La tecnologia di ultima generazione per la sanificazione degli ambienti interni, il “plasma freddo”, è in grado di sconfiggere in trenta minuti il Coronavirus.
Questa tecnologia, che si utilizza in un ambiente chiuso, è capace di abbattere la carica virale del Coronavirus fino al 99,99 per cento. E arriva nientemeno che dallo spazio.
“È una tecnologia molto innovativa e interessante che arriva dallo spazio, nella stazione spaziale infatti c’è necessità di abbassare la carica batterica senza rendere l’ambiente, chiuso e ristretto, tossico”, spiega il virologo Massimo Clementi, ordinario di Microbiologia e virologia all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’Irccs ospedale San Raffaele, all’agenzia Adnkronos.
Uno studio condotto dall’Università di Padova ha infatti certificato questa tecnologia detta del “plasma freddo”, indicata con la sigle Ntp, ovvero “Non thermal plasma”. L’azienda Jonix, che opera nel settore soluzioni per la pulizia dell’aria negli ambienti chiusi, avrebbe proposto questo tipo di soluzione che è già molto diffusa. E che ogni giorno viene ricercata da buona parte della popolazione. Per implementarla all’interno delle proprie attività.
Le prove per verificarne l’efficacia sono stati condotti dal Dipartimento di medicina molecolare dell’ateneo padovani. L’agenzia giornalistica spiega che queste prove sono durate per lunghi mesi. Ma che tuttavia hanno portato, alla fine, a risultati chiari e “inequivocabili“.
“La tecnologia al plasma freddo elimina il Coronavirus”, è quanto riporta l’azienda stessa. La nota diffusa, infatti, si presenta come difficile da interpretare se non in maniera del tutto univoca. La tecnologia del plasma freddo si basa sul fenomeno della ionizzazione. Vale a dire su un procedimento generato a temperatura ambiente utilizzando l’aria come miscela gassosa.
In questo modo, la miscela diventa un gas ionizzato costituito da varie particelle caricate elettricamente. Dal punto di vista chimico, infatti, elettroni, ioni, atomi e molecole nel momento in cui si scontrano tra di loro mettono in moto una produzione di ossidanti. A questo punto, “la reattività delle particelle provoca fenomeni di ossidazione in grado di disaggregare i composti organici volatili, batteri, microorganismi e odori”, è quanto viene spiegato dall’agenzia.
Una tecnologia che perciò sembra presentarsi come più che efficace e che aiuta ancora una volta ad incrementare la speranza di poter combattere il virus con tecnologie avanzate che aiutano imprese, aziende e lavoratori a poter superare la crisi pandemia nella maniera migliore. Senza dover necessariamente ricadere in situazioni di grave disagio economico e familiare.
Vincere il virus si può, ma è importante che ognuno faccia la sua parte per applicarsi con soluzioni innovative e valide. C’è bisogno inoltre di supportare tutto ciò con la preghiera quotidiana. Perché come sta scritto nel salmo 126: “Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori.
Se il Signore non custodisce la città, invano veglia il custode. Invano vi alzate di buon mattino, tardi andate a riposare e mangiate pane di sudore: il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno”.
Giovanni Bernardi
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