Manuel Foderà, “Piccolo guerriero di luce”, è volato in cielo a nove anni a causa di un tumore. Ma la sua vicenda è una testimonianza potente di amore per Gesù.
La storia di Manuel, bambino di Calatafimi, in provincia di Trapani, è raccontata nel libro “Piccolo guerriero della luce”, scritto da Enza Maria Milana e Valerio Bocci. Era infatti così che Manuel si autodefiniva, piccolo guerriero della Luce. Lottò cinque anni a colpi di chemio, giochi, sorrisi e preghiere. Il neuroblastoma aveva intaccato il suo bacino, e lo portò in cielo il 20 luglio 2010.
Dai racconti si evince però che era un bambino tanto normale quanto speciale. Come testimoniano le numerose lettere inviate agli amici, ai dottori, ai preti, ai vescovi, e persino al papa emerito Benedetto XVI. Manuel infatti è riuscito a guardare in faccia il male come solo i grandi sanno fare.
Una mattina si è svegliato con un forte dolore alla gamba destra, con una piccola febbre. Il medico di famiglia capisce subito che c’è qualcosa di grave, e il 27 luglio 2005 la prima tappa all’ospedale di Palermo. Comincia così la sua personale via crucis. Il tumore maligno era entrato dentro di lui, ma il primario cerca di non preoccupare la famiglia.
L’invito è alla speranza. Ma i medici sanno bene che bisogna aggredire il nemico da subito, altrimenti sarà dura. Il 12 agosto Manuel entra in sala operatoria per l’asportazione della massa tumorale. Due giorni dopo, il primo degli oltre 20 cicli di chemioterapia. A cui fanno seguito la perdita dei capelli, le emorragie, le ferite.
Questi momenti di dolore rappresenteranno però per il piccolo Manuel un vero e proprio “fioretto”, da dedicare al suo amico Gesù. Le cure si rivelano lunghe, dolorose, inefficaci. Anche l’umore del piccolo un po’ alla volta ne risente. In ospedale, però, incontra suor Prisca, sorella francescana del Vangelo. Vicino alla sua cameretta c’è infatti la cappellina dell’ospedale.
La suora accompagna il piccole e gli posa la testolina vicino al tabernacolo. Nasce un’intesa profonda con Gesù, giorno dopo giorno. In una letterina inviata ai suoi compagni di scuola, la vigilia di Natale del 2009, Manuel racconta. “Quando la mia vita era buia e addolorata , ho incontrato un Amico davvero speciale. Mi ha dato la sua mano e io mi sono fidato di Lui. Ed è stato così che Lui è entrato nel mio cuore per sempre. È un Amico che non si vede, ma c’è. Non mi lascia mai solo. Mi tiene stretto al suo cuore e mi dice: “Il tuo cuore non è il tuo ma il mio, e io vivo in te!”. È un Amico davvero, davvero speciale!”
“Per parlare con Lui e sentirlo vicino a me devo usare un cellulare speciale, un cellulare che si chiama “preghiera”. Devo pregare molto e concentrarmi, perché è un momento importante tra me e Lui” continua Manuel nel suo racconto. Sta parlando della Comunione, quella che riceverà con un permesso speciale del vescovo di Trapani a sei anni, il 13 ottobre 2007.
“Sto per ricevere Gesù: mi batte forte il cuore“, sussurrò alla mamma prima di riceverla. “Mamma, ho sentito la voce di Gesù, così come tu senti la mia, ma sono riuscito a parlargli e Lui mi rispondeva nel mio cuore. Che bello! Sono felice”. Per Manuel, la Comunione era diventata “il momento più bello della nostra amicizia”, racconta nelle sue letterine.
“Quando lo mangio, dentro di me è come se entrasse una bomba di grazia e di benedizione che mi fa stare meglio e protetto, perché Lui mi ama molto, più di quanto io lo possa amare! Vorrei che questo mio amico diventasse per voi un amico talmente speciale da non poter vivere senza di Lui”.
A suor Teresa del Monastero di Giacalone, a Monreale, durante le feste di Pasqua del 2009 scrive: “Questa mattina, nella Comunione, Gesù mi ha detto: Ho bisogno di te solo pochi giorni perché sei forte e ne ho bisogno per i bambini dal cuore indurito”. La suora, esperta di vicende spirituali, non sa spiegarsi quanto legge. Ma ne rimane profondamente colpita. Il piccolo aveva offerto le sue sofferenze per i bambini malati.
Scriverà a un suo amico seminarista e oggi prete: “Per la tua festa ho deciso di farti questo regalo. Ti offro il mio dolore per fare un fioretto. Voglio soffrire un poco come ha sofferto Gesù”. Il 27 aprile 2009 gli inviava un sms con su scritto: “La mia sofferenza sta servendo a Gesù per cambiare i cuori“.
Manuel lasciò questa terra il 20 luglio 2010, poco dopo mezzogiorno. A solo nove anni, andò ad abbracciare finalmente il suo amico Gesù, nella sua casa siciliana, poco distante da Calatafimi.
“Donami la pazienza”. Questa è la preghiera della sera da recitare questo venerdì per meditare…
In molti si chiedono se Padre Pio avesse una devozione verso le anime sante del…
Due avvenimenti ritenuti miracolosi sono legati alla devozione marina della Madonna della Guardia di Gavi,…
Specialità della tradizione dedicata a santa Cecilia, le pettole sono buonissime e perfette in questa…
Per nove giorni consecutivi ci rivolgiamo con fiducia alla Vergine Maria che per il tramite…
San Francesco d'Assisi è uno dei Santi più venerati e conosciuti da tutto il mondo…