MARIOLATRIA
Mariolatria letteralmente vuol dire adorazione di Maria. Dire che i cattolici adorano Maria è un insulto alla verità, una calunnia dovuta a ignoranza e malafede. Eppure Protestanti, che si vantano di adorare Dio in spirito e verità, vanno ripetendo questa calunnia per ingannare i meno accorti e far seguaci. Il numero è denaro.
La verità è che i cattolici adorano solo Dio, Uno e Trino. Adorare vuol dire riconoscere la supremazia assoluta di Qualcuno. Questo Qualcuno è solo Dio, il Creatore del cielo e della terra. I cattolici adorano solo Dio, Creatore e Signore di tutti e di tutto.
I cattolici – e con loro milioni di altri cristiani – venerano la Madonna. Venerare vuol dire onorare con ossequio interiore e con gesti esteriori qualche persona particolarmente degna di rispetto, di stima e d’amore.
Alcune volte i gesti esteriori dell’adorazione e della venerazione possono coincidere, essere cioè gli stessi, come inchinarsi, inginocchiarsi, offrire incenso e simili. Ma tutti sanno o dovrebbero sapere che il gesto esteriore va interpretato secondo l’intenzione di chi lo fa. Lo stesso gesto può significare intenzioni diverse.
VENERAZIONE DI MARIA
L’errore:
Perché non possiamo venerare Maria?
Perché. – rispondono i Protestanti – “i riferimenti scritturali a lei come ‘benedetta’ non indicano che fosse adorata (sic)”. Come prova citano due testi del Vangelo di san Luca.
– Luca 1: 28, 30, NA “L’Angelo, essendo entrato presso di lei, le disse: ‘Ave, o piena di grazia, il Signore è, con te! (Benedetta tu fra le donne) ‘. L’Angelo le disse: ‘Non temere, Maria, perché tu hai trovato grazia davanti a Dio ‘”.
– Luca 1: 41-48, NA “Elisabetta fu ripiena di Spirito Santo; ed esclamò ad alta voce dicendo: ‘Benedetta tu fra le donne, e benedetto è il frutto del tuo seno! ‘ … Allora Maria disse: ‘L’anima mia magnifica il Signore … ecco che fin d’ora tutte le generazioni mi chiameranno beata”
La verità:
a – E’ chiaro, prima di tutto, che nessun serio studioso della Bibbia e tanto meno la Chiesa Cattolica hanno dato alle parole dell’angelo e di Elisabetta riferite da Luca il significato di vera adorazione. Questa è una falsa supposizione ed un’astuta insinuazione. Gli angeli, Elisabetta, i cattolici prestano la vera adorazione soltanto a Dio.
B – Al contrario, sia l’angelo che Elisabetta, salutando Maria come la Benedetta fra le donne, celebrano in Lei il favore o grazia di Dio effusa senza limiti, nella sua pienezza: “Ave, o piena di grazia!”. Questi sono autentici gesti di venerazione verso Maria e danno pienamente ragione ai cattolici e a centinaia di milioni di altri cristiani, che venerano Maria, ripetendo quelle stesse parole.
C – Questa spiegazione è talmente vera ed esatta che Maria la conferma dicendo: “Ecco che fin d’ora tutte le generazioni mi chiameranno beata”. Chiamare beata Maria equivale ad esaltare con parole e gesti le meraviglie che Dio ha operato in Lei, vale a dire venerarla (non adorare): “Poiché grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome” (Luca 1,49).
La venerazione di Maria è pienamente giustificata dalla Bibbia.
TUTTI MI DIRANNO BEATA ….(Luca 1,48)
L’errore:
Insistono i protestanti: “Le stesse espressioni dell’angelo e di Elisabetta sono usate riguardo ad altre”. Per provare la loro affermazione essi ricorrono ad altri testi biblici dell’Antico Testamento, facendone un uso improprio, atto solo a creare confusione nella mente di chi non capisce.
Eccone alcuni:
Gen. 30,9-13 “Allora Lia, vedendo che aveva cessato di partorire, prese Zilpa, sua serva, e la dette a Giacobbe per moglie. E Zilpa, serva di Lia, partorì un figlio, … Lia disse: ‘Questo è per mia felicità, perché le donne mi chiameranno beata’. Perciò lo chiamò Aser”.
Giud. 5, 24, “Benedetta sia fra le donne Jael, moglie di Heber Kenita, benedetta sia fra le donne che sono nelle tende”.
