Perché il crocifisso dia fastidio a tanti, non è ancora del tutto chiaro.
Vero è che spesso si sente la frase: “lede la dignità di studenti di altre religioni”.
Così, per poter rimettere il crocifisso, in alcune scuole di Roma, c’è voluto un provvedimento particolare, approvato, venerdì scorso, dai consiglieri del I Municipio.
E’ stata una lotta tra politicanti e ora Stefano Tozzi dice: “Esprimo grande soddisfazione per l’approvazione della mozione, sostenuta da tutta l’opposizione di centro destra, che prevede l’apposizione del crocifisso all’interno dei plessi scolastici del I Municipio. E’ una vittoria di Fdi-An e di tutto il centrodestra, non si tratta di un provvedimento confessionale ma, al contrario, rispettoso della nostra identità culturale che, mai come ora, bisogna preservare e mantenere”.
Di contro, i consiglieri Mauro Cioffari, Jacopo Argilli e Graziella Manca, appartenenti a Sel, hanno detto: “Riteniamo un fatto grave e lesivo della dignità degli alunni di tutte le confessioni religiose e delle loro famiglie che un’istituzione di prossimità, come il I Municipio, possa imporre decisioni tali, da mettere in discussione l’autonomia scolastica”.
Ma cosa dice la Corte Costituzionale in merito alla laicità?
“In questa sede giurisdizionale – si legge nella sentenza numero 556 – si tratta, in concreto e più semplicemente, di verificare se, l’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche, sia lesiva dei contenuti delle norme fondamentali del nostro ordinamento costituzionale, che danno forma e sostanza al principio di laicità, che connota oggi lo Stato italiano, e al quale ha fatto più volge riferimento”.
“In una sede non religiosa, come la scuola, destinata all’educazione dei giovani, il crocifisso potrà ancora rivestire, per i credenti, i su accennati valori religiosi, ma, per credenti e non credenti, la sua esposizione sarà giustificata ed assumerà un significato non discriminatorio, sotto il profilo religioso, se esso è in grado di rappresentare e di richiamare, in forma sintetica, immediatamente percepibile ed intuibile (al pari di ogni simbolo), valori civilmente rilevanti”.
E noi potremmo aggiungere e ribadire: si, il crocifisso è il simbolo della nostra moralità cristiana e la esprime in toto. In un Paese dove ci si sposa e ci si battezza in chiesa, è più che naturale che i bambini crescano, sapendo di Cristo e di cosa ha fatto per tutti, anche per coloro che lo credono solo un profeta.
Per i cristiani, avvalersi di un simbolo così importante e distintivo, come la croce, è un modo per ribadire la propria appartenenza alla religione dell’amore fraterno e mai una vergogna o un atto lesivo, verso chi non vuole credere nel suo valore salvifico.
Antonella Sanicanti
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