L’America Latina è nel pieno della morsa del Coronavirus. In Perù, la Chiesa si pone come istituzione e come guida contro a pandemia.
In un momento di grave crisi, come quello che il Perù sta vivendo, l’istituzione Chiesa fa la sua parte per aiutare le popolazioni in difficoltà.
Il Coronavirus sta attanagliando l’America Latina: tanti, forse troppi, sono i morti e le Istituzioni locali stanno facendo poco o nulla. Per questo motivo, la Chiesa si pone in prima linea per aiutare le popolazioni che hanno difficoltà e, soprattutto, nell’aiutare gli ospedali ed i presidi sanitari nella lotta contro questo nemico invisibile.
Il Perù, dopo il Brasile, è il Paese più colpito. Secondo ciò che ha annunciato il locale Ministro della Sanità, a breve anche “il Perù avrà le capacità di realizzare dei propri test molecolari per accelerare i tempi di individuazione delle persone infette”. Ma in attesa di tutto ciò, cosa è necessario fare? “A metà marzo pensavamo che in un mese ne saremmo usciti. Invece poi questo non accadeva e allora in moltissimi hanno cominciato a migrare nelle campagne” – ha dichiarato, in un’intervista a Vatican News, Franklin Ibanez, professore di Filosofia dell’Università di Lima.
“Manca il lavoro. L’economia informale, già d’abitudine molto diffusa nel Paese, tanto che il 70% lavora in nero, ora è l’unica possibilità di sopravvivenza […] Io lodo l’operato della Chiesa, perché ha saputo gestire al meglio, dal punto di vista morale e materiale questa emergenza. Un esempio, sono stati i Vescovi che si sono recati in Amazzonia, quando il virus lì ancora non era arrivato, ed hanno portato materiale sanitario di emergenza e di prima necessità” – ha continuato il docente.
In un Paese in cui le disuguaglianze sono ancora presenti, anche nelle cose e nelle situazioni più elementari, la Chiesa è presente dove lo Stato completamente deficita. E ascoltare e leggere gli elogi del mondo accademico, rende ancora più orgogliosi il nostro essere cristiani.
Gesù è accanto ad ognuno di questi ammalati e li consola con la sua presenza.
ROSALIA GIGLIANO
Fonte: vaticannews.va
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