La pillola del giorno dopo può provocare un aborto: basta riflettere un po’ sul suo scopo, per comprenderlo.
E’ definita contraccezione di emergenza ed è un antiovulatorio, ossia inibisce l’ovulazione, per ridurre le possibilità di essere fecondate.
Si assume, solitamente, dopo aver avuto un rapporto sessuale non protetto, quando, cioè, si teme di poter rimanere incinte.
Senza disquisire troppo sulle prime affermazioni, che per un cristiano praticante non dovrebbero essere neppure contemplate e chiamate in causa, diciamo che, se, in quel momento (dopo il rapporto sessuale non protetto), la donna fosse stata fecondata, la pillola del giorno dopo distruggerebbe il feto, quindi darebbe luogo ad un’interruzione volontaria di gravidanza, ad un aborto vero e proprio.
E’ allarmante, dunque, che al Convegno di endocrinologia di Barcellona, non molto tempo fa, si sia discusso di quanto fosse urgente e risolutivo adottare la pillola del giorno dopo, come metodo contraccettivo innovativo e futuribile, e del fatto che “le sigarette dovrebbero essere vendute, nel mondo, con ricetta medica, mentre la contraccezione di emergenza dovrebbe essere diffusa ovunque, 24h/24h”.
Questo darebbe a tutte le donne -anche alle ragazzine sprovvedute e sessualmente attive- la possibilità di gestire, un eventuale feto, senza neppure appellarsi al consiglio di un farmacista, di un medico, senza che nessuno dica loro, esplicitamente, che la pillola del giorno dopo impedisce alla parete interna dell’utero di accogliete l’ovulo fecondato.
Tutto ciò aumenterebbe a dismisura l’abortività illegale e spesso, addirittura, inconsapevole.
Ricordiamo e sottolineiamo che persino la legge 194 del 1978 sull’aborto, all’articolo 1, afferma che “la Repubblica tutela la vita umana, sin dal suo inizio”, per cui l’interruzione volontaria di gravidanza non può -e non deve- assolutamente divenire un mezzo per controllare le nascite.
Oltre a questo, al momento. non si parla neppure delle conseguenze che l’uso di un tale farmaco, per lungo tempo, potrebbe avere sul corpo della donna.
Antonella Sanicanti