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Apparizioni

Perché  i miracoli di Lourdes calano con il passare del tempo?

 

Piscine di Lourdes

A distanza di 160 anni dalle apparizioni, ben 4000 libri (senza considerare gli articoli e altre pubblicazioni scientifiche) sono stati dedicati alla “questione Lourdes”. Non mi dilungherò qui sulle 18 apparizioni, avvenute dall’11 febbraio al 16 luglio 1858. Quello che qui mi interessa sottolineare è la ben nota questione dei miracoli. I fatti: dal momento in cui Bernadette, nel corso dell’apparizione avvenuta il 25 febbraio 1858 ha scavato nel terreno per far fuoriuscire la nota sorgente, alcune persone affette dai mali più disparati, entrate in contatto con l’acqua sono guarite più o meno subitaneamente. La voce si sparge e, a furor di popolo, l’impressione generale è che sempre di più siano i guariti. Da questi primi casi di guarigione si assiste ad un aumento esponenziale degli stessi nel corso degli anni. Nel 1862 il vescovo locale, mons. Laurence, facendo appello alla potestà lui conferita dal Concilio di Trento [1], con l’ausilio di una commissione canonica in cui ebbe un ruolo rilevante anche un medico, il Prof. Vergez, dichiarò il carattere soprannaturale di alcune (sette, per la precisione) delle centinaia di guarigioni dichiarate.

Nei decenni successivi furono sempre degli ecclesiastici locali, coadiuvati ancora dal prof. Vergez, a verificare la eccezionalità delle guarigioni dichiarate. Tuttavia, ci si rese presto conto che i tempi (siamo all’apogeo del positivismo, cioè di quella ideologia che fece dell’umana ragione un vero e proprio idolo) esigevano che fossero solo dei medici a verificare direttamente le guarigioni. Era questo il periodo in cui molti scienziati tendevano a ridicolizzare i fatti di Lourdes riducendo il tutto a “chiacchiere da sempliciotti”[2]. Il bel libro di p. Brustolon ha svelato il ruolo di un medico, il dott. de Saint Macloud, nella fondazione di una struttura epocale é [3]: nel 1883 nasce infatti l’ufficio delle constatazioni mediche, prima struttura permanente nella storia della Chiesa chiamata a pronunciarsi sull’analisi delle guarigioni. Da allora, a Lourdes un medico permanente, con l’ausilio indispensabile di altri suoi colleghi, valuta l’eventuale carattere straordinario delle guarigioni.

Dai suoi inizi l’ufficio medico di Lourdes è andato incontro ad alcune modifiche. Attualmente, la prassi con cui opera è la seguente:

1) la persona guarita si deve recare all’ufficio medico con tutti i certificati medici del caso, che ne attestino la malattia prima del pellegrinaggio e la sparizione della stessa dopo, dimostrando anche in maniera inequivocabile la certezza che la sparizione della malattia sia connessa a Lourdes (o in un posto ad esso collegato, come le tante grotte ricostruite ad immagine dell’originale e sparse un po’ in tutta Europa); a questo punto il direttore dell’ufficio medico valuterà il caso, con l’ausilio di altri medici che si trovano nel santuario. Se emerge che la guarigione è avvenuta in maniera inspiegabile si entra in una seconda fase.

2) Infatti, a partire dal 1947 è stato fondato un comitato medico internazionale, i cui membri sono scelti direttamente dal vescovo di Tarbes e Lourdes. Si tratta di importanti personalità del mondo medico e scientifico, persone che mettono anche la loro faccia (e reputazione) sulle decisioni prese. Questi ricevono tutti gli incartamenti dall’ufficio medico di Lourdes e si riuniscono una volta all’anno; se lo ritengono opportuno, possono richiedere ulteriore documentazione. Non si tratta necessariamente di medici credenti, tutti sono però accomunati dall’essere ai massimi livelli della scienza medica. Inoltre, per dirimere questi casi (di solito complessi) possono richiedere aiuto a loro colleghi esterni al comitato. Naturalmente non sta a questi medici dichiarare il carattere miracoloso delle guarigioni che gli vengono sottoposte, ma di pronunciarsi sulla loro eventuale inspiegabilità scientifica: le decisioni  vengono prese a maggioranza qualificata dei due terzi.

3) Non è finita qui. Ho mostrato nel mio precedente articolo che il miracolo non è solo un prodigio, ma un segno di Dio che va capito ed interpretato. A questo servono i teologi, che entrano in ballo in questa terza fase. Infatti, tutti gli incartamenti finora esaminati da due commissioni mediche da medici vengono inviati alla diocesi dove risiede la persona guarita. Qui il vescovo si prende cura di nominare dei medici e dei teologi per esprimersi  in maniera definitiva sul caso. Se anche i medici nominati dal vescovo sono d’accordo con i colleghi che hanno già esaminato il caso (il che non è affatto scontato) spetta poi ad una commissione di teologi dare un verdetto definitivo e dichiarare il carattere miracoloso della guarigione.
Questo iter estremamente complesso (e lungo) spiega perché con il passare del tempo (soprattutto dal secondo dopoguerra) c’è stato un calo repentino dei miracoli di Lourdes. Questo va ascritto non tanto e non solo ai progressi della medicina, che tendono a spiegare sempre più ciò che prima era inspiegabile: la questione è che ai fini della proclamazione del miracolo, a partire dal 1947 la procedura si è complicata oltremodo. Troppe volte a Lourdes è bastata l’opposizione irremovibile di un solo medico ad impedire il riconoscimento della miracolosità di una guarigione: in Italia ad esempio ciò si è verificato più volte, e forse è arrivato il momento di preferire una ragionevole maggioranza di consensi attorno ad un referto medico piuttosto che una irragionevole unanimità. In fondo la medicina non è una scienza esatta.

[1] “E perché queste disposizioni vengano osservate più fedelmente, questo santo sinodo stabilisce che non è lecito a nessuno porre o far porre un’immagine inconsueta in un luogo o in una chiesa, per quanto esente, se non è stata prima approvata dal vescovo; né ammettere nuovi miracoli, o accogliere nuove reliquie, se non dopo il giudizio e l’approvazione dello stesso vescovo. Questi, poi, non appena sia venuto a sapere qualche cosa su qualcuno di questi fatti, consultati i teologi ed altre pie persone, faccia quello che crederà conforme alla verità e alla pietà. Se infine si presentasse qualche abuso dubbio o difficile da estirpare o se sorgesse addirittura qualche questione di una certa gravità intorno a questi problemi, il vescovo, prima di decidere aspetti l’opinione del metropolita e dei vescovi della regione nel concilio provinciale. Comunque, le cose siano fatte in modo tale, da non stabilire nulla di nuovo o di inconsueto nella chiesa, senza aver prima consultato il santissimo pontefice romano”. Concilio di Trento, SESSIONE XXV (3-4 dicembre 1563, decreto Della invocazione, della venerazione e delle reliquie dei santi e delle sacre immagini.

[2] P. Diday, L’Examen médical des miracles de Lourdes, Palmé, Paris, 1873; É. Littré, Médecine et médecins, Didier et C.ie, Paris, 1875 ; P. Parfait, L’arsenal de la dévotion: Notes pour servir à l’histoire des superstitions, Decaux, Paris, 1876 ; L. Perret, Erreurs, superstitions, doctrines médicales, Baillière, Paris, 1879. In particolare Perret notava come molte delle persone sedicenti miracolate fossero donne e consacrate. Questo gli permetteva di associare nella sua accusa due elementi allora di moda: una certa misoginia che associava la femminilità all’irrazionalità e all’isteria e la denigrazione totale verso la vita religiosa, specie se di clausura. Riferendosi al sesso femminile, afferma «Vivendo soprattutto in un mondo di sentimento ed emozione, esposta ad ogni forma di […] isteria, è sempre predisposta a accettare i principi deliranti che un prete o un taumaturgo cerca di imporle, sia per il proprio interesse che in buona fede». L. Perret, Erreurs, cit., p. 231. Paul Parfait invece puntava dritto alle spesso ingenue dichiarazioni pubblicate dalla rivista ufficiale del santuario, evidenziandone non senza sferzante ironia tutta la loro inconsistenza. P. Parfait,  L’arsenal de la dévotion, cit., p. 6-7.

[3] A. Brustolon, Georges Fernand Dunot De Saint-Maclou. Il dottore della grotta,Velar, 2014.

Sandro Fiore

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