Qualche giorno fa, al termine del Festival di Sanremo, lo storico presentatore di origini catanesi Pippo Baudo si è fatto una lunga chiacchierata con il giornalista del ‘Corriere della Sera’, Aldo Cazzullo.
Oltre agli ovvi riferimenti al Festival, al suo passato da presentatore ed al rapporto di amore e odio con il suo collega e rivale Mike Bongiorno (con cui ha gareggiato per numero di Festival presentati), i due hanno parlato di tutto, politica, mafia, Sicilia e fede.
L’infanzia di Pippo Baudo è stata terribile, da piccolissimo ha dovuto affrontare gli stenti a causa della guerra e la sua infanzia è stata scandita dai botti delle contraeree durante lo sbarco degli alleati in Sicilia. Finita la guerra, Catania era funestata dalla crescente influenza della Mafia, una presenza prima accolta con favore dagli stessi cittadini: “I cantastorie narravano le gesta del bandito Giuliano come fosse un eroe. Ne facevano il paladino in guerra contro il sistema, contro i ricchi”, che poi compresero il male di cui era portatrice quando era troppo tardi.
Ma se il padre di Baudo era un convinto sostenitore della DC, Pippo pensava più che altro ad imparare l’Italiano, seguendo i programmi radio, e ad un futuro nel teatro prima e nella neonata Tv Italiana poi. Il primo passo verso la futura carriera di presentatore fu fatto nei primi anni cinquanta quando insieme ad alcuni amici fondò una compagnia teatrale a Catania.
Poi sono cominciati i viaggi in giro per l’Italia ed il definitivo approdo agli studi Rai per i provini: “Mi presentai ai cancelli di via Teulada da questuante. Pensavo la Rai come Broadway; pareva un supercarcere. Mi chiesero quale provino volessi fare. Risposi: tutti”. Il primo impatto non fu dei migliori, secondo il suo esaminatore era adatto a ruoli minori, ma sappiamo tutti com’è andata alla fine.
Una vicenda della vita di Pippo Baudo che in molti invece ignorano è che da ragazzo si recò a Pietralcina con Renzo Arbore, i due erano spinti dalla curiosità, volevano capire se le storie che si raccontavano su Padre Pio erano vere. La prima impressione non fu positiva, Padre Pio li accolse in maniera sgarbata: “Giuro. Padre Pio ci trattò malissimo. Renzo chiese se nella vita avrebbe dovuto fare l’artista o l’avvocato. Rispose: “Facisse cchi vvole!”, probabilmente aveva compreso che i due non erano molto religiosi, infatti disse a Pippo: “Vuie state accà pe’ fede o pe’ curiosità?”, Baudo rispose con sincerità e spiego al Padre che era in effetti più curioso che religioso e lui senza mezzi termini lo cacciò.