Non si è lasciata abbattere e ha abbracciato stretto a sé suo figlio. Un’esperienza che l’ha stravolta ed emozionata al contempo.
La situazione è precipitata e stava per accadere una seconda volta quello che aveva già vissuto con immenso dolore.
Il bimbo vittima di un aborto spontaneo
La storia che stiamo per raccontarvi è quella di una donna coraggiosa che, nonostante la sofferenza per la perdita di un figlio, ha comunque voluto abbracciarlo. Jessica, questo il nome della donna, aveva già avuto un aborto spontaneo ma non si aspettava che le stesse accadendo di nuovo.
“Visto che la gravidanza era in una fase iniziale mi aspettavo che mi dessero un agglomerato di tessuti, e sono rimasta stupita nel vedere invece un bambino perfettamente formato” – ha raccontato in un’intervista.
Jessica aveva capito che qualcosa non andava
Una seconda gravidanza che lei e suo marito desideravano da tempo. Ma qualcosa stava andando storto. “Mi sono svegliata con un dolore insopportabile. Intorno a me sul letto c’era un grumo di sangue. Sapevo che probabilmente non era un buon segno” – ha raccontato.
Il sangue, il presentimento di Jessica e la corsa in ospedale. Qui la terribile notizia: “In quel momento ho avuto l’impressione che probabilmente mio figlio era stato espulso insieme al sangue. Ho pensato solo che non ci avevo fatto attenzione, che era stato gettato in bagno o qualcosa del genere, e pensarci mi ha devastato il cuore” – ha spiegato la donna.
Ha dato alla luce Noah
Ma il bambino non era stato del tutto espulso: “Era fermo a metà strada” – ha raccontato Jessica. Il medico l’ha poi, aiutata, “a partorire”: “Il medico ha detto: ‘È un maschietto’, e io ho detto: ‘Riesce a capirlo? Quando mi hanno chiesto se volevo abbracciarlo ho risposto: ‘Certo” – ha concluso.
Il piccolo, ovviamente, non ce l’ha fatta
Quando ha visto quel piccolissimo fagottino, Jessica è rimasta stupita come davanti ad una meraviglia da contemplare. I sistemi del corpo erano completamente formati, e avevano solo bisogno di tempo nell’ambiente uterino per svilupparsi fino ad arrivare all’autosufficienza.
Jessica e suo marito hanno anche deciso di dare un nome a quel bambino che, purtroppo, non ce l’aveva fatta. Lo hanno chiamato Noah Israel, “riposa, aiutante di Dio”.
Fonte: aleteia
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ROSALIA GIGLIANO