La follia nazista non si è abbattuta solo sugli ebrei, ma anche sui cristiani: emblematica la baracca dei preti nel campo di sterminio di Dachau.
In quello che fu il primo campo di sterminio tedesco, sono stati deportati 2.579 preti, seminaristi e monaci cattolici.
La follia nazista
Il XX secolo è stato segnato dall’ascesa degli estremismi e dalla follia nazista. Quando Hitler prese il potere in Germania, lo spazio per la pluralità e la libertà di pensiero è stata definitivamente cancellato. L’apice dell’esperimento eugenetico nazista è stato raggiunto con l’attacco alla Polonia nel 1939, ma la pazzia del progetto nazista affondava le sue radici in una cultura della superiorità ariana già da prima. Il primo campo di concentramento per oppositori politici, diversi e esponenti religiosi venne costruito e aperto nel 1933 a Dachau e divenne presto luogo di deportazione e lavori forzati.
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La storia di Dachau è passata in secondo piano, poiché le atrocità più grandi vennero commesse soprattutto ad Auschwitz e a Birkenau. Alla storia è passato il tentativo di sterminio dell’intera popolazione di fede ebraica (considerata erroneamente – o volutamente- come una razza). Ma in quei campi di concentramento morirono anche persone di fede cristiana, testimoni di Geova, cinti, immigrati, prigionieri di guerra. Due gli esempi più illustri: San Massimiliano Kolbe ed Edith Stein.
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La “baracca dei preti” a Dachau
Se nell’Europa occupata la persecuzione è stata principalmente ai danni degli ebrei, degli oppositori politici e degli omosessuali, in Germania i nazisti si sono occupati anche di annullare la resistenza della Chiesa cattolica. Se i preti cattolici e ortodossi furono mandati a Dachau invece che ad Auschwitz è per via dell’azione del Vaticano. In quel periodo storico la Chiesa non poté apertamente impedire la deportazione, dunque spinse affinché fossero portati nel campo di lavoro di Dachau, piuttosto che a quelli di concentramento.
Si trattava di religiosi che si erano opposti all’eutanasia nazista, appartenenti alla resistenza polacca, o colti nell’interno di salvare persone dalla deportazione. I sacerdoti, i seminaristi e i monaci deportati a Dachau provenivano da ogni parte d’Europa. Di loro ha parlato Guillaume Zeller nel libro ‘La Baraque des prêtres’ (la baracca dei preti) ed ha spiegato come proprio i sacerdoti riuscirono a mantenere coesi i prigionieri, attraverso la preghiera ed atti di carità. Dei sacerdoti morti in quel campo di concentramento 56 sono stati beatificati dalla Chiesa cattolica che ne ha riconosciuto le virtù eroiche.
Luca Scapatello