Qualsiasi peccato l’uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà alla fornicazione, pecca
contro il proprio corpo. O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo, che è in voi e
che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi?
Ecco il brano che ammonisce anche contro i cosidetti rapporti prematrimoniali.
E’ d’usanza, per i ragazzi che si promettono amore eterno e desiderino sposarsi (indipendentemente
dal fatto che poi portino o meno a compimento il loro progetto di vita insieme), comportarsi come
se già fossero stati benedetti dal Signore, nella loro unione.
La chiesa spesso non riesce a convincerli della valenza e della bellezza dell’attesa, alfine di avere
un rapporto sessuale completo, e pertanto fare l’amore, solo dopo il matrimonio.
Ciò che sembrerebbe necessario è trovare il modo di motivare i fidanzati, senza imporre loro la
condotta dell’astinenza.
Ecco alcune argomentazioni valide:
Il sesso unisce certamente, creando un legame affettivo e psicofisico, innegabile e molto forte.
Siffatto legame, per la sua stessa natura, diminuisce di efficacia, se lo si disperde con più partner e,
d’altro canto, offusca la lucidità della scelta del consorte, proprio per la sua preponderante
imponenza.
Di contro, l’attesa, che -come si dice- è essa stessa un piacere, in questo caso potrebbe essere
davvero qualcosa che, condiviso nella coppia, ne rafforzerebbe il sentimento. Potrebbe esser visto,
in effetti, come il primo dei tanti momenti difficili da affrontare insieme, una prova d’amore vera e
propria, insomma.
Ricordiamo che i fidanzati, in quanto tali, non si appartengono ancora, per cui non c’è ragione per
“regalarsi” completamente, l’uno all’altro.
In questo contesto la convivenza non diviene la prova preliminare del matrimonio, ma esattamente
il luogo in cui il legame coniugale si consuma, prima ancora di essere ufficializzato e santificato.
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