La verità:
Questa insistenza protestante non ha nessun valore probativo per due ragioni in particolare:
La prima. Chiunque abbia una minima conoscenza del Nuovo Testamento sa benissimo che vi ricorrono assai spesso espressioni e perfino parole dell’Antico Testamento. Gli evangelisti, san Paolo, gli altri Apostoli avevano una grande familiarità con le Scritture e spesso si esprimono con le stesse immagini e parole dei Profeti, dei Salmi, dei Libri Storici, dando un significato diverso.
La seconda. Nel caso di Maria l’espressione “benedetta fra le donne”, anche se presa dall’Antico Testamento, ha evidentemente un significato nuovo, completamente diverso da quello dei testi citati. Basta leggere la Bibbia nei luoghi citati per convincersene.
In Genesi 30, 9-13 e in Giudici 5, 24-27 le donne, di cui si parla, sono quelle del clan o gruppo di famiglie legate da parentela: le donne della tenda! (Giudici 5, 24). Esse dicono “sia benedetta”, ossia si congratulano con una della loro tribù o perché ha dato un figlio al suo padrone in un contesto di rivalità femminile (Genesi 30, 9-13), oppure perché ha ucciso un nemico con astuzia (Giudici 5, 24-27).
Completamente diverso è il contesto e quindi il significato delle parole usate dall’angelo e da Elisabetta nei riguardi di Maria. Sia l’angelo che Elisabetta esaltano Maria, la chiamano benedetta, a motivo della scelta che Dio fece di Lei a essere – Madre del Signore” (Luca 1, 43). Questa scelta divina conferisce a Maria un posto e una dignità unica “tra le donne”, cioè tra tutte le donne (Luca 1, 42).
Perciò Maria, rispondendo alle parole di Elisabetta, esalta la bontà del Signore “perché ha guardato l’umiltà della sua serva” (Luca 1, 48). E poiché di tanta bontà divina è beneficiaria tutta l’umanità, Maria può affermare che tutte le generazioni la chiameranno beata (Luca 1, 48). Qui l’orizzonte è infinitamente più vasto di quello di Genesi 30, 9-13 e Giudici 5, 24-27.
BEATO IL SENO CHE TI HA PARTORITO (Luca 11, 27-28)
L’errore:
Pessimo uso fanno pure i Protestanti delle belle parole di Gesù riportate sia da san Luca sia da san Matteo e da san Marco (Mt. 12, 46-50; Mc 3, 31-35).
Citiamolo da san Luca:
Luca 11, 27-28: “Mentre Gesù così parlava, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e gli disse.- ” Beato il seno che ti ha portato e le mammelle che hai succhiato! “. Ma egli disse. ” Beati piuttosto quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica “”.
Spiegando male queste parole della Bibbia essi dicono che “Gesù mostrò che la venerazione di Maria era sbagliata”.
La verità:
Non è sbagliata la venerazione di Maria, ma piuttosto è completamente sbagliata la spiegazione che i Protestanti danno del testo citato di san Luca.
a – Gesù si trova in piena attività pubblica. La predicazione della Parola lo impegna a tempo pieno. Molti l’ascoltano, lo seguono, divengono suoi discepoli. Vi sono uomini, vi sono donne (Luca 8, 1-3).
Tra coloro che l’ascoltano e lo seguono vi è anche Maria. La vediamo all’inizio (Giovanni 2, 1-12), durante (Luca 8,20) e alla fine della vita pubblica di Gesù (Giovanni 19, 25-27).
Maria segue e ascolta Gesù perché è suo fìglio. Ma anche e soprattutto perché ha creduto a “quanto le è stato detto da parte del Signore” (Luca 1, 45), ha meditato sul comportamento di quel Figlio (Luca 2, 19). Perciò Maria è divenuta una delle prime e più fervorose discepole di Gesù.
b – Possiamo perciò e dobbiamo distinguere in Gesù due modi di guardare e considerare Maria. Egli la ama perché è sua madre. Non l’ha mai rinnegata. Come poteva farlo Egli che ebbe parole dure contro coloro che trattano male i loro genitori? (Marco 7, 10-13).
Tuttavia all’amore di figlio si aggiunge in Gesù un amore e una venerazione di ben altra natura verso Maria. Egli la ama e la venera perché Maria ha creduto alla Sua Parola e si è impegnata a metterla in pratica più di qualsiasi altro discepolo di Cristo.
