Il Patrimonio immateriale dell’Unesco si arricchisce con il testo della “Perdonanza Celestiniana”, prodotta da Papa Celestino V.
Il testo della Perdonanza Celestiniana entra nella Lista rappresentativa del Patrimonio culturale: redatta nel 1294, concesse l’indulgenza plenaria.
La candidatura, proposta dal Comune de L’Aquila è andata a buon fine. La Bolla del Perdono (meglio conosciuta con il termine di “Perdonanza Celestiniana”) scritta da Papa Celestino V nel 1294 e che concedeva l’indulgenza plenaria a chiunque, confessato e comunicato, fosse entrato nella basilica di Santa Maria di Collemaggio, è ora Patrimonio Unesco.
Il comitato intergovernativo dell’Unesco, riunito a Bogotà in Colombia, ha dato parere favorevole alla candidatura presentata dall’Italia.
La motivazione dell’Unesco è stata chiara: “La sua celebrazione rafforza la comunicazione e le relazioni tra le generazioni creando un intenso coinvolgimento emotivo e culturale. Il Cammino del Perdono, il Corteo storico della Bolla e l’attraversamento della Porta Santa della Basilica di Collemaggio, rappresentano tre momenti significativi della Perdonanza.
Simboleggiano i valori della solidarietà per tutti coloro che partecipano, sono testimonianza dell’importanza del patrimonio culturale per la società civile, in particolare per i giovani. Costituisce un simbolo di riconciliazione e integrazione sociale”.
La Bolla è segno del perdono fra le comunità locali, anche per promuovere i valori di condivisione, ospitalità e fraternità.
Il Cardinale de L’Aquila, Giuseppe Petrocchi, si dice entusiasta: “La formidabile intuizione di Celestino V ha un significato universale. Il perdono è una chiave necessaria per aprire la porta della pace: a livello comunitario e personale”.
La Perdonanza Celestiniana è un evento storico-religioso che si tiene annualmente all’Aquila il 28 e 29 agosto. L’evento, che nel 2019 ha celebrato la sua 725ª edizione, è dunque precursore del Giubileo istituito da Papa Bonifacio VIII nel 1300. Nel tempo è stato accompagnato da numerose altre manifestazioni, di carattere civico e storico, che si svolgono durante tutta l’ultima settimana di agosto.
Sul finire del XIII secolo L’Aquila era una giovane città che, avendo rapidamente accresciuto il suo potere ed essendosi schierata con la Chiesa nella contesa tra papato e impero. In questo quadro storico la città ospitò nel 1275 Pietro del Morrone. Il religioso aveva trovato temporaneamente rifugio presso l’abbazia di Santa Maria dell’Assunzione su un promontorio poco fuori le mura dell’Aquila, denominato Colle di Maggio.
Il 29 settembre 1294 promulgò, una volta eletto Papa, una Bolla Pontificia con cui concedeva un’indulgenza plenaria a tutta l’umanità, senza distinzioni. Un evento eccezionale, visto che accadeva in un periodo in cui il perdono era spesso legato alla speculazione e al denaro.
La bolla, nota come Bolla del Perdono, introduceva i concetti di pace, solidarietà e riconciliazione, e poneva solo due condizioni per ottenere il perdono: l’ingresso nella basilica di Santa Maria di Collemaggio «dai vespri della vigilia della festività di San Giovanni fino ai vespri immediatamente seguenti la festività», ovvero nell’arco di tempo compreso tra la sera del 28 e quella del 29 agosto (anniversario della sua investitura) di ogni anno, e l’essere «veramente pentiti e confessati».
Un evento che ancora oggi, a distanza di secoli, si ripete senza mai interrompersi.
ROSALIA GIGLIANO
Fonte: vaticannews.va
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