Don Franco Corbo aveva in mente un idea semplice: “Il natale rappresenta, come dice la parola stessa, la natività di nostro Signore, evento che è portatore di un messaggio di amore e pace, dunque, perché non condividere questo messaggio abbattendo i muri razziali e religiosi?”
Per fare questo ha deciso di mettere quest’anno un presepe che differisse dalla tradizione italiana (il parroco ne ha collezionati più di 300 che provengono da ogni parte del mondo) mettendone uno fatto in Tunisia. L’idea però non è andata a genio ai suoi parrocchiani che hanno visto nel volto coperto dallo scialle della Madonna un burqa ed un apertura alla cultura islamica.
In realtà la Vergine Maria porta il classico velo bianco che tiene con una mano sul viso come a ripararsi dal freddo, le uniche sostanziali differenze sono rappresentate dalla tenda da beduino al posto della capanna e da San Giuseppe che viene rappresentato di colore e senza barba. Don Franco ha provato a spiegare ai fedeli che il suo era un tentativo di abbattere i muri ideologici, dato che si pensa che la natività appartenga solo alla nostra cultura e non è così: “Ogni popolo rappresenta la natività con le caratteristiche tradizionali della propria terra, così alcuni popoli raffigurano la Madonna bianca, o nera, o mulatta oppure semplicemente con abiti di colore diverso, la rappresentazione “Classica” appartiene alla nostra tradizione ma non ha maggior valore di quella di altri popoli che festeggiano la natività”.
Il messaggio di pace e apertura ideologica è stato travisato da alcuni “Integralisti” che si sono indignati per il presepe, ogni giorno manifestazioni davanti alla Chiesa erano indette per chiedere la sostituzione della rappresentazione giudicata “Sacrilega” e “Filo musulmana”, anche se suddetti integralisti dovrebbero sapere bene che i musulmani non festeggiano la natività anzi la osteggiano.
Rassegnato alla chiusura mentale dei suoi parrocchiani Don Franco Corbo ha ceduto alle richieste dei fedeli e sostituito il presepe con un altro proveniente dalle Filippine ma che rispettava l’ideale rappresentativo della Sacra Famiglia conosciuto dai più. Si chiude così una brutta pagina di intolleranza guidata dall’ignoranza e dalla cieca osservazione delle tradizioni di alcune persone, al Parroco la nostra solidarietà.
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