Gesù vuol mettere in risalto la grande fede di Maria. Vuol far capire che la vera grandezza di Maria, fondata sui vincoli del sangue, poggia soprattutto sui vincoli soprannaturali d’una nuova parentela (Giovanni 1, 12-13).
c – La donna del popolo che grida: “Beato il seno che ti ha portato!” offre a Gesù un’occasione propizia. Correggendo la mentalità umana di quella donna, Egli esalta Maria e la chiama beata ancor di più perché aveva creduto in Lui. Forse Maria era tra la folla (Luca 8, 21).
E’ chiaro che con ciò Gesù non ha affatto discreditato sua madre, non ha affatto mostrato che la venerazione di Maria è sbagliata. Anzi mette in evidenza i meriti di Maria e la vera ragione per cui deve essere detta beata, cioè venerata. Non è errato pensare che un’eco di queste parole di Gesù ci sia stata conservata nel cantico di Maria: Tutti mi diranno beata! (Luca 1, 48).
Venerare vuol dire riconoscere le virtù cristiane di chi ascolta e mette in pratica la Parola. Gesù stesso riconosce in Maria queste virtù. Egli è il primo a venerarla. Noi possiamo e dobbiamo fare lo stesso. Questo e non altro significa per noi cristiani la venerazione di Maria.
SPOSI A CORTO DI VINO (Giovanni 2, 1-12)
Un altro appiglio contro la venerazione di Maria i Protestanti lo trovano nel vangelo di Giovanni nell’episodio delle nozze di Cana (Giovanni 2, 1-12). Nelle parole che Gesù rivolge a Maria in quella circostanza egli avrebbe mostrato – a parere loro – che la venerazione di Maria è sbagliata.
La verità:
Per evidenziare la verità analizziamo brevemente quest’episodio assai noto del quarto vangelo.
1 – Il contesto. Se si eccettuano i cosiddetti vangeli dell’infanzia (Matteo cc. 1 e 2; Luca cc. 1 e 2), nel vangelo di Giovanni troviamo i maggiori riferimenti a Maria, la madre di Gesù. All’inizio del suo vangelo Giovanni presenta Maria assieme a Gesù e ai suoi primi discepoli, in occasione d’uno sposalizio a Cana di Galilea:
“Il terzo giorno, in Cana della Galilea si celebrò un festino di nozze, e la madre di Gesù si trovava là. Alle nozze fu invitato anche Gesù con i suoi discepoli’ Ed essendo venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli dice: “Non hanno più vino”. Gesù le rispose: “Che vuoi, o donna? La mia ora non è ancora venuta”. La madre di lui dice ai servi: “Fate qualunque cosa vi dirà” (Giovanni 2, 1-5,).
2 – Significato delle parole di Gesù. il problema consiste nel determinare il significato delle parole che Gesù dice a sua madre. Indicano quelle parole che Gesù mostrò disapprovazione dell’intervento di Maria e quindi anche della nostra venerazione di Lei? Oppure, al contrario, mostrano che egli accondiscese alla richiesta di sua madre, dando chiari segni di venerazione nei suoi riguardi?
Di queste due domande è vera la seconda, non la prima, come apparirà dalle seguenti precisazioni.
a – Dopo le parole di Gesù, Maria, serena e fiduciosa, dice ai servi: “Fate quello che vi dirà”. Le parole di Gesù non la turbano. Ella non dubita affatto che quanto ha chiesto sarà ottenuto. Non giudica un rifiuto e tanto meno un rimprovero la risposta di Gesù alla sua richiesta.
b – In effetti, Gesù accoglie la richiesta di Maria, e in che modo! Dice ai servi. “Riempite d’acqua le anfore”. E poi soggiunge: “Attingete e servite”. Non c’era più acqua, ma vino squisito.
Appare chiaro, al di là d’ogni dubbio, che l’intervento di Maria è stato positivo a tutti gli effetti. Gesù non l’ha umiliata con un rifiuto, non ha affatto mostrato che non fosse degna di stima e di venerazione. Tutt’altro! E’ lecito pensare che i due sposi, i loro parenti ed amici, appena saputo com’erano andate le cose, abbiano colmato di rispetto, di ammirazione, di venerazione quella Donna. Grazie a Lei, Gesù li aveva tolti da un noioso impiccio con un gesto umanamente inspiegabile. Altro che disapprovazione, altro che rimprovero!
c – Alla luce di questi fatti è impossibile pensare che il titolo di Donna che Cristo usa verso sua madre indichi mancanza di rispetto e tanto meno un rimprovero. Questo modo di esprimersi di Gesù è più appropriato alla circostanza, molto di più che se l’avesse chiamata madre o mamma.
