Mangiare l’Agnello Pasquale è ormai una tradizione radicata nella nostra società che si pensa abbia origine con il nuovo testamento, ma questa convinzione, probabilmente associata al concetto di agnello di Dio che toglie i peccati dal mondo, potrebbe non fare parte delle origini della nostra tradizione religiosa o per lo meno non nel modo in cui lo si crede.
Studiando il nuovo testamento, infatti, si apprende che durante l’Ultima Cena, Gesù volle interrompere la tradizione ebraica della Pasqua (per gli ebrei celebrazione della liberazione dalla schiavitù in Egitto) sostituendo il suo corpo ed il suo sangue come elemento purificatore dei peccati. Allo stesso modo se si analizza l’Antico Testamento si scopre che non fu Mosé a dire che il volere di Dio era che il suo popolo mangiasse agnello per Pasqua. Insomma sembra che sia in antichità che al giorno d’oggi la pratica sia stata acquisita in forma erronea, ma allora da dove deriva questa tradizione?
Per rispondere a questa domanda vi riportiamo le parole di Monsignor Penna, professore emerito presso la Pontificia Università Lateranense, pubblicate dal quotidiano online ‘Aleteia’. Quando viene chiesto al monsignor l’origine della pratica, egli risponde seccamente “Dall’Ebraismo”, poi da una spiegazione sul perché questa è stata perpetrata nel cristianesimo e smentisce che nei Vangeli ci sia scritto che Gesù non mangiò agnello:
“Il sostenere che Gesù ha mangiato una Pasqua senza agnello si basa sul testo scritto, ma la storia sta sempre al di là della fonte scritta”, poi spiega il perché di questa omissione: “Non si afferma che non ci fosse l’agnello, semplicemente non se ne tiene conto, perché la narrazione viene fatta già dal punto di vista della prassi cristiana: questa, infatti, prescindeva dal sangue dell’agnello, perché la fede cristiana fonda se stessa sulla fede di Gesù Cristo, non sul consumo di “un” agnello. E Paolo dice appunto che “Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato”.
Dopo aver chiarito questa imprecisione Monsignor Penna si sofferma sulle differenze tra la Pasqua Giudaica e quella Cristiana, precisando innanzitutto che per gli ebrei si tratta di una festività politica legata alla liberazione dall’Egitto, in secondo luogo spiega la differenza simbolica del sangue dell’agnello tra le due culture: “ Dal punto di vista ebraico il sangue dell’agnello non salva dai peccati, piuttosto – in Esodo 12 leggiamo – viene posto sugli stipiti delle porte per risparmiare alcune case dal cosiddetto “angelo sterminatore”, che passava ad uccidere i primogeniti”.
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