Il perdono fa bene alla salute, lo dice il Dipartimento di Medicina di Laboratorio e Diagnostica Molecolare dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Pisa, che ha condotto, non molto tempo fa, uno studio molto particolare, chiamato “The Moral Brain: an fMRI study of the neural bases of forgiveness and unforgiveness in humans”.
Attraverso una risonanza magnetica funzionale, ha indagato sull’effetto del perdono sulla psiche
e sulla salute fisica.
I ricercatori hanno utilizzato la (fMRI), la risonanza magnetica cerebrale funzionale, per esaminare le zone celebrali reputate alle scelte morali: “Ci siamo chiesti cosa succede nel cervello quando un individuo, che ha subito un torto da una persona a cui è legato, deve decidere come superare la situazione di conflitto, se perdonare o meno la persona”, ha poi spiegato una delle autrici della ricerca, la dottoressa Giuseppina Rota.
E questo non è né il primo, né l’unico esperimento fatto a riguardo.
Si sa per certo che gli scatti d’ira aumentano le aritmie, gli attacchi cardiaci e la pressione sanguigna, come aveva già spiegato, al Los Angeles Times, il dottor Douglas Russell, cardiologo e artefice di un corso di perdono, nel 2003, che aveva dimostrato il miglioramento delle funzionalità coronariche, nei soggetti partecipanti.
“Il rancore, la ruminazione mentale è uno degli aspetti chiave in questo tipo di disturbi”, spiega anche il dottor Stefano Pallanti, neuropsichiatria e direttore dell’Istituto di Neuroscienze dell’Università di Firenze. “Ora ci si sta occupando sempre di più di questo aspetto. L’obiettivo è rompere questo meccanismo, spesso autodistruttivo, sia intervenendo con un approccio psicologico che farmacologico”, si può “guarire”, ma bisogna “partire dalla consapevolezza che c’è un problema di fondo e affrontarlo. Altrimenti, l’allenamento in sé vale poco”.
“Perdonare permette di superare una situazione di stallo che, se protratta, porterebbe altrimenti ad un’alterazione dell’omeostasi biochimica e psicologica dell’individuo”, ribadisce un altro autore della studio su citato, il dottor Emiliano Ricciardi.
Dunque, oltre ad un problema etico, perdonare è anche un problema di salute, nonché un modo per mantenere e produrre buone relazioni e realizzazioni sociali
Perdonare implica debellare la negatività stagnante nella propria vita, togliere i “pesi” dal cuore, per rasserenarci e godere di quella “grazia” quotidiana, che ci fa usare al meglio e con più lucidità le nostre abilità e propensioni.
Lo studio di Pisa è stato premiato, nella categoria Giovani Ricercatori, dalla “Fondazione Giannino Bassetti” e si spera venga presto applicato in molti ambiti, come rimedio alla corrucciata umanità.
Antonella Sanicanti
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