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Perché nel Vangelo si parla poco di San Giuseppe? Chi era davvero

Sul fatto che di San Giuseppe si parli poco nel Vangelo, è qualcosa su cui ci si potrebbe interrogare. Proviamo a darne la spiegazione.

Perché si parla poco di San Giuseppe nel Vangelo? (Photo web source)

San Giuseppe, uomo giusto della stirpe del Re Davide, Sposo castissimo di Maria Santissima, fu una figura fondamentale nella vita di Gesù.

Lo scampò dapprima al ripudio che avrebbe imposto la legge ebraica del tempo a Maria, e poi alla Strage degli Innocenti. Inoltre, da Padre adottivo di Gesù, col suo amore si prese cura del Divin Bambino e della Beata Vergine Maria, con dedizione e amore.

La domanda sul perché se ne parli poco negli scritti evangelici nasce spontanea e di certo non è di facile risposta. Certamente si può considerare come i Vangeli narrino la Buona Novella, cioè la salvezza che ci ha portato Gesù, e a questo andava dato tutto l’onore e l’importanza. Di certo tutte le figure della storia della Salvezza sono state fondamentali: loro stessi però non avrebbero amato essere al centro dell’attenzione. Al centro della loro vita c’era invece Gesù, che hanno amato fino alla fine della loro vita.

Ecco perché San Giuseppe appare così poco nel Vangelo

A questo interrogativo ha significativamente risposto padre Cido Pereira a José Antônio, di Carapicuíba (San Paolo, Brasile), nella rubrica del quotidiano “O São Paulo”, arcidiocesi di San Paolo.

“Molte persone restano stupite come lei per il fatto che la Bibbia non sia molto minuziosa circa persone e fatti. Ecco alcuni esempi: l’adolescenza e la giovinezza di Gesù, la vita della Sacra Famiglia a Nazareth, la morte di Giuseppe e Maria”.

“Vale la pena di ricordare, però, José Antônio, che i Vangeli non sono stati scritti per parlare di San Giuseppe, della Madonna o degli apostoli, ma per metterci a parte dell’evento decisivo della storia della salvezza, che è stato l’ingresso di Gesù, il Figlio di Dio, nella nostra storia umana.

Prenda la sua Bibbia e veda come ogni evangelista inizia il suo Vangelo: tutti si riferiscono a Gesù. San Matteo inizia citando l’origine di Gesù. San Marco affronta subito all’inizio la Buona Novella di Gesù, il Messia, figlio di Dio. Luca afferma di aver deciso di scrivere dopo un attento studio e aver interpellato i testimoni oculari che hanno vissuto con Gesù. Giovanni compie una meditazione profonda su Gesù, il Verbo di Dio. È Gesù che interessa. Le persone che hanno partecipato alla storia della nostra salvezza – Zaccaria, Elisabetta, Giovanni Battista, Giuseppe e Maria – sono importantissime, ma parlarne non è l’obiettivo primario degli evangelisti”.

La sacra famiglia (Photo web source)

San Giuseppe nella Bibbia

Circa San Giuseppe, ciò che conta, come afferma San Matteo, è sapere che era un ‘uomo giusto’ e che ha assunto la missione di sposo fedele di Maria e di custode e tutore di Gesù. Egli ha sostenuto la Sacra Famiglia con il suo lavoro. Il resto che sappiamo sono nostre deduzioni: Giuseppe è morto tra le braccia di Gesù e Maria, probabilmente prima dell’inizio della vita pubblica di Cristo, ed è protettore dei lavoratori, dei capofamiglia e degli amministratori.

C’è stato un gruppo di scrittori che ha provato di colmare i vuoti lasciati da Matteo, Marco, Luca e Giovanni e ha scritto alcuni Vangeli chiamati apocrifi. Essendo tanti fantasiosi, la Chiesa non li considera ispirati da Dio, e così non fanno parte della Bibbia. Fissiamo allora la nostra attenzione, come volevano gli evangelisti, sulla persona di Gesù. Vale la pena di accoglierLo con amore, come hanno fatto Gesù e Maria, vale la pena di ascoltare Gesù, di seguirLo e testimoniarLo, perché Egli è l’unico Signore della nostra vita, il principio e la fine di tutto, la Via, la Verità e la Vita”.

Le virtù di San Giuseppe rivelate alla Venerabile Maria di Gesù di Ágreda

La venerabile Maria di Gesù di Ágreda (Ágreda, 2 aprile 1602 – Ágreda, 24 maggio 1665) fu una religiosa spagnola, dell’ordine delle Concezioniste francescane, che ricevette numerosissime rivelazioni. Fu mistica mariana e scrittrice, della quale è in corso il processo di beatificazione. Ciò che le venne rivelato lo trascrisse in alcuni libri, tra cui “Mistica città di Dio”. Ne riportiamo un estratto per poter comprendere più a fondo la figura del glorioso Patriarca San Giuseppe:

“Non è nell’intento di questa Storia scrivere di proposito le meraviglie della santità di san Giuseppe, né io ho l’ordine di farlo più di quanto sia necessario per meglio manifestare la dignità della sua sposa e nostra Regina, ai meriti della quale, dopo quelli del suo santissimo Figlio, si devono attribuire i doni e le grazie che l’Altissimo pose nel glorioso patriarca. E se anche la divina Signora non fosse stata la causa meritoria o lo strumento della santità del suo sposo, fu per lo meno il fine immediato al quale questa venne destinata; infatti, il Signore comunicò al suo servo Giuseppe la pienezza di virtù e di grazia necessaria affinché fosse degno sposo e custode di colei che si sceglieva come Madre.

San Giuseppe (Photo: web source)

La santità di San Giuseppe

La santità di san Giuseppe, quindi, si deve misurare partendo da questo criterio e dall’amore e dalla stima che lo stesso Signore ebbe per la sua Madre santissima. Conformemente a tale pensiero credo che, se nel mondo vi fosse stato un uomo più perfetto e di qualità migliori, quello senza dubbio il Signore avrebbe dato a sua Madre come sposo; e siccome Dio la diede al patriarca san Giuseppe, costui dovette essere incontestabilmente il migliore su tutta la terra. Avendolo creato e preparato per fini tanto sublimi, è certo che la sua potente destra lo dovette rendere adatto e all’altezza di essi; la misura della luce divina doveva essere in relazione alla santità, alle virtù, ai doni, alle grazie e alle inclinazioni infuse e naturali.

Tra questo grande patriarca e gli altri santi noto una differenza. Infatti a molti di loro furono dati altri favori e privilegi, non tutti ordinati alla santità personale ma al servizio del Signore negli uomini; erano cioè grazie “gratis datae”. In san Giuseppe, al contrario, i doni erano tutti finalizzati ad aumentare virtù e santità: quanto più egli era perfetto ed angelico, tanto più era adatto ad essere lo sposo di Maria santissima e il depositario del tesoro e del mistero del cielo; tutta la sua persona doveva essere un miracolo di santità, e lo fu“.

Elisa Pallotta

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Elisa Pallotta

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