Siamo consapevoli che il perdono di Dio è per ciascuno di noi ed è incondizionato?
Il sacramento della Confessione ci aiuta proprio a questo, ma non tutti ne sono pienamente convinti.
Un fedele pone una domanda ad un sacerdote sul perché si senta ancora “macchiato” dopo essersi accostato al sacramento della Riconciliazione.
La Confessione è il perdono dei peccati
Il peccato è sempre dietro l’angolo per ognuno di noi. Ma Dio è sempre lì, pronto a perdonarci quando ci rivolgiamo a Lui con il cuore sinceramente pentito per ciò che abbiamo commesso e, a Lui, con altrettanta sincerità d’animo, chiediamo perdono.
Il sacramento della Confessione ci aiuta proprio a questo: quando ci inginocchiamo davanti al sacerdote, lo stiamo facendo davanti a Gesù. E quando confessiamo le nostre colpe, non le stiamo “dicendo al sacerdote”, ma direttamente a Cristo.
Eppure, non sempre siamo consapevoli che Lui davvero ci perdona. Possibile? Un fedele così domanda a Padre Angelo: “Vorrei porLe anch’io qualcosa che mi interroga da tanti anni… Gesù Misericordioso ha perdonato molteplici volte nella mia vita, le mancanze, le offese a Lui arrecate e per ciò, non finirò mai di ringraziarLo per questo meraviglioso e stupendo dono del perdono.
Talmente meraviglioso che il sottoscritto, sebbene ogni volta, pentito amaramente dopo il Sacramento della Riconciliazione, rimane un pò dispiaciuto di quanto a Lui arrecato, un piccolo “rimorso di coscienza” sebbene Lui stesso abbia già dimenticato tutto” – scrive.
Ma davvero possiamo non esser pienamente consapevoli del suo perdono? “Mi sono chiesto: ma ciò, sarà forse causa del mio carattere un po’ sensibile…sarà forse causa di una attenta e disciplinata educazione religiosa adolescenziale…E così, questo particolare stato non mi ha mai abbandonato da tanti anni. La mia unica e sola domanda che Le pongo: è un atteggiamento normale trovarsi in questo particolare stato di sconforto?” – conclude il fedele.
Riusciamo davvero a sentirci perdonati?
Padre Angelo parte dall’inizio, da cosa la Confessione lascia nella nostra anima: “Il sacramento della riconciliazione o confessione, se è stato celebrato bene, lascia due sentimenti nell’anima. Il primo è di infinita gratitudine nei confronti del Signore che ancora una volta ha gettato dietro le sue spalle tutti i nostri peccati. Non li guarda più. Non ce li metterà davanti neanche nel giorno del giudizio.
Il secondo sentimento è quello che scaturisce da un vero pentimento. Se Dio dimentica i nostri peccati, non li dimentichiamo invece noi, e questa loro memoria serve a tenerci umili. Santa Teresa d’Avila attesta che “non v’è morte più dura del pensiero di aver offeso il Signore” – spiega.
Cosa infonde Dio nel nostro cuore al momento della confessione stessa? “I teologi dicono che la carità che Dio infonde nel nostro cuore è una carità che possiede, tra le altre, anche la caratteristica di essere penitente. In altre parole Dio, con la carità, ci dona anche la grazia di essere dispiaciuti dei nostri peccati e di sentire di non essere degni di godere nuovamente della sua intimità e della sua amicizia.
È questo il motivo per cui San Tommaso, dopo aver ricordato con la Sacra Scrittura che la carità copre una moltitudine di peccati, osserva che “qualcuno potrebbe dire: se basta la carità a cancellare i peccati, non è più necessaria la penitenza. Si deve considerare, però, che nessuno ama sinceramente se non fa sincera penitenza. È evidente che quanto più amiamo una persona, tanto più ci dispiace di averla offesa. E anche questo è un effetto della carità” – continua.
Le braccia aperte di Dio alla nostra richiesta di perdono
Sensibilità eccessiva o davvero non riusciamo a comprendere il vero perdono che Dio dà a ciascuno di noi? Padre Angelo ci spiega meglio: “Allora, per giungere alla tua domanda, il senso di rimorso che provi può certamente nascere anche da una certa sensibilità ereditata dall’educazione religiosa che hai ricevuto. Ma nello stesso tempo certamente è un bel dono della grazia. Anzi, non temo di affermare che l’educazione religiosa che hai ricevuto sia una grazia che ti è stata data dall’Alto e che continua a produrre i suoi frutti”.
Fonte: amicidomenicani.it