A quando la vaccinazione dei più giovani contro il Covid? È la domanda che tutti si stanno ponendo alla quale, forse, c’è una risposta.
La possibilità di vaccinare i ragazzi nelle scuole, come si faceva negli anni 70, potrebbe esser una strada percorribile. Ma quale tipo di vaccino sarebbe loro destinato? E sarebbe solo per i più grandi o anche per i più piccoli? Cerchiamo di capire insieme.
La campagna di vaccinazione contro il Covid, in Italia, sta procedendo a passi da gigante, ma la strada è ancora molto lunga. Dopo aver vaccinato gli anziani, gli over 60 e 70, ora si è aperta anche agli over 50. Ma per le categorie più giovani c’è ancora da riflettere.
Nonostante tutto, però, con il ritorno della zona gialla, hanno riaperto anche le scuole e i casi di Covid all’interno delle mura scolastiche, cominciano, di nuovo, a ripresentarsi. Che fare? “La vaccinazione nelle scuole è una strada da percorrere, ma prima completiamo la vaccinazione degli insegnanti (siamo al 70%) e di tutto il personale, poi affrontiamo il problema anche dei ragazzi più grandi e progressivamente di tutti quelli che hanno meno di 16 anni” – afferma il Ministro dell’Istruzione Bianchi.
Vaccinare, perché no, all’interno degli istituti scolastici? “Ci stiamo pensando, si faceva già negli anni ‘70” – ha specificato, invece, il commissario per l’emergenza, Figliuolo. Ma la domanda che tutti ci poniamo è: quale vaccino sarà destinato ai ragazzi?
Dopo il caos AstraZeneca si o no per over 65 o meno, per i più giovani si prospetta l’alternativa Pfizer. Come scrive il New York Times, “La Food and drug administration americana si prepara infatti ad autorizzare l’uso del vaccino Pfizer-BioNTech nella fascia 12-15 anni entro l’inizio della prossima settimana”. La stessa azienda Pfizer aveva già annunciato, qualche tempo fa, l’inizio degli studi sull’efficacia del suo vaccino Covid sui più giovani.
I primi risultati dimostrano la sua efficacia “nei giovani almeno quanto negli adulti“. L’esito ufficiale dell’approvazione o meno da parte dell’Ema è previsto, comunque, per il mese di giugno. Insieme a Pfizer, si fa largo anche l’ipotesi del vaccino Moderna per i giovani.
Gli studi sono iniziati negli Stati Uniti su 3mila ragazzi di età compresa fra i 12 e i 17 anni, ma anche su di una seconda fascia d’età, dai 6 agli 11 anni. I risultati sono positivi: dopo entrambe le dosi, la produzione di anticorpi è stata maggiore di quella osservata, nella fascia d’età fra 16 e 25 anni.
La lotta contro il Covid è ancora dura, ma la strada da percorrere è già segnata.
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ROSALIA GIGLIANO
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