La bella storia del giovanissimo Max, 13 anni, che svolge il servizio di sagrestano nella sua parrocchia, arriva dal Nord Italia e intenerisce il cuore.
Lui si chiama Max, ha 13 anni e, due volte a settimana, svolge il servizio di sagrestano nella sua parrocchia. È il più giovane della Diocesi di Bolzano, fa il chierichetto e sogna, un giorno, di poter incontrare Papa Francesco. Conosciamolo insieme.
Lo studio a scuola, il servizio all’altare e, anche, la mansione di sacrestano. Il giovanissimo Max Zipperle, 13 anni, alternandosi con altri 4 sacrestani della parrocchia di “San Martino”, svolge il suo servizio il mercoledi e il sabato.
Felice del suo “piccolo lavoro”, che alterna alla scuola. È un ragazzino con le idee molto chiare, che vorrebbe andare all’Università e studiare Filosofia, Storia dell’arte e della Chiesa. La scorsa estate è entrato a far parte dell’associazione dei sagrestani della Diocesi di Bolzano – Bressanone, anche se il suo ingresso in sacrestia risale al 2016, quando Max aveva 8 anni. Dopo aver ricevuto la Prima Comunione, ha iniziato a fare il ministrante.
La sacrestia è un po’ come una seconda casa per lui. E’ agile ed abile nel districarsi fra arredi e libri sacri, spiega attentamente quali arredi si usano, ad esempio, nelle celebrazioni dei giorni feriali e quali in quelle festive. Nel suo paese e nella sua parrocchia lo conoscono proprio tutti.
Prima di Max, a svolgere la mansione di sacrestano, nella parrocchia di Sant’Orsola, frazione di San Martino, era suo nonno, e prima ancora il bisnonno. I nonni hanno avuto un ruolo importante nella sua vita: “Sono molto credenti e io ho trascorso molto tempo insieme a loro. Spesso con loro andavo a Messa” – spiega il giovane Max.
In sacrestia, il giovane si districa davvero bene: sa spiegare la differenza fra un ostensorio barocco e uno gotico, maneggia i reliquiari con doviziosa cautela, in particolare quello di San Martino (patrono della sua parrocchia) e quello della Santa Croce. Molte cose le ha imparate dal diacono, per diversi anni assistente pastorale della parrocchia.
“Max ha una grande conoscenza storico-artistica: è un piacere ascoltarlo nelle sue spiegazioni e imparare da lui” – spiega Vigil Raffl, uno degli altri sacrestani della parrocchia.
Ma il giovane Max ha un sogno: incontrare Papa Francesco, magari alla fine di un’udienza. Una cosa è certa: quando questa pandemia finirà e si potrà tornare a viaggiare, Roma e il Vaticano sarà il primo posto che Max visiterà.
Fonte: agensir
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ROSALIA GIGLIANO
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