Perché?
Perché Gesù vuol far capire che quanto sta per compiere non è dovuto tanto ai vincoli di sangue che lo legano a Maria, quanto piuttosto alla fede di Lei e al suo impegno per la causa del Regno.
Gesù parla a Maria e la esaudisce nella sua richiesta non come suo :figlio, ma come Figlio di Dio, come Redentore del genere umano, che dà inizio con un segno alla sua opera di salvezza universale. Perciò Giovanni osserva: “Gesù manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui” (Giovanni 2, 11).
In questo contesto soprannaturale, Gesù non dà a sua madre un titolo confidenziale e privato, ma di rispetto e di venerazione. Quel Donna può essere espresso in italiano con la parola Signora.
Anche dalla Croce Gesù chiamò Maria con lo stesso appellativo di Donna (Giovanni 19, 26). E’ assurdo pensare che in quell’ora di supremo dolore per Maria Egli abbia voluto mancare di rispetto a sua madre e aggiungere dolore a dolore.
d – Anche le parole che seguono: “che cosa a me e a te?”, considerate nello stesso contesto, non indicano mancanza di rispetto. Sono piuttosto in armonia col titolo di Donna che Cristo dà a sua madre.
A parere di non pochi autorevoli interpreti antichi e moderni, con quelle parole Gesù volle far capire che era disposto a fare più di quanto Maria chiedeva. Egli voleva dire: “Signora, stai tranquilla, non ti preoccupare”.
In realtà, per la grande considerazione verso Maria, Gesù apre la serie dei segni prodigiosi e manifesta la sua gloria (Giovanni 2, 11). La frase “Non è ancora giunta l’ora mia” (Giovanni 2, 4) indica appunto che fu la preghiera di Maria a far iniziare la manifestazione della gloria di Gesù.
L’ora di Gesù è quella della sua glorificazione nella morte e risurrezione (Giovanni 7, 30; 8, 20; 132 1; 17, 1). Tuttavia l’intercessione di Maria che ottiene il primo segno fa sì che quell’ora sia anticipata e prefigurata nel miracolo che Gesù fa a Cana di Galilea grazie appunto alla preghiera di Maria.
Dall’analisi coscienziosa del racconto evangelico riguardante le nozze di Cana risulta evidente il sommo rispetto che Gesù ebbe per sua madre, indicando chiaramente anche a noi come dobbiamo comportarci verso Maria. Proprio l’opposto di quanto affermano i contestatori Protestanti della venerazione della Madonna.
ANCORA CAVILLI
Ma i protestanti non disarmano: “Maria – dicono – non deve essere venerata perché non ebbe nessun posto speciale nella comunità cristiana primitiva”. Come prova citano Atti 1, 14-15, dov’è detto:
“Tutti questi perseveravano concordi nella preghiera con le donne e con Maria, la madre di Gesù, e con i fratelli di lui. In quei giorni, Pietro si alzò in mezzo a loro – il numero delle persone riunite era di circa centoventi”.
La verità:
A chi sa leggere la Bibbia e vuol leggerla come si deve, apparirà subito evidente che le parole citate dal libro degli Atti dicono tutto l’opposto di ciò che ad esse fanno dire i protestanti.
Infatti, è risaputo che nella Bibbia non tutti i nomi ci sono stati conservati o segnalati, ma solo quelli delle persone più in vista nella comunità, soprattutto di quelle persone che hanno avuto un ruolo, una funzione, un carisma determinante nella storia della salvezza: i nomi dei patriarchi, dei giudici, dei re, dei profeti, degli Apostoli, di alcuno donne ecc.
Nel testo citato di Atti l’autore ispirato si attiene a questa norma biblica. Delle donne è nominata solo “Maria, la madre di Gesù” (Atti 1, 14). Solo Lei è degna di essere segnalata per nome appunto perché il suo posto nella comunità primitiva era un posto speciale, proprio l’opposto di ciò che dicono i Protestanti.
I primi cristiani veneravano la Madonna, e così hanno fatto e faranno tutti i veri cristiani di ogni tempo perché chi onora la madre onora anche il Figlio: chi dimentica e umilia la madre, dispiace certamente al Figlio.
(Nicola Tornese, Gesuita)
LA VENERAZIONE DI MARIA
Questo Secondo post è arricchito dalla voce della grande Testimonianza e venerazione di Padre Pio per Maria, che potete ascoltare nel video. Anche questo Post non ha l’intento di combattere i Protestanti ma vuole essere un aiuto per tutte le sorelle e i fratelli cattolici che da essi si vedono invasi i gruppi sia da post contrari alla nostra Fede che da continue polemiche e offesa al nostro credo.
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MARIOLATRIA
Mariolatria letteralmente vuol dire adorazione di Maria. Dire che i cattolici adorano Maria è un insulto alla verità, una calunnia dovuta a ignoranza e malafede. Eppure Protestanti, che si vantano di adorare Dio in spirito e verità, vanno ripetendo questa calunnia per ingannare i meno accorti e far seguaci. Il numero è denaro.
La verità è che i cattolici adorano solo Dio, Uno e Trino. Adorare vuol dire riconoscere la supremazia assoluta di Qualcuno. Questo Qualcuno è solo Dio, il Creatore del cielo e della terra. I cattolici adorano solo Dio, Creatore e Signore di tutti e di tutto.
I cattolici – e con loro milioni di altri cristiani – venerano la Madonna. Venerare vuol dire onorare con ossequio interiore e con gesti esteriori qualche persona particolarmente degna di rispetto, di stima e d’amore.
Alcune volte i gesti esteriori dell’adorazione e della venerazione possono coincidere, essere cioè gli stessi, come inchinarsi, inginocchiarsi, offrire incenso e simili. Ma tutti sanno o dovrebbero sapere che il gesto esteriore va interpretato secondo l’intenzione di chi lo fa. Lo stesso gesto può significare intenzioni diverse.
VENERAZIONE DI MARIA
L’errore:
Perché non possiamo venerare Maria?
Perché. – rispondono i Protestanti – “i riferimenti scritturali a lei come ‘benedetta’ non indicano che fosse adorata (sic)”. Come prova citano due testi del Vangelo di san Luca.
– Luca 1: 28, 30, NA “L’Angelo, essendo entrato presso di lei, le disse: ‘Ave, o piena di grazia, il Signore è, con te! (Benedetta tu fra le donne) ‘. L’Angelo le disse: ‘Non temere, Maria, perché tu hai trovato grazia davanti a Dio ‘”.
– Luca 1: 41-48, NA “Elisabetta fu ripiena di Spirito Santo; ed esclamò ad alta voce dicendo: ‘Benedetta tu fra le donne, e benedetto è il frutto del tuo seno! ‘ … Allora Maria disse: ‘L’anima mia magnifica il Signore … ecco che fin d’ora tutte le generazioni mi chiameranno beata”
La verità:
a – E’ chiaro, prima di tutto, che nessun serio studioso della Bibbia e tanto meno la Chiesa Cattolica hanno dato alle parole dell’angelo e di Elisabetta riferite da Luca il significato di vera adorazione. Questa è una falsa supposizione ed un’astuta insinuazione. Gli angeli, Elisabetta, i cattolici prestano la vera adorazione soltanto a Dio.
B – Al contrario, sia l’angelo che Elisabetta, salutando Maria come la Benedetta fra le donne, celebrano in Lei il favore o grazia di Dio effusa senza limiti, nella sua pienezza: “Ave, o piena di grazia!”. Questi sono autentici gesti di venerazione verso Maria e danno pienamente ragione ai cattolici e a centinaia di milioni di altri cristiani, che venerano Maria, ripetendo quelle stesse parole.
C – Questa spiegazione è talmente vera ed esatta che Maria la conferma dicendo: “Ecco che fin d’ora tutte le generazioni mi chiameranno beata”. Chiamare beata Maria equivale ad esaltare con parole e gesti le meraviglie che Dio ha operato in Lei, vale a dire venerarla (non adorare): “Poiché grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome” (Luca 1,49).
La venerazione di Maria è pienamente giustificata dalla Bibbia.
TUTTI MI DIRANNO BEATA ….(Luca 1,48)
L’errore:
Insistono i protestanti: “Le stesse espressioni dell’angelo e di Elisabetta sono usate riguardo ad altre”. Per provare la loro affermazione essi ricorrono ad altri testi biblici dell’Antico Testamento, facendone un uso improprio, atto solo a creare confusione nella mente di chi non capisce.
Eccone alcuni:
Gen. 30,9-13 “Allora Lia, vedendo che aveva cessato di partorire, prese Zilpa, sua serva, e la dette a Giacobbe per moglie. E Zilpa, serva di Lia, partorì un figlio, … Lia disse: ‘Questo è per mia felicità, perché le donne mi chiameranno beata’. Perciò lo chiamò Aser”.
Giud. 5, 24, “Benedetta sia fra le donne Jael, moglie di Heber Kenita, benedetta sia fra le donne che sono nelle tende”.
La verità:
Questa insistenza protestante non ha nessun valore probativo per due ragioni in particolare:
La prima. Chiunque abbia una minima conoscenza del Nuovo Testamento sa benissimo che vi ricorrono assai spesso espressioni e perfino parole dell’Antico Testamento. Gli evangelisti, san Paolo, gli altri Apostoli avevano una grande familiarità con le Scritture e spesso si esprimono con le stesse immagini e parole dei Profeti, dei Salmi, dei Libri Storici, dando un significato diverso.
La seconda. Nel caso di Maria l’espressione “benedetta fra le donne”, anche se presa dall’Antico Testamento, ha evidentemente un significato nuovo, completamente diverso da quello dei testi citati. Basta leggere la Bibbia nei luoghi citati per convincersene.
In Genesi 30, 9-13 e in Giudici 5, 24-27 le donne, di cui si parla, sono quelle del clan o gruppo di famiglie legate da parentela: le donne della tenda! (Giudici 5, 24). Esse dicono “sia benedetta”, ossia si congratulano con una della loro tribù o perché ha dato un figlio al suo padrone in un contesto di rivalità femminile (Genesi 30, 9-13), oppure perché ha ucciso un nemico con astuzia (Giudici 5, 24-27).
Completamente diverso è il contesto e quindi il significato delle parole usate dall’angelo e da Elisabetta nei riguardi di Maria. Sia l’angelo che Elisabetta esaltano Maria, la chiamano benedetta, a motivo della scelta che Dio fece di Lei a essere – Madre del Signore” (Luca 1, 43). Questa scelta divina conferisce a Maria un posto e una dignità unica “tra le donne”, cioè tra tutte le donne (Luca 1, 42).
Perciò Maria, rispondendo alle parole di Elisabetta, esalta la bontà del Signore “perché ha guardato l’umiltà della sua serva” (Luca 1, 48). E poiché di tanta bontà divina è beneficiaria tutta l’umanità, Maria può affermare che tutte le generazioni la chiameranno beata (Luca 1, 48). Qui l’orizzonte è infinitamente più vasto di quello di Genesi 30, 9-13 e Giudici 5, 24-27.
BEATO IL SENO CHE TI HA PARTORITO (Luca 11, 27-28)
L’errore:
Pessimo uso fanno pure i Protestanti delle belle parole di Gesù riportate sia da san Luca sia da san Matteo e da san Marco (Mt. 12, 46-50; Mc 3, 31-35).
Citiamolo da san Luca:
Luca 11, 27-28: “Mentre Gesù così parlava, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e gli disse.- ” Beato il seno che ti ha portato e le mammelle che hai succhiato! “. Ma egli disse. ” Beati piuttosto quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica “”.
Spiegando male queste parole della Bibbia essi dicono che “Gesù mostrò che la venerazione di Maria era sbagliata”.
La verità:
Non è sbagliata la venerazione di Maria, ma piuttosto è completamente sbagliata la spiegazione che i Protestanti danno del testo citato di san Luca.
a – Gesù si trova in piena attività pubblica. La predicazione della Parola lo impegna a tempo pieno. Molti l’ascoltano, lo seguono, divengono suoi discepoli. Vi sono uomini, vi sono donne (Luca 8, 1-3).
Tra coloro che l’ascoltano e lo seguono vi è anche Maria. La vediamo all’inizio (Giovanni 2, 1-12), durante (Luca 8,20) e alla fine della vita pubblica di Gesù (Giovanni 19, 25-27).
Maria segue e ascolta Gesù perché è suo fìglio. Ma anche e soprattutto perché ha creduto a “quanto le è stato detto da parte del Signore” (Luca 1, 45), ha meditato sul comportamento di quel Figlio (Luca 2, 19). Perciò Maria è divenuta una delle prime e più fervorose discepole di Gesù.
b – Possiamo perciò e dobbiamo distinguere in Gesù due modi di guardare e considerare Maria. Egli la ama perché è sua madre. Non l’ha mai rinnegata. Come poteva farlo Egli che ebbe parole dure contro coloro che trattano male i loro genitori? (Marco 7, 10-13).
Tuttavia all’amore di figlio si aggiunge in Gesù un amore e una venerazione di ben altra natura verso Maria. Egli la ama e la venera perché Maria ha creduto alla Sua Parola e si è impegnata a metterla in pratica più di qualsiasi altro discepolo di Cristo.
Gesù vuol mettere in risalto la grande fede di Maria. Vuol far capire che la vera grandezza di Maria, fondata sui vincoli del sangue, poggia soprattutto sui vincoli soprannaturali d’una nuova parentela (Giovanni 1, 12-13).
c – La donna del popolo che grida: “Beato il seno che ti ha portato!” offre a Gesù un’occasione propizia. Correggendo la mentalità umana di quella donna, Egli esalta Maria e la chiama beata ancor di più perché aveva creduto in Lui. Forse Maria era tra la folla (Luca 8, 21).
E’ chiaro che con ciò Gesù non ha affatto discreditato sua madre, non ha affatto mostrato che la venerazione di Maria è sbagliata. Anzi mette in evidenza i meriti di Maria e la vera ragione per cui deve essere detta beata, cioè venerata. Non è errato pensare che un’eco di queste parole di Gesù ci sia stata conservata nel cantico di Maria: Tutti mi diranno beata! (Luca 1, 48).
Venerare vuol dire riconoscere le virtù cristiane di chi ascolta e mette in pratica la Parola. Gesù stesso riconosce in Maria queste virtù. Egli è il primo a venerarla. Noi possiamo e dobbiamo fare lo stesso. Questo e non altro significa per noi cristiani la venerazione di Maria.
SPOSI A CORTO DI VINO (Giovanni 2, 1-12)
Un altro appiglio contro la venerazione di Maria i Protestanti lo trovano nel vangelo di Giovanni nell’episodio delle nozze di Cana (Giovanni 2, 1-12). Nelle parole che Gesù rivolge a Maria in quella circostanza egli avrebbe mostrato – a parere loro – che la venerazione di Maria è sbagliata.
La verità:
Per evidenziare la verità analizziamo brevemente quest’episodio assai noto del quarto vangelo.
1 – Il contesto. Se si eccettuano i cosiddetti vangeli dell’infanzia (Matteo cc. 1 e 2; Luca cc. 1 e 2), nel vangelo di Giovanni troviamo i maggiori riferimenti a Maria, la madre di Gesù. All’inizio del suo vangelo Giovanni presenta Maria assieme a Gesù e ai suoi primi discepoli, in occasione d’uno sposalizio a Cana di Galilea:
“Il terzo giorno, in Cana della Galilea si celebrò un festino di nozze, e la madre di Gesù si trovava là. Alle nozze fu invitato anche Gesù con i suoi discepoli’ Ed essendo venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli dice: “Non hanno più vino”. Gesù le rispose: “Che vuoi, o donna? La mia ora non è ancora venuta”. La madre di lui dice ai servi: “Fate qualunque cosa vi dirà” (Giovanni 2, 1-5,).
2 – Significato delle parole di Gesù. il problema consiste nel determinare il significato delle parole che Gesù dice a sua madre. Indicano quelle parole che Gesù mostrò disapprovazione dell’intervento di Maria e quindi anche della nostra venerazione di Lei? Oppure, al contrario, mostrano che egli accondiscese alla richiesta di sua madre, dando chiari segni di venerazione nei suoi riguardi?
Di queste due domande è vera la seconda, non la prima, come apparirà dalle seguenti precisazioni.
a – Dopo le parole di Gesù, Maria, serena e fiduciosa, dice ai servi: “Fate quello che vi dirà”. Le parole di Gesù non la turbano. Ella non dubita affatto che quanto ha chiesto sarà ottenuto. Non giudica un rifiuto e tanto meno un rimprovero la risposta di Gesù alla sua richiesta.
b – In effetti, Gesù accoglie la richiesta di Maria, e in che modo! Dice ai servi. “Riempite d’acqua le anfore”. E poi soggiunge: “Attingete e servite”. Non c’era più acqua, ma vino squisito.
Appare chiaro, al di là d’ogni dubbio, che l’intervento di Maria è stato positivo a tutti gli effetti. Gesù non l’ha umiliata con un rifiuto, non ha affatto mostrato che non fosse degna di stima e di venerazione. Tutt’altro! E’ lecito pensare che i due sposi, i loro parenti ed amici, appena saputo com’erano andate le cose, abbiano colmato di rispetto, di ammirazione, di venerazione quella Donna. Grazie a Lei, Gesù li aveva tolti da un noioso impiccio con un gesto umanamente inspiegabile. Altro che disapprovazione, altro che rimprovero!
c – Alla luce di questi fatti è impossibile pensare che il titolo di Donna che Cristo usa verso sua madre indichi mancanza di rispetto e tanto meno un rimprovero. Questo modo di esprimersi di Gesù è più appropriato alla circostanza, molto di più che se l’avesse chiamata madre o mamma.
Perché?
Perché Gesù vuol far capire che quanto sta per compiere non è dovuto tanto ai vincoli di sangue che lo legano a Maria, quanto piuttosto alla fede di Lei e al suo impegno per la causa del Regno.
Gesù parla a Maria e la esaudisce nella sua richiesta non come suo :figlio, ma come Figlio di Dio, come Redentore del genere umano, che dà inizio con un segno alla sua opera di salvezza universale. Perciò Giovanni osserva: “Gesù manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui” (Giovanni 2, 11).
In questo contesto soprannaturale, Gesù non dà a sua madre un titolo confidenziale e privato, ma di rispetto e di venerazione. Quel Donna può essere espresso in italiano con la parola Signora.
Anche dalla Croce Gesù chiamò Maria con lo stesso appellativo di Donna (Giovanni 19, 26). E’ assurdo pensare che in quell’ora di supremo dolore per Maria Egli abbia voluto mancare di rispetto a sua madre e aggiungere dolore a dolore.
d – Anche le parole che seguono: “che cosa a me e a te?”, considerate nello stesso contesto, non indicano mancanza di rispetto. Sono piuttosto in armonia col titolo di Donna che Cristo dà a sua madre.
A parere di non pochi autorevoli interpreti antichi e moderni, con quelle parole Gesù volle far capire che era disposto a fare più di quanto Maria chiedeva. Egli voleva dire: “Signora, stai tranquilla, non ti preoccupare”.
In realtà, per la grande considerazione verso Maria, Gesù apre la serie dei segni prodigiosi e manifesta la sua gloria (Giovanni 2, 11). La frase “Non è ancora giunta l’ora mia” (Giovanni 2, 4) indica appunto che fu la preghiera di Maria a far iniziare la manifestazione della gloria di Gesù.
L’ora di Gesù è quella della sua glorificazione nella morte e risurrezione (Giovanni 7, 30; 8, 20; 132 1; 17, 1). Tuttavia l’intercessione di Maria che ottiene il primo segno fa sì che quell’ora sia anticipata e prefigurata nel miracolo che Gesù fa a Cana di Galilea grazie appunto alla preghiera di Maria.
Dall’analisi coscienziosa del racconto evangelico riguardante le nozze di Cana risulta evidente il sommo rispetto che Gesù ebbe per sua madre, indicando chiaramente anche a noi come dobbiamo comportarci verso Maria. Proprio l’opposto di quanto affermano i contestatori Protestanti della venerazione della Madonna.
ANCORA CAVILLI
Ma i protestanti non disarmano: “Maria – dicono – non deve essere venerata perché non ebbe nessun posto speciale nella comunità cristiana primitiva”. Come prova citano Atti 1, 14-15, dov’è detto:
“Tutti questi perseveravano concordi nella preghiera con le donne e con Maria, la madre di Gesù, e con i fratelli di lui. In quei giorni, Pietro si alzò in mezzo a loro – il numero delle persone riunite era di circa centoventi”.
La verità:
A chi sa leggere la Bibbia e vuol leggerla come si deve, apparirà subito evidente che le parole citate dal libro degli Atti dicono tutto l’opposto di ciò che ad esse fanno dire i protestanti.
Infatti, è risaputo che nella Bibbia non tutti i nomi ci sono stati conservati o segnalati, ma solo quelli delle persone più in vista nella comunità, soprattutto di quelle persone che hanno avuto un ruolo, una funzione, un carisma determinante nella storia della salvezza: i nomi dei patriarchi, dei giudici, dei re, dei profeti, degli Apostoli, di alcuno donne ecc.
Nel testo citato di Atti l’autore ispirato si attiene a questa norma biblica. Delle donne è nominata solo “Maria, la madre di Gesù” (Atti 1, 14). Solo Lei è degna di essere segnalata per nome appunto perché il suo posto nella comunità primitiva era un posto speciale, proprio l’opposto di ciò che dicono i Protestanti.
I primi cristiani veneravano la Madonna, e così hanno fatto e faranno tutti i veri cristiani di ogni tempo perché chi onora la madre onora anche il Figlio: chi dimentica e umilia la madre, dispiace certamente al Figlio.
(Nicola Tornese, Gesuita)