, stringe con immenso amore il suo bambino”.
“(…) Scriveva Sant’Agostino sul canto in lingue: “Chi è nella gioia non dica parole; la sua gioia si fa capire senza che egli vi aggiunga parole: è il canto di un’anima che la gioia inonda e che può esternare i suoi sentimenti senza arrivare a formare delle frasi. L’uomo che è nella gioia, cominciando dalle parole che non possono né dirsi né comprendersi, giunge ad una specie di grido in cui la felicità scaturisce senza parole”.”.
Ed è certo che, attraverso il canto in lingue, satana sarà allontanato, come accecato dal fervore dello Spirito di Dio.
“Essendo il canto che sulla terra si avvicina più di ogni altro al canto della lode eterna che si vive nel cielo, gli ricorda tragicamente il tempo in cui anche lui vi partecipava; (…) Per usare un esempio molto plastico, si potrebbe dire che costringere il demonio ad ascoltare il canto in lingue, è come poterlo prendere per le corna e per i piedi per metterlo steso sopra una grossa graticola con i carboni ardenti accesi sotto”.
Teniamo bene a mente che ciò che ci allontana più da satana è esattamente ciò che più ci avvicina a Dio. Perciò, possiamo farci un’idea di come escogitare un “piano personalizzato”, per resistere al maligno e alle sue azione, miranti a farci perdere ogni speranza di vita eterna.
Antonella Sanicanti
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