Un momento per incontrare e riconciliarsi con Dio e chiedere a lui perdono. Ecco cos’è la “perdonanza di Bibione”.
In una delle principali località turistiche del Veneto, dal 2 al 16 agosto, si prega insieme durante il periodo della Perdonanza.
In un momento durante il quale il Coronavirus attanaglia le nostre vite, pregare, rivolgersi a Dio e chiedere perdono per i nostri peccati è ciò che ci fa star bene e, per un po’, non ci fa pensare alla tragedia che stiamo vivendo.
In una delle principali località turistiche del Veneto, Bibione, dal 2 al 16 agosto, si celebra il momento della “Perdonanza Bibionese”, un periodo di preghiera, di perdono e di riflessione che si svolge sin dal 2016. “Anche qui risentiamo della crisi del turismo causata dal Coronavirus. Ma è aumentata la sete di Misericordia” – con queste parole, il parroco della Chiesa “Santa Maria Assunta” di Bibione, don Antonio Vena, introduce al momento di preghiera.
Un periodo di indulgenza, che ha visto il suo inizio domenica scorsa con l’apertura della Porta Santa della Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta ad opera del Cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
“Vedo tutto questo come un segno di speranza. Il nostro Vescovo, quando stavamo valutando se confermare o meno questa proposta in tempo di Covid, ha ritenuto comunque di confermarla. Avevamo già cancellato tutto il calendario dell’estate culturale e spirituale. Abbiamo pensato che rappresentasse un segno di speranza per la città, gli operatori turistici e i turisti” – ha continuato in un’intervista a Vatican News, don Antonio.
“Il perdono di Bibione è la diretta conseguenza dello straordinario Giubileo della misericordia indetto quattro anni fa da Papa Francesco […] L’apertura della Porta Santa nella nostra comunità parrocchiale voleva essere quindi un segno soprattutto per i turisti
[…] Ci ha offerto l’opportunità di domandarci se non era il caso di lasciare in diocesi un segno spirituale del Giubileo della Misericordia. È stato pensato un segno di carità. Come Papa Francesco ci ha suggerito, perché il Giubileo non fosse considerato solo una cosa temporanea, ma anche un segno spirituale” – ha spiegato il parroco.
La possibilità di ottenere l’indulgenza plenaria in questo periodo, attraverso, anche il Sacramento della Riconciliazione, ci fa comprendere a pieno come Dio accolga sempre ognuno di noi, in particolare il peccatore pentito che a lui si rivolge chiedendo Misericordia.
“La Misericordia di Dio allora ci viene in soccorso per dirci che, al di là del momento difficile di debolezza” – conclude Don Antonio.
ROSALIA GIGLIANO
Fonte: vaticannews.